a cura di Daniela Cursi Masella (fonte Gazzetta dello Sport)
Fu Paul Broca, con il nome di “grande lobo limbico”, il primo ad inquadrare l’emozione all'interno del cervello. Arrivando fino ai nostri giorni, grazie a Paul Ekman, per elencare ben 7 emozioni primarie: rabbia, paura, tristezza, gioia, sorpresa, disprezzo e disgusto. Reazioni che il nostro cervello elabora per tutta la vita. Il “come” dipende da noi. Ecco perché, oltre a curare il corpo e ad allenare i muscoli, dovremmo imparare a sfruttare la plasticità cerebrale grazie a una serie di "esercizi" e di strategie. Le connessioni neurali sono allenabili fino a 80 anni. Il prof. Aldo Grauso, docente di psicologia dello sport presso Unicusano e Advisory board della Lega Nazionale Dilettanti FIGC, fa di una premessa un monito: “Le emozioni vanno ascoltate e gestite, per nulla allontanate o bloccate. Reprimerle causa malattie psicosomatiche. Prendiamo, ad esempio, la rabbia repressa che va diretta sulla zona dello stomaco stimolando un’eccessiva presenza di bile. Di qui, il classico bruciore di stomaco”.
L'EMOZIONE È UN SINTOMO— “Occorre partire dall’emozione per cambiare qualcosa di sé per favorire un rapporto più armonioso con noi stessi” dichiara l’esperto. Siamo nel campo della psicodinamica, miglior antidoto per affrontare e gestire emozioni come la rabbia, la tristezza e la paura. Qui si parte dall’emozione concependola come un sintomo per identificare cosa si celi dietro a esso. Ed ecco allora, una "scheda di allenamento" per il cervello.
CERVELLO ED ESERCIZI— Si tratta di un circuito perfetto: le nostre credenze influenzano le nostre azioni sugli altri, rafforzando le credenze che causano le azioni degli altri verso di noi. Si chiama 'Profezia che si autoavvera'. “Se, appena sveglio - spiega Grauso - scopri che sta piovendo e associ la pioggia ad una brutta giornata, immetti una serie di attivazioni giornaliere (discutere nel traffico, litigare con un collega) per far sì che, rientrato a casa la sera, possa confermare che è stata una brutta giornata. L'esercizio per la mente?Credere fin dalla mattina che la propria giornata sia bella. In questo modo, dal sorriso al primo cappuccino ricevuto al bar o a quello rivolto al vicino di casa, ci si mette inconsciamente dentro a una connotazione positiva della giornata”.
COME CONTRASTARE LA RABBIA— Una tecnica “antirabbia”? “Per ascoltarla e gestirla, lo yoga è senza dubbio la migliore, perché permette di mantenere l’attenzione sul respiro - afferma Grauso -. Inspirando si raccoglie tutta la rabbia, espirando si butta fuori. Inoltre, concentrandosi sulla respirazione, si individua in quale parte del corpo si insinua questa emozione”. Attraverso un perenne dialogo interno, inoltre, è possibile riabilitare un bisogno perso nel passato, addirittura fin dall’infanzia. “Ad esempio, se già da bambino hai preferito tenerti tutto dentro per paura del confronto salvo poi esplodere in gesti rabbiosi senza spiegazione, da adulto puoi replicarlo gestendo una discussione in modo rabbioso e impulsivo con il partner o con chi ti supera nella fila. È utile sperimentare un dialogo sereno prima che cominci l’accumulo. Riscontrando da subito grandi benefici, questo rinforzo positivo autoprodotto resetterà un modus che fino ad allora ti ha fatto vivere male”.
SPORT ANTI-TRISTEZZA— Per eliminare la propensione alla tristezza bisognerebbe lavorare molto sull’egocentrismo. “In genere - spiega Aldo Grauso - le persone melanconiche sono fin troppo orientate sull’altro. Di qui, la soluzione è quella di rivolgere azioni e pensieri su di sé”. Questo allena mente e cuore: “Concediti una piccola trasgressione alimentare, stimola il tuo sorriso, pensa alle tue prossime vacanze, vestiti in modo da valorizzarti, fai attività fisica all'aperto (che libera le endorfine), usa l’immaginazione per fare una cosa nuova, pensa a cosa rende un giorno davvero bello per te”.
LA FIDUCIA CONTRO ANSIA E PAURA— La paura è un’emozione molto potente e molto spesso può mettere in difficoltà. Ecco perché sono così diffusi i disturbi di ansia e panico nella nostra società. L’iperansioso, anche se non lo ammette, è vittima della paura. L’ansia non è un'emozione, ma un funzionamento naturale dell’organismo di fronte agli input”. L’antidoto contro la paura, che eliminerebbe l’ansia, è rintracciabile? “La fiducia. Facciamo alcuni esempi - chiarisce Grauso - per permetterne la metabolizzazione: controlli sempre il gas prima di uscire di casa, o torni indietro con la macchina per controllare? Se sei fuori casa, fai controllare il gas da qualcun altro, un parente, un vicino. Arrivi sempre prima ai tuoi appuntamenti? Cerca di essere solo puntuale sapendo che ti possono aspettare anche se arrivi un pochino in ritardo. Ti vorranno bene comunque, anche se tardi un quarto d’ora. Lavora sulla fiducia. Ammetti che non puoi controllare tutto. Che puoi fidarti e affidarti”.