mercoledì 12 aprile 2023

ECO ANSIA

COSA E' E COME SI RICONOSCE

Oggi la crisi climatica è sulla bocca di molti. Sui social, in televisione, alla radio, scienziati, politici, conduttori, influencer sbandierano il problema alla ricerca di possibili soluzioni. Intanto, dall'altra parte dello schermo, bombardati costantemente di notizie sui disastri ambientali, assimiliamo attoniti le conseguenze del cambiamento climatico. Innalzamento del livello dei mari, scioglimento dei ghiacciai, perdita di biodiversità, ondate di calore, tempeste violente, uragani, siccità e altri ancora sono gli impatti gravi e devastanti che sentiamo affliggere l'umanità e il pianeta. Di fronte a questo scenario, dichiarato oramai irreversibile dall'IPCC (il panel intergovernativo sui cambiamenti climatici), sono emerse forti preoccupazioni e nuove paure. Tra queste, l'eco-ansia. Chiamata anche depressione climatica, l'eco ansia è stata definita dall'American Psychological Association (APA) come un disturbo psico-fisico che corrisponde alla "paura cronica del disastro ambientale". Davanti a un futuro incerto, che non possiamo controllare e che è ormai destino inesorabile, nasce un senso di impotenza e di frustrazione, un'angoscia generalizzata per qualcosa che è immensamente più grande di noi.

Come si manifesta l'ecoansia?

Nella letteratura scientifica, l'eco-ansia è stata definita come "la sensazione che le basi ecologiche dell'esistenza siano in procinto di crollare". Esiste un'ampia gamma di condizioni individuali con cui questa paura si esprime. Alcune persone si sentono tristi, arrabbiate o addirittura disperate per le calamitose condizioni ambientali che stanno emergendo giorno dopo giorno. Altre esibiscono stress e attacchi di panico improvvisi; mentre altre ancora hanno deciso di non avere figli perché credono non sia una scelta etica farli vivere in un mondo senza un futuro certo.

Nonostante l'eco ansia non sia ancora stata riconosciuta come patologia - e non è quindi inserita all'interno del Manuale diagnostico dei disturbi mentali (DSM-5), testo di riferimento internazionale per la psichiatria - la sua incidenza tra la popolazione è in costante aumento. In particolare sono le nuove generazioni che risultano più vulnerabili a sviluppare questo tipo di stato psichico. Questo perché maggiormente esposte a notizie sulla crisi ecologica e sulla conseguente insicurezza degli scenari futuri. Uno studio[1]condotto su 10.000 giovani di età compresa tra 16 e 25 anni e provenienti da dieci differenti paesi (Australia, Brasile, Finlandia, Francia, India, Nigeria, Filippine, Portogallo, Regno Unito e Stati Uniti) ha riportato che circa il 60% era estremamente preoccupato per le conseguenze derivanti dai cambiamenti climatici. Esemplificativo è anche il fatto che il 75% degli intervistati ha affermato di pensare che il futuro sia spaventoso e l'83% che le persone non siano riuscite a prendersi cura del pianeta. Sensazioni e pensieri negativi che non solo riguardano la condizione socio ambientale del pianeta, ma che ricercano anche un responsabile per l'attuale stato di precarietà e che lo riscontrano nel fallimento delle risposte politiche.

Cosa si può fare per contrastare l'ecoansia?

In primis possiamo partire dal ripensare alle piccole scelte che facciamo ogni giorno. Secondo l'autrice del libro Ecoansias, Irene Baños, infatti, la soluzione migliore per contrastare l'ansia da crisi climatica consiste nel cambiare alcuni comportamenti economici e sociali e indirizzarli verso soluzioni più eco friendly. Rispetto e cura dell'ambiente, consumo responsabile, riciclo e risparmio energetico sono alcuni tra gli esempi proposti. Altro è il ricongiungimento con la natura: dal prendersi cura di piante e orto, alle attività outdoor. Oltre a ciò è sicuramente rassicurante sapere che il mondo della politica si stia effettivamente muovendo per delineare norme e regolamenti che trasformino il modello economico corrente, basato sull'uso smodato delle risorse, in un paradigma di maggiore sostenibilità. L'attuazione di politiche rispettose dell'ambiente e volte alla decarbonizzazione possono avere un effetto positivo anche sulla psiche umana. Le soluzioni per frenare la crisi climatica ci sono e sono attuabili. Non bisogna lasciare che i pensieri negativi sfocino nel catastrofismo e diventino invalidanti. L'angoscia non deve prendere il sopravvento, perché ognuno di noi può portare il proprio contributo per superare la crisi, ponendosi anche piccoli obbiettivi.


 

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