giovedì 10 giugno 2021

INTERVISTA A MICOL DI SEGNI

LA MODELLA CHE SPOSO' LA MMA

di Michele Antonelli (fonte Gazzetta dello Sport)

Un tatuaggio incornicia la sua vita. Svolte, cambiamenti, punti di vista. Per Micol Di Segni tutto è riassunto in una fenice, ricamata sul lato sinistro del corpo: “È l’emblema della mia rinascita, l’ho fatto quando ho deciso di dedicarmi per sempre al combattimento”. Un passato da SuicideGirl, la fighter romana è oggi la regina delle MMA italiane: “Mi piace questa considerazione, penso di averla guadagnata con un ruolo da pioniera in questo sport, insieme a poche altre atlete. Ma se qualcuno non è d’accordo, me lo dica…” racconta con una risata. Classe 1987, è stata la prima azzurra a vincere il titolo di Campione del Mondo IMMAF (2015) e a lottare in promotion internazionali. Dopo la conquista della cintura dei pesi paglia nel circuito AFL e un periodo complicato dalla pandemia, si prepara a combattere al PalaTellene di Roma contro Adriana Fusini nel main event di Venator FC7 del 19 giugno, trasmesso in diretta su Gazzetta.it.

Micol DiSegni è la fighter di punta del movimento MMA femminile italiano nonché modella con lo pseudonimo di Eden Von Hell, passata dalle Contender Series di Dana White (il reality-anticamera per entrare in Ufc). Il 19 giugno affronterà Adriana Fusini nel main event di Venator FC7 al PalaTellene di Roma. L'intera card verrà trasmessa in diretta in esclusiva su Gazzetta.it “Poco prima del Covid dovevo partecipare all’evento Afl in Spagna e poi trasferirmi negli Usa. Il blocco è arrivato nella settimana del taglio del peso, è stato alienante passare dall’allenamento quotidiano e dalle attenzioni dei coach e del nutrizionista all’inattività. All’inizio pensavo fosse una cosa da poco, continuavo ad allenarmi. Mi facevo tenere i colpitori da mia madre e avevo messo un materasso vicino al muro, creando un sacco da pugilato con i panni sporchi. Poi c’è stata la riapertura delle frontiere e ho ricominciato la preparazione, facendo quasi tutto il camp all’estero. Ho combattuto lo scorso ottobre e la vittoria di quel titolo mi ha dato coraggio e nuovi stimoli a un anno dalla sconfitta al Dana White’s Contender Series. Dopo qualche data saltata è arrivata l’occasione di Venator. Un match con un’avversaria italiana a Roma, più protetto da rischi di cancellazione”.

“La mia avversaria è aggressiva e non fa mai un passo indietro, in questo ha uno stile simile al mio. Anche a me piace andare avanti e scambiare a viso aperto. Mi aspetto una guerra assoluta, amo le battaglie e sono pronta. Mi sto allenando con le più grandi realtà italiane degli sport di contatto, sono circondata da uno staff incredibile e si combatterà nella mia città. Finora ho avuto la fortuna di giocare in casa una sola volta da professionista, poi ho girato in quattro continenti…”.

“Sono contenta che ci sia un italiano a combattere per la cintura, spero che il nostro movimento cresca e che gli azzurri nella promotion siano sempre di più. L’attesa creata da una sfida del genere può solo giovare all’ambiente”.

A proposito di ambiente, com’è per una donna fare Mma in Italia?

“Complicato, vieni messa alla prova tutti i giorni. Una battaglia quotidiana, soprattutto se alle spalle non c’è un team solido. Io sono fortunata, ho tanti professionisti che mi aiutano nelle varie discipline. Soffro la carenza di sparring partner del mio peso (52 kg, ndr), ma viaggiando si riesce a sopperire al problema e a coltivare il proprio sogno. Il mio è quello di debuttare in Ufc e diventare la prima italiana a giocarsi il titolo”.

