lunedì 11 agosto 2025

LA FELICITÀ RAFFORZA IL SISTEMA IMMUNITARIO

LA MIGLIORE ARMA CONTRO LE MALATTIE 

(fonte Gazzetta dello Sport)

La felicità non è solo una questione di umore. È anche una variabile biologica. E può influenzare il modo in cui il corpo reagisce alle infezioni. Già nel 2017 uno studio pubblicato su Nature da un gruppo di ricerca congiunto tra l’Ospedale San Raffaele di Milano e l’Australian National University aveva mostrato che la dopamina – neurotrasmettitore associato alla motivazione e al piacere – interviene direttamente nella risposta immunitaria. Nei linfonodi umani accelera il dialogo tra cellule T e cellule B, rendendo più rapida la produzione di anticorpi. In presenza di un’infezione, il sistema reagisce in meno di un’ora. In altri mammiferi ne servono otto.

Non si tratta di un’eccezione. Da anni la letteratura osserva una correlazione tra benessere emotivo e resistenza alle malattie. In uno studio del 2003, i soggetti con maggiore stabilità emotiva e più frequenti emozioni positive mostravano una minore probabilità di ammalarsi dopo l’esposizione al virus del raffreddore. Nel 2017 poi l’indagine pubblicata su Nature ha misurato l’effetto dei gesti altruistici sul sistema immunitario: quattro settimane di piccole azioni volontarie bastavano per produrre un cambiamento rilevabile anche nei vari biomarcatori nel sangue. Il benessere psicologico tende anche ad attivare comportamenti protettivi: un’alimentazione più equilibrata, una maggiore attività fisica, una migliore qualità del sonno. Tutti elementi associati a un rischio più basso di malattie croniche. Anche lo stress risponde alla stessa logica. In condizioni prolungate la felicità alza i livelli di cortisolo, ostacola il sonno e indebolisce le difese. Chi vive uno stato di benessere stabile produce meno cortisolo, anche in situazioni stressanti. La differenza è misurabile, e resta tale nel tempo.

I dati riguardano anche il cuore. Gli stati emotivi positivi riducono il rischio di malattie cardiovascolari fino al 26%. Nei pazienti già diagnosticati, la presenza di benessere psicologico si associa a un minor tasso di mortalità. In parte per motivi comportamentali, in parte per effetto diretto. In uno studio condotto nel 2015 su oltre 32.000 persone, la felicità risultava associata anche a una maggiore aspettativa di vita. I soggetti infelici mostravano un rischio di morte superiore del 14%, indipendentemente dalla condizione clinica di partenza. Infine, il dolore. In pazienti con artrite o post-ictus, la percezione del dolore risulta più bassa in presenza di benessere emotivo. Un effetto attribuito alla maggiore capacità di attivare strategie cognitive efficaci. Non si tratta di euforia, né di ottimismo. La felicità, in questo contesto, è uno stato mentale stabile, con effetti fisiologici misurabili. Una forma di equilibrio che protegge, rallenta e, in alcuni casi, previene.

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