sabato 19 luglio 2025

PRP (PLASMA RICCO DI PIASTRINE)

LA TERAPIA RIGENERATIVA CHE AIUTA GLI SPORTIVI A GUARIRE PRIMA 

a cura di Irene Righetti (fonte Gazzetta dello Sport)

Il PRP, acronimo di plasma ricco di piastrine, è una tecnica rigenerativa sempre più utilizzata in ambito sportivo per favorire la guarigione dei tessuti. Si basa sul prelievo di una piccola quantità di sangue del paziente, da cui - attraverso un processo di centrifugazione - si ottiene una parte altamente concentrata di piastrine. Queste, ricche di fattori di crescita, vengono poi infiltrate nella zona lesionata per stimolare la rigenerazione di tendini, legamenti, muscoli o cartilagini. Per capire meglio che di che cosa si tratta, ne abbiamo parlato con Roberto Rossetti, medico fisiatra, è stato responsabile della nazionale italiana di mezzofondo e maratona.

Dott. Rossetti ci può spiegare in che cosa consiste il PRP e come si esegue?

“Si esegue un prelievo venoso nel braccio del paziente, quindi il sangue viene centrifugato per 5 minuti ad alta velocità, così da ottenere un liquido che contiene plasma, globuli bianchi e piastrine. Nella parte finale di questa soluzione c’è una concentrazione maggiore di piastrine, mentre nella parte iniziale, più superficiale, ci sono più globuli bianchi. Io utilizzo sia la compente piastrinica e sia quella con i globuli bianchi. La soluzione ottenuta viene iniettata nella parte da trattare, ad esempio nel ginocchio, o in altre aree a seconda delle problematiche”.​

Prima del PRP occorre però verificare se si possiede un sufficiente numero di piastrine.

​“Esattamente, prima occorre fare le analisi del sangue e verificare di avere un certo numero di piastrine. Minimo 200 mila, al di sotto di questo valore non sarebbe molto efficace”.

​​Chi può fare il trattamento?

​“Tutti, è una pratica priva di rischi e priva di controindicazioni”.

​Sempre più sportivi ricorrono al PRP, ad esempio i runner con problematiche alle ginocchia.

“È vero, perché c’è un recupero della cartilagine; quando ad esempio hai una condropatia, parliamo di condropatia lieve, lo fai con uno scopo rigenerativo, per rigenerare i tessuti”.​

​Quante sedute occorre fare?

​“Si fanno tre sedute distanziate un mese l’una dall’altra”.

​​Dopo la prima seduta si può riprendere a fare attività sportiva?

​“Per due giorni il paziente non deve fare attività fisica. Poi può riprendere ma se il suo sport principale è la corsa, per un po’ di tempo la deve mettere da parte e, almeno fino alla fine del ciclo, deve praticare attività alternative come il nuoto o la bici. Per non creare dei danni all’articolazione che si sta rigenerando”.

Dopo avere terminato il ciclo, il trattamento dopo quanto tempo si può ripetere?

​“In genere si consiglia un richiamo all’anno o, a volte, ogni sei mesi. Dipende dalla gravità del problema, dall’età e dalla risposta individuale del paziente”.



 

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