lunedì 10 novembre 2025

KAIROS

L’ISTANTE PERFETTO IN CUI SI REALIZZA UN DESTINO 

a cura di Gloria Micacchi 

  1. Erroneamente riteniamo che l’acquisizione di nuove informazioni nel corso della vita modifichi il nostro Essere. È l’esatto opposto. È la modifica del nostro Essere, pronto a coglierla, che ci consente di acquisire informazioni realmente nuove.

Il tempo in cui acquisiamo informazioni appartiene a Chrónos. Il tempo in cui compiamo un salto, come l’elettrone che balza sulla nuova orbita, appartiene a Kairós. In questo nostro mondo non possiamo sperimentare Kairós senza Chrónos. Ma si può vivere un’intera esistenza senza sperimentare Kairós, intonati solamente alla cadenza e al dipanarsi unidirezionale del tempo cronologico.

Kairós è il tempo che caratterizza il balzo dell’elettrone, è quando all’improvviso il nostro Essere si estende e possiamo acquisire informazioni su un nuovo piano, è l’istante perfetto in cui si realizza un Destino.

Istanti

Vissuti dall’interno che divengono il tutto

Sono soltanto istanti se misurati dall’orologio, se visti da un osservatore esterno. Istanti, figli di Chrónos. Ma quando vissuti dall’interno, dal Soggetto che ne fa esperienza, allora perdono la loro caratteristica cronologica e divengono il tutto, la ragione stessa per cui siamo stati lì, in attesa, magari per una intera vita.

L’individuo può scegliere di cercare di rimanere quanto più “separato” possibile dall’Essere a cui appartiene. In questo caso la sua visione del mondo sarà concreta, realistica, pragmatica, razionale, meccanicistica anche quando terrà conto di fattori di elevata complessità, per lui inquadrabili con il solo utilizzo dello strumento della ragione.

Oppure, può scegliere l’Essere che esso stesso è. Può scegliere di non essere soltanto l’individuo individuato, prigioniero di una identità costruita sulla spinta dell’ambiente in cui si trova a vivere. Può scegliere di volgere l’attenzione anche alla parte del suo Essere non ancora individuata e con essa alla parte che lo costituiva prima dell’individuazione. Prima che si percepisse come individuo.

Nota del Fondatore

Al fondatore di questa Scuola, nella notte tra il 22 e il 23 febbraio del 1989 capitò quanto segue. Sentì bussare alla porta della vita. Non capiva quello che gli stava accadendo, non ne aveva la più vaga idea. Non capiva il bussare - che era un bussare dentro la sua mente - e neppure la questione della vita. Questi concetti li volle approfondire più avanti nel tempo, in un’altra età, per provare, innanzitutto, a dare una spiegazione a se stesso di quanto gli era accaduto in quella lontana notte. Il bussare fu talmente forte e ostinato che egli non poté che diventare strumento di qualcosa che lo oltrepassava, che veniva prima, che era oltre. Si ricorda come fosse accaduto un minuto prima il momento in cui, subito dopo l’atto, disse alla sua partner: “Hai sentito? E’ un maschio.”

Da essere assolutamente razionale quale era, non credente e scettico riguardo ad ogni accadimento al quale non si potesse dare una spiegazione logica, provò a respingere, dentro di sé, quanto era accaduto. Provò a rimuovere il ricordo, ma la memoria restava nitida, tutto era rimasto scolpito. Allora tentò di dire a se stesso che l’episodio era frutto dell’emozione, che l’inconscio aveva agito in qualche modo a sua insaputa, che aveva abilmente creato suggestioni che poi il suo intelletto aveva trasformato.

Il 23 novembre 1989 nacque un maschio, come aveva chiaramente avvertito. E allora si disse che le probabilità erano 50 e 50 e ci aveva semplicemente azzeccato. Ma lui aveva sempre desiderato una figlia femmina, perché disse che era un maschio?

Aveva sempre creduto che dal momento in cui i due gameti si incontrano la potenza della vita fosse già tutta lì presente e si era fatto una idea – per convincersi della ragione dell’accaduto - che, in qualche misura, l’energia insita in quella nuova vita avesse perturbato la sua e lui l’avesse captata in qualche modo, da qualche parte della sua mente.

Ma ciò che lo turbava, perché a questo non riusciva a dare alcuna spiegazione razionale, era il fatto che l’affermazione che fosse un maschio la pronunció pochi istanti dopo l’atto, quando i due gameti non avevano ancora avuto il tempo di incontrarsi, quando la scintilla della vita non aveva ancora avuto luogo. E tutto questo si accordava con quel “sentir bussare” che accadde ancora prima.

Ci volle quasi una vita intera, per accettare l’idea di un’estensione dell’Essere che non coincidesse con la Vita e con l’individuo di cui aveva fatto esperienza.

Accettare l’idea di una estensione dell’Essere non coincidente con l’individuo e con la vita che conosciamo significa entrare nella dimensione di Kairós.

Mauro Rango ideatore e fondatore della scuola di KAIROS. 

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