giovedì 15 luglio 2021

SUBSONICA

"PORTIAMO IN TOUR LA NOSTRA STORIA IN ATTESA DI UNA RIPARTENZA VERA"

Sono stati tra le prime band a tornare sul palco non appena ce ne è stata la possibilità. I Subsonica gireranno l'Italia per tutto luglio e agosto portando in giro uno show costruito per celebrare i suoi 25 anni di storia. "Ci sono ancora molti paletti - spiega il chitarrista Max Casacci a Tgcom24 -. Abbiamo ragionato sul fatto di non fare una scaletta troppo teatrale perché la gente ha voglia di sentire la vibrazione Subsonica". Un tour che ha vissuto il suo punto di partenza in un luogo altamente simbolico come "Musicultura", quasi a voler marcare che la musica è cultura, dopo un anno e mezzo in cui tutto il comparto musicale è stato messo in un angolo, abbandonato alle conseguenze di una gravissima crisi provocata dalle chiusure per la pandemia. "Di sicuro dopo il più lungo periodo che abbiamo vissuto lontani dal palco e dopo tutta una fase di congelamento che ha messo in evidenza tutta una serie di fragilità culturali legate alle professionalità che ruotano attorno alla musica, partire da un evento chiamato Musicultura è stato simbolicamente molto forte - spiega Casacci -. Ancora oggi si fatica a considerare cultura la musica extra lirica, extra sinfonica. Non ci sono gli adeguamenti che altrove in Europa sono ormai dati per scontati. Quindi c'è un gap culturale da colmare".

Ma c'è la possibilità di colmare questo gap o certi pregiudizi in Italia restano troppo forti?

Credo che il processo sarà inevitabile. È una questione che verrà affrontata molto meglio dalle nuove generazioni. Bisogna capire quando in Italia il ritardo potrà essere tardivo. Ma è sotto gli occhi di tutti come in Italia ci sia una sorta di deficit culturale che si traduce anche in una forma di ingiustizia. Si tratta di avere degli interlocutori meno rigidi e meno legati alle categorie del passato.

In attesa che questo avvenga voi siete tornati a suonare dal vivo. In questa situazione avete riscontrato delle difficoltà nel mettere in piedi questo tour?

Le difficoltà dell'organizzazione le viviamo in quanto quando si parla di "noi" è un termine che comprende gente che lavora con noi da oltre 15 anni. I nostri tecnici hanno dovuto affrontare molti più vincoli e precarietà del solito ma con un anno e mezzo di stop alle spalle lo hanno fatto con una grande forza trascinante. Era tanta la voglia nostra  di tornare sul palco ma allo stesso modo la voglia di chi lavora con noi di rimettersi in moto.

Che spettacolo avete costruito per queste date?

Abbiamo continuato a rimandare il tour di compleanno di "Microchip emozionale" che alla fine, con due anni di ritardo, partirà in autunno nei club. Questo tour estivo è subentrato in maniera un po’ inaspettata. Per settare la scaletta di questi show abbiamo deciso di tenere fermi quei pezzi che saranno protagonisti del tour autunnale e contemporaneamente abbiamo ragionato sul fatto di non fare una scaletta troppo teatrale perché la gente ha voglia di sentire la vibrazione Subsonica, anche tenendo fuori i brani più scalmanati a 170 bpm. Quando hai una carriera lunga alle spalle puoi permetterti di giocare un po’ con il calendario. È così abbiamo visto che sono 25 anni dall'inizio della nostra storia, e quindi ci saranno molti brani di quegli inizi.

Brani che ancora oggi suonano attualissimi nelle sonorità...

A causa di corsi e ricorsi e ciclicità varie quelle sonorità oggi suonano molto contemporanee, accumunate dall'etichetta Urban, quella musica che nasce dall’incontro con l'elettronica ma che lascia spazio all'umanità molto più di quanto non sarebbe accaduto in anni successivi. Un'elettronica molto "groovosa", ritmata ma in modo gentile. Quindi mi sembrava che questa scelta rispondesse alle esigenze e ci desse una bella cornice narrativa.

Gli anni 90 sono stati un decennio molto fertile per le band italiane, poi è arrivata l'epoca dei talent. Pensi sia il momento di un'inversione di tendenza

Quello che mi risulta più evidente è che le band della generazione degli anni 90 hanno vissuto, forse in modo anche un po’ innaturale, una sorta di predominio assoluto fino a pochi anni fa. Nella quasi totale assenza di protagonisti che riuscissero ad emergere e a portare un cambio generazionale. Questo è un fenomeno che si estende a livello internazionale. Se dobbiamo pensare all'ultima grande band della storia del rock pensiamo forse i Radiohead. Che sono un gruppo degli anni 90, che ha saputo rigenerare il proprio linguaggio a cavallo del millennio. Loro, con "Ok Computer", hanno fatto l'album del 2000. Quello che dal nostro punto di vista è assolutamente positivo è che finalmente ci sono delle generazioni che sono salite al centro della scena, hanno preso in mano un microfono, si sono impadronite di canali che sembravano fatti apposta per uscire da questa impasse che è molto stringente. C'è stato un momento in cui sembrava inevitabile iscriversi a un talent e fare tutta la trafila che porta un brano a farti conoscere solo attraverso le radio. Un passaggio obbligato che non ha invogliato i più talentuosi, quelli che non vedono nella musica qualcosa di diverso da una semplice strada immediata per il successo. 

