martedì 22 novembre 2022

MANUELA LEVORATO

LA DONNA PIÙ VELOCE D’ITALIA TRA YOGA ED ALIMENTAZIONE 

di Davide Vigano’ (fonte Gazzetta dello sport)

Se la incontrate o la vedete passare, non chiedetele quando sarà la prossima gara: ormai ha smesso. Difficile da credere guardando Manuela Levorato, la donna più veloce d’Italia, da 23 anni sul trono dei 100 metri con i suoi record di 11.20 prima (1999) e 11.14 dopo (2001). 

UN LIBRO AUTOBIOGRAFICO—  Sì perché la veneziana di Dolo, in barba ai suoi 45 anni, sfoggia ancora un fisico da atleta da far invidia a tante professioniste. Lo ha potuto constatare chi è intervenuto, sabato, alla presentazione milanese del suo libro La corsa, le mie ali, ospite del Comitato provinciale della Federazione di Atletica Leggera. 

RECORD, MEDAGLIE E FAMIGLIA—  Se la forma è quasi quella dei tempi migliori, l’ex atleta ora è una donna matura, madre di tre figli, che ha rimesso mano alla sua storia per raccontare una lunga avventura sportiva iniziata quasi per caso e conclusa all’età di 37 anni. Una “highlander” della velocità, capace non solo di primati nazionali (200, 300, 4x100), di 17 titoli italiani e 33 maglie azzurre, ma anche di conquistare due medaglie di bronzo (100 e 200) ai Campionati Europei (Monaco di Baviera, 2002) e di un argento e bronzo ai Giochi del Mediterraneo. Apprezzata per la sua bellezza e femminilità, ricercata dalla moda grazie al suo metro e ottanta di altezza, Manuela Levorato è stata soprattutto un esempio di campionessa generosa e appassionata, capace di tornare la numero uno azzurra anche dopo la nascita della prima figlia (Giulia), avuta a 31 anni. 

VINCENTE FINO ALLA FINE—  Da mamma, è stata capace di vincere ancora i campionati italiani nei 100 (33 anni) e nei 60 indoor (34 anni) e di partecipare ai Campionati Europei. Il ritiro agonistico è praticamente coinciso con la scoperta della seconda gravidanza nel 2014, che ha portato alla nascita di due gemelli (Gabriele e Ginevra). “A 37 anni, quando mi sono ritirata, ero in chiaro over training: corpo e mente non ce la facevano più” ci ha raccontato. La gravidanza gemellare è stata impegnativa anche per un corpo allenato come il suo. Ora però va meglio. 

SPORT E YOGA—  Oggi Levorato è vice presidente del Comitato veneto della Federazione di atletica, ma è tornata anche a praticare sport. “Da un paio d’anni ho ripreso a sciare e a giocare a tennis, mentre continuo a fare yoga”. Proprio lo yoga, inteso come posizioni e non nel suo aspetto “meditativo”, è una delle chiavi della longevità sportiva di Levorato.  “Lo yoga mi ha salvata, almeno dopo i 30 anni. Tutti gli allungamenti mi hanno aiutato nella salute dei tendini, e credo anche di essermi rialzata di un paio di centimetri in altezza: avevo la schiena piegata dai tanti pesi fatti”. Racconta con orgoglio di come riuscisse a mettere entrambe le mani sotto i talloni. “Ho sempre dedicato molto tempo allo stretching e alla ginnastica, molto più degli altri. Mi dicevano che non servisse, ma è questo che mi ha aiutato a correre fino in tarda età”. 

ALIMENTAZIONE SENZA ESASPERAZIONE—  La carriera di Manuela è stata aiutata anche dalla grande attenzione che, fin da giovane, aveva messo nell’alimentazione. “Io ero un po’ estremista, mangiavo pesando tutto, scondito. Vedevo il cibo principalmente come il carburante per la mia attività”. La campionessa ci tiene però a precisare su un tema così delicato come l’alimentazione nello sport, soprattutto al femminile. “Io stavo bene, non ero ossessionata dal mio peso, ma dalla qualità di quel che mangiavo. Non sono mai arrivata a soffrire e nessuno mi ha mai criticato per il mio aspetto. Mi sono sempre fatta seguire da un dietologo, allora non esistevano i nutrizionisti. Sotto la sua guida, a 19 anni ho perso 6 chili. Prima avevo sempre fame, poi ho svoltato la mia carriera. Ho sempre seguito alla lettera le sue indicazioni”.


 

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