martedì 1 febbraio 2022

LA DIPENDENZA DA INTERNET NEI BAMBINI

PREVENZIONE E CONSIGLI UTILI

a cura della dott.ssa Claudia Ambrosio- Criminologa (tratto da Catanzaro Informa)

Quello della dipendenza da internet nei bambini e nei preadolescenti è un problema in netta ascesa anche in Italia e l’evento pandemico ha amplificato non poco i contorni di tale preoccupante fenomeno. Si pone, pertanto, l’esigenza di capire come riconoscere la dipendenza dai social cosa fare e non fare e quali consigli dare ai genitori per prevenire questa situazione ma soprattutto per non cadere loro stessi nella rete! Spesso, infatti, si corre il rischio di pensare che il problema della dipendenza dai social sia appannaggio esclusivo degli adolescenti o dei preadolescenti, ma non è così: sempre più spesso sono proprio gli adulti a “cadere nelle rete” come dimostra l’aumento dei reati on line dalle truffe amorose, alla sextortion, al phishing, ecc. Fatta tale doverosa premessa, è opportuno focalizzare la trattazione sul fenomeno in oggetto poiché, come si diceva all’inizio dell’articolo anche da noi in Italia sono in crescita le internet additions ovvero le dipendenze da internet intese sia come dipendenza dai social che dagli smartphone oltre che, naturalmente, dai giochi di ruolo on line ed è in crescita il fenomeno dei c.d. HIKIKOMORI, prima noto solo in Giappone dai cui deriva il nome.

Lo stesso termine, in effetti, deriva da una parola giapponese e significa letteralmente” isolarsi”, “stare in disparte” e viene utilizzato per riferirsi ad adolescenti che per lunghi periodi decidono di ritirarsi dalla vita sociale, rinchiudendosi nella propria stanza senza aver nessun tipo di contatto con il mondo esterno. I primi casi italiani sono stati diagnosticati nel 2007, dapprima si trattava di casi sporadici e isolati, in seguito il fenomeno ha continuato a crescere. Oggi, in Italia, non sappiamo con precisione quanti siano i giovani Hikikomori, le stime parlano di 20/30 mila casi, ma il dato potrebbe essere maggiore poiché il problema non emerge sempre all’esterno con conseguenti possibili casi non ancora segnalati ed inoltre ad oggi la situazione è stata resa più grave dalla pandemia da covid-19 che ha costretto gli adolescenti ad un innaturale isolamento. Il fenomeno è stato spesso associato all’internet addiction al momento, però, è stata evidenziata solo una correlazione tra i comportamenti di “suicidio sociale” e alcuni sintomi dell’internet addiction, ma ancora non è stata dimostrata una diretta relazione causale tra i due fattori. Tuttavia riconoscere l’insorgere di una dipendenza da internet è fondamentale perciò diamo alcuni consigli pratici su cosa fare e non fare:

Innanzi tutto è necessario far capire ai ragazzi (adolescenti o preadolescenti) che ci sono dei rischi dall’uso smodato di internet in modo da collegare il divieto a qualcosa di oggettivo e comprovato poiché spesso i “nativi digitali” non capiscono che c’è un pericolo dietro un gesto che ormai è consolidato per loro. Ad esempio si può evidenziare che passare tante ore on line può creare problemi di dipendenza come una vera e propria droga, i giovani infatti, tendono a non vederla così  poiché per loro è un comportamento naturale che vedono fare a tutti…genitori compresi! Da non sottovalutare, poi, i ritardi nell’apprendimento e nel linguaggio, i cambiamenti nel cervello, ormai ampiamente dimostrati da vari studi di settore, inoltre, l’uso smodato del web espone anche a rischi fisici quali problemi posturali, es collo da sms, o onde elettromagnetiche, secondo gli esperti l’impatto negativo sulla salute inizia già dopo 2 ore di visione o utilizzo di strumenti tecnologici, crea disturbi nel comportamento compromettendo la corretta socialità e può creare disturbi nel sonno, non a caso si consiglia sempre di tenere i dispositivi elettronici fuori dalla camera da letto.

Alcuni esperti di comportamenti digitali consigliano, poi, di evitare queste frasi ovvero:

smettila di stare seduto tutto il giorno davanti al computer oppure smettila di guardare in continuazione il cellulare, ovvero lo scontro diretto non è utile e genera ribellione. Meglio essere più specifici sul motivo del monito, ecco perché è utile condividere con i figli la questione sui rischi di internet, e proporre alternative al comportamento censurato;

devi interagire con persone reali: anche in questo caso il divieto è inefficace meglio è riformulare come è bello passare del tempo all’aria aperta con i tuoi amici oppure anche la tua famiglia vorrebbe del tempo da passare con te;

stai tutto il giorno davanti a quel gioco, ma non ti sei stufato!… anche questa frase è inutile poiché è evidente che non si è stufato perciò ancora una volta meglio evidenziare che il gioco non merita tutta quella attenzione che potrebbe essere dedicata ad attività più divertenti, in socialità e con amici in carne e ossa…. perché non provare per vedere se è meglio…

Perciò il suggerimento è quello di non vietare in modo asettico ma cercare di condividere le decisioni con i ragazzi bilanciando costi e benefici e soprattutto fornendo delle valide alternative che portino al centro la socialità reale e non quella virtuale ma ancora più importante è essere sempre vigili sul comportamento degli adolescenti e sui possibili indicatori di disagio.

“Quindici anni fa internet era una via di fuga dal mondo reale. Ora, il mondo reale è una via di fuga da internet”. (Noah Smith).



 

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