Come giudichi l'utilizzo dei social da parte dei nuovi artisti?

Alla nostra epoca c'erano le televisioni musicali e sono diventate il nostro acceleratore naturale, senza l'Mtv e la Videomusic di turno che in qualche modo favoriva chi aveva culturalmente dimestichezza con quel tipo di linguaggio questa generazione non sarebbe passata avanti. Oggi con i social e YouTube i ragazzi hanno aggirato l'ostacolo della partecipazione al format televisivo o del cercare di intrufolarsi nelle radio. Lo hanno poi fatto da una posizione di forza. Come in tutte le epoche ci sono dei protagonisti più in grado di durare nel tempo e altri che mostrano una loro stagionalità, ma è sempre stato così.

Non temi che possa crearsi troppa distanza tra realtà virtuale e concreta?

La cosa importante è vedere i locali di nuovi pieni, stessa cosa nei festival, al netto del buco nero del Covid, fino al 2019 abbiamo iniziato a vedere i festival riempirsi di ragazzi giovani che avevano la stessa età di chi si esibiva sul palco. Ed è una cosa perfettamente sana che è mancata per troppo tempo. Noi abbiamo celebrato questa cosa invitando molti di questi protagonisti a partecipare alla revisione di "Microchip emozionale". Anche perché molte delle loro storie ci hanno rivelato che in età molto più tenera molti di loro sono stati ispirati chi dalla musica chi dalla nostra storia, quella di persone che scrivono le proprie regole e continuano a fare questo lavoro a un certo livello  per un bel po' di anni senza dover rispettare tutti i dettami imposti dal mercato.

A proposito del rifiutare i dettami del mercato, voi avete approfittato del periodo di pandemia per far uscire un disco particolare come "Emozionale strumentale", decisamente poco ruffiano. Come mai?

Il periodo di pandemia è coinciso con una reazione, a tratti un po’ isterica, di generale esposizione casalinga di versioni della qualunque. Alcune divertenti, in alcuni casi molto belle, ma tutto è stato così massiccio che noi abbiamo visto un tratto un po’ inquietante. Abbiamo deciso di aspettare. Era netto il fatto che stessimo entrando in una dimensione sconosciuta, inesplorata, sconvolgente, ancora tutta da elaborare e capire. Reagire istintivamente con una proposta ci sembrava di voler tappare bocca e orecchie. Abbiamo deciso di aspettare un po’ per capire come reagire a questo momento. Quel materiale era un materiale a cui eravamo molto affezionati ed era lì in attesa di trovare un luogo, uno spazio e un tempo per poter essere collocato. L'abbinamento ci è venuto naturale. Una musica avventurosa, sperimentale, un viaggio in una dimensione sconosciuta. Calzava perfettamente anche con tutte quelle domande che ognuno di noi si formulava su quello che sarebbe stato il futuro.

E ora come lo vedi il futuro?

Credo peraltro che nella prima fase tutti  siamo stati più lucidi e consapevoli, anche nei fenomeni più ingenui. Però erano reazioni emotive commisurate all’eccezionalità del momento. Oggi, con tutti questi stop and go e questa voglia di rimozione totale non stiamo facendo i conti con quello che è successo e sta succedendo. Lo faremo più avanti.

LE DATE DEL TOUR

GIOVEDÌ 15 LUGLIO @ CASTELLO SCALIGERO - VILLAFRANCA (VR) 

VENERDÌ 16 LUGLIO @ RELOAD SOUND FESTIVAL - BIELLA

SABATO 17 LUGLIO @ FLOWERS FESTIVAL - COLLEGNO (TO) SOLD OUT

LUNEDÌ 19 LUGLIO @ BRESCIA SUMMER MUSIC  - BRESCIA

GIOVEDÌ 22 LUGLIO @ VILLA ADA - ROMA

VENERDÌ 23 LUGLIO @ ESTATE SFORZESCA - MILANO 

SABATO 24 LUGLIO @ CARPI ESTATE / ACCADE D’ESTATE A TEATRO - CARPI (MO)

VENERDÌ 30 LUGLIO @ VILLA SERRA - GENOVA NEW

SABATO 07 AGOSTO @ MAJANO FESTIVAL C/O AREA CONCERTI - MAJANO (UD) NEW

GIOVEDÌ 12 AGOSTO @ ARENA LIDO - RIMINI  NEW

VENERDÌ 13 AGOSTO @ KASCIGNANA MUSIC FEST - CASTRIGNANO DE’GRECI (LE)  NEW

LUNEDÌ 16 AGOSTO @ ARENA VILLA DANTE - MESSINA

MARTEDÌ 17 AGOSTO @ ANFITEATRO FALCONE BORSELLINO - ZAFFERANA ETNEA (CT)

SABATO 21 AGOSTO @ MACO FESTIVAL, ARENA DI PAESTUM (SA)  NEW

GIOVEDÌ 26 AGOSTO @ MENGO FEST C/O ANFITEATRO ROMANO - AREZZO NEW

VENERDÌ 27 AGOSTO @ NOTTINARENA - LIGNANO (UD)

SABATO 28 AGOSTO @ AMA MUSIC FESTIVAL - ROMANO D’EZZELINO (VI)

 

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