Micol Di Segni è la fighter di punta del movimento MMA femminile italiano nonché modella con lo pseudonimo di Eden Von Hell, passata dalle Contender Series di Dana White (il reality-anticamera per entrare in Ufc). Il 19 giugno affronterà Adriana Fusini nel main event di Venator FC7 al PalaTellene di Roma. L'intera card verrà trasmessa in diretta in esclusiva su Gazzetta.it

Come si è avvicinata a questo mondo?

“Parliamo di una decina d’anni fa. Facevo la modella tatuata, lavoravo in alcuni studi romani e il fratello del proprietario di uno di questi aprì una palestra in cui si faceva lotta. ‘Vieni a vedere, magari ti diverti’, mi disse. Ero abituata a iscrivermi a settembre e a lasciar perdere dopo due mesi, ma ci provai. Volevo essere in forma per i servizi fotografici, lo trovai divertente domandandomi perché non avessi cominciato prima. All’inizio non potevo allenarmi con i ragazzi del team professionistico, poi mi iscrissi a una gara di grappling vincendo per k.o. dopo trenta secondi. ‘Adesso mi fate combattere con voi?’, dissi a quel punto…”.

Da modella a fighter. Un cambiamento importante...

“Anni fa mi presentai a uno shooting con le gambe piene di lividi dopo una seduta di allenamento mirato sui low kick. Ero con un’altra modella e la buttai sulle risate, dicendo che con Photoshop sarebbe stato facile fare correzioni. Sia lei che la fotografa però non la presero bene, ritenevano il mio atteggiamento poco professionale. In quel momento ho capito tutto, quello era un semplice hobby. Ho fatto una scelta di campo e ho preferito un occhio nero al trucco da posing. Ma lo rifarei. Il combattimento è un viaggio attraverso me stessa, un percorso che mi sta facendo diventare una donna migliore. Più sicura”.

A che punto sono le Mma femminili nel processo di avvicinamento a quelle maschili?

“Il movimento cresce ma è ancora poco diffuso, manca la quantità. È facile che una ragazza, magari sola e vittima del machismo, possa smettere di andare in palestra dopo aver preso qualche pugno. Il suggerimento è non fermarsi. Questo sport insegna a fare i conti con i propri limiti, ma servono dedizione e umiltà”.

Il suo soprannome è Eden von Hell. Come nasce?

“Su SuicideGirl, sito per cui ho cominciato a fare la modella, serviva un nickname con una delle prime lettere dell’alfabeto come iniziale, per comparire subito nella barra di ricerca. Scelsi Eden, ma c’era da accoppiare la parola Suicide a ogni soprannome. Non mi faceva impazzire e pensai a Hell (inferno, ndr), per una dicotomia che racconta bene la mia personalità, terreno di grandi contrasti. È solo il mio nome da modella, non c’entra nulla con il combattimento”.

Tanti tatuaggi. Qual è stato il primo?

“Torniamo indietro al giorno dei miei 18 anni. Ero ad Amsterdam a festeggiare, mi tatuai due stelline sulla pancia. Le ho ancora e quando ci penso sorrido, me ne vergogno poco perché riesco a coprirle con facilità”.

Le è mai capitato di usare le arti marziali fuori dall’ottagono?

“Forse in passato, ora non c’è tempo nemmeno per uscire. Agli inizi della carriera capitava spesso che dei ragazzi disturbassero le mie amiche. Una volta in discoteca mi toccò trascinarne uno dai buttafuori…”.

Com’era la sua vita prima di diventare fighter a tempo pieno?

“Più tranquilla, ero una body piercer e per un periodo ho anche pensato di imparare a tatuare. Poi ho fatto la cameriera, l’educatrice cinofila e l’insegnante di arti marziali per bambini. Senza lotta mi sarei vista bene anche come guardia del corpo”.

Micol Di Segni non è fidanzata. Ci sono dei suggerimenti per conquistarla?

“Essere sicuri di sé. Spesso gli uomini mi si avvicinano e farfugliano cose come ‘Ehi, che fai? Mi meni?’, ma consiglierei di evitare approcci così (ride, ndr). Meglio offrirmi un caffè o portarmi a mangiare. In quel caso si fa centro. Se volete provarci con me e avere qualche chance, sfruttate il cibo”.

 

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