martedì 26 luglio 2022

TRATTAMENTO CRANIO SACRALE

COSA E' E COSA SERVE

di Elisa Cappelli

Il movimento delle ossa craniche

L’osteopatia cranio sacrale è una tecnica manuale che va a lavorare il ritmo del fluido cerebrospinale e armonizza le suture craniche e i movimenti di flessione ed estensione delle ossa del viscerocranio e dello splancnocranio. Dobbiamo infatti immaginare che queste ossa non sono fisse come per tanto tempo si pensava e si teorizzava, ma seguono un loro movimento armonico. Ad esempio, lo sfenoide, bellissimo osso che ha un corpo e due grandi e due piccole ali, ha un suo movimento verso il basso, in avanti e verso l’esterno (movimento di flessione) e un ritorno che prende il nome di estensione; il suo movimento va di pari passo con quello dell’osso craniale che sta alla base posteriore, ovvero l’occipite.

L’osteopatia craniosacrale infatti ruota attorno alla fluttuazione ritmica del liquido cefalorachidiano e al modo in cui queste ossa come “zolle” si muovono in sinergia. Le ossa poi hanno dei punti di smusso e dei tavolati che prendono il nome di esterni e interni; dobbiamo proprio immaginare come delle zolle che si dispongono talvolta una superiormente all’altra e in altri punti la cosa si inverte e una “zolla” finisce sotto.

Storia

William Garner Sutherland, terzo di quattro figli, viene considerato il “padre” dell’osteopatia e allievo di Still; nacque a Portage County (Wisconsin) il 27 marzo del 1873, in una modesta famiglia d’origine scozzese. Si laurea il 28 giugno del 1900, all’età di 25 anni, all’ASO e già durante il corso dei suoi studi ebbe le prime intuizioni sulla mobilità delle ossa del cranio. Piano piano sviluppa quella che gli pare una “folle idea”, ben descritta da queste semplici righe: “L’idea nacque osservando le ossa di un cranio umano presente nell’A.T.Still Infirmary. Le superfici articolari di queste ossa mi sembrarono, con il loro contorno, destinate ad una mobilità articolare.” Gli avevano insegnato che, a parte la mandibola, tutte le ossa del cranio sono statiche, ma non riusciva a togliersi dalla testa questa idea. Iniziò con la punta di temperino a disarticolare i crani e fece esperimenti su se stesso con specifiche cinghie, sostenuto dalla moglie e dai suoi studenti. Basandosi sulla meccanica e sui punti di contatto iniziò ad analizzare precisamente ogni osso, ogni superficie, ogni sutura e incastro tra le ossa. Le sue ricerche in un primo tempo vengono ignorate, ma lui si muove caparbiamente nell’ambiente accademico e finalmente nel luglio del 1931 il suo primo articolo intitolato “Skull motion” comparì nel Northeast Bulletin, e venne poi seguito da una serie di altri articoli come per esempio “Cranial membranous strains” pubblicato nel dicembre dello stesso anno sul Western Osteopathic.

Nel 1932 fu invitato ad esporre le sue idee alla Convenzione Nazionale dell’American Osteopathic Association a Detroit e nel 1939, (dieci anni dopo la sua prima conferenza senza eco) pubblicò il suo primo libro, The Cranial Bowl. Inizia a insegnare ai corsi Post graduate e diventa un punto di riferimento in questo orizzonte di senso e visione che prevede il movimento delle ossa craniche. Nel luglio 1946, il dott. Raleigh fondò l’Osteopathic Cranial Association che successivamente, nel 1960, si chiamerà Cranial Academy. Nel 1951, Harold Ives Magoun pubblicò Osteopathy in the Cranial Field, un testo destinato a diventare enorme punto di riferimento per il trattamento osteopatico craniale. Nel 1953, Sutherland vede nascere la Sutherland Cranial Teaching Foundation che si proporrà come obiettivo di condurre studi scientifici sul meccanismo respiratorio primario. Muore a 84 anni il 23 settembre 1954 dopo aver apportato abbondanza ed estrema ricchezza a tutto l’ambito osteopatico e della ricerca in genere.

Cos’è e a cosa serve

Prima di tutto il paziente viene fatto sistemare sul lettino in posizione supina e l’operatore si dispone dietro a lui, seduto. Il trattamento in osteopatia avviene nel momento in cui si intuisce, da un primo razionale, che risulta necessario e viene quindi considerato insieme ad altre tecniche. In altre parole, quando un paziente viene in prima visita l’osteopata capisce grazie all’anamnesi, a test e domande specifiche, come agire, per poi andare a vedere veramente a quali prove il paziente risulta positivo e come ricollegare i sintomi descritti a una potenziale ipotesi di trattamento. In sintesi, l’osteopata compie delle scelte precise in base alle quali capisce se fare maggiormente operazioni manuali a livello viscerale (trattamento di organi e visceri), strutturale (trattamento principalmente osteoarticolare) oppure andare ad agire a livello fasciale e delle membrane, incluse quelle a tensione reciproca che troviamo all’interno della scatola cranica. Non dobbiamo immaginare queste decisioni come compartimenti stagni ma come ambiti che sono in costante dialogo tra di loro. Non si tratta di fare una sola cosa ma di avere una visione d’insieme globale e procedere sessione dopo sessione in modo che il sistema del paziente ritrovi il suo percorso di guarigione e autoguarigione. Quando l’osteopata si dispone con le mani sul cranio, va a fare un ascolto del movimento craniale, sente se le ossa si muovono bene o non si muovono affatto, se hanno un loro grado di ritmo, ampiezza e forza (il cosiddetto RAF, Ritmo-Ampiezza-Forza). Lo valuta per ogni singolo osso del cranio e poi decide come agire in base alla disfunzione rintracciata. Ci sono varie prese e tecniche alcune delle quali si effettuano per via intrabuccale, come nel caso dell’osso palatino per fare un esempio o nel caso di disfunzioni associate ai muscoli masticatori e la zona temporale del cranio. La terapia cranio sacrale permette al paziente di ripristinare il giusto equilibrio neurovegetativo e arreca benessere sul lungo periodo, andando a riequilibrare anche il sistema nervoso centrale. Un trattamento di alto livello ha ripercussioni su tutto il corpo e su tutto il sistema fasciale. Si risolvono con successo mal di testa di varia natura, cefalee, dolori articolari, problemi a carico della masticazione.

 

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