a cura di Silvia Trevaini (fonte Tgcom)
Gli antichi maestri dello yoga riconoscono da tempo l’importanza della respirazione profonda ed espansiva nel migliorare la salute generale e la vitalità del corpo. È stato scoperto che questo tipo di respirazione, comunemente praticato in varie posizioni yoga, non solo riossigena il corpo, ma combatte anche i segni dell’invecchiamento. I benefici di questa pratica si ottengono al meglio attraverso uno sforzo regolare e costante, con alcune pose che offrono effetti particolarmente profondi. Un recente studio condotto dall’Università di Nuova Delhi si è concentrato sulle posizioni yoga che comportano movimenti di apertura del corpo laterale o all’indietro, suggerendo che potrebbero avere proprietà antietà. È stato dimostrato che queste posizioni, che enfatizzano il movimento del diaframma e l’espansione del respiro, migliorano notevolmente l’ossigenazione in tutto il corpo e riducono la formazione di radicali liberi che contribuiscono all’invecchiamento cellulare. Si raccomanda quindi di incorporare nella routine quotidiana di ognuno esercizi di yoga mirati, volti a rilassare e rafforzare il diaframma. Così facendo, il respiro diventa più profondo e completo, fornendo un maggiore apporto di ossigeno a tutti i tessuti del corpo.
Una respirazione ampia e completa si traduce in un metabolismo cellulare più attivo e si ripercuote sulla salute di tutti gli organi, con effetti funzionali ma anche estetici: ad esempio il tessuto cutaneo appare più compatto e lucente, e si riducono gli inestetismi della cellulite, che è figlia di un metabolismo cellulare rallentato e di un accumulo di tossine. Non bisogna dimenticare che nelle posizioni yoga in apertura i movimenti ampi del diaframma massaggiano anche gli organi addominali, stimolando ad esempio il fegato e la milza, che svolgono un’importante azione detox sull’organismo. Oltre che dall’apporto di ossigeno, i benefici antietà del training dipendono anche da un fattore endocrino, perché questi asana stimolano la produzione di endorfine, sostanze che regolano l’umore e contrastano ansia e tensioni, ed è noto quanto anche la riduzione dello stress emotivo incida positivamente sulla produzione di radicali liberi. Ma non è tutto. L’afflusso di sangue più ossigenato rende più efficiente e pronto anche il cervello. Gli asana che aprono il respiro rendono immediatamente più reattive e accrescono la lucidità mentale.
Una routine riossigenante dovrebbe essere integrata nella propria vita quotidiana come un “rituale” sacro. L’uso del termine “rituale” non è arbitrario, poiché si allinea con le credenze e le pratiche di varie tradizioni mediche e filosofiche orientali. Queste tradizioni spesso sottolineano l’importanza di impegnarsi in rituali sacri per un periodo consecutivo di 21 giorni, incoraggiando le persone a ripetere determinate pratiche o gesti in modo coerente. Il ragionamento alla base di questi precetti può potenzialmente essere spiegato attraverso lo studio della neurofisiologia, in particolare della neuroplasticità. La neuroplasticità si riferisce alla capacità del cervello di modificare la propria struttura, comprese le risposte e i meccanismi di controllo, in base alle esperienze. Attraverso la ripetizione costante, la routine riossigenante diventa gradualmente una pratica naturale e automatica che non richiede più sforzi significativi. In effetti, può persino trasformarsi in una forma di dipendenza. In sostanza, se ci si impegna a praticare la routine yogica per alcune settimane, questa ha il potenziale per trasformarsi in un’abitudine sana che favorisce sia la bellezza fisica che la salute e il benessere generale.
Quando si tratta di esercizi di respirazione, un’opzione da cui puoi iniziare è la pratica regolare della respirazione yogica completa. Questo tipo di respirazione ci permette di fare respiri profondi, mantenendo un ritmo costante e silenzioso, fondamentale per il nostro benessere generale. Sebbene l’inspirazione sia spesso vista come la fase attiva della respirazione e l’espirazione come la fase passiva, in realtà entrambe le fasi sono ugualmente importanti nella respirazione yogica completa e dovrebbero essere affrontate con consapevolezza. Secondo Swami Sivananda, incorporare la respirazione yogica nella nostra routine può portare numerosi benefici. Rafforza e migliora la nostra salute fisica, aiutando nella perdita di peso e donando al nostro viso una luminosità radiosa. I nostri occhi diventano vivaci e c’è un’aura speciale che emana da tutto il nostro essere. La digestione diventa più facile, il nostro corpo si libera delle tossine e la nostra mente raggiunge uno stato di tranquillità. Gli asana a loro volta, si concentrano in modo specifico sulla cassa toracica, lavorando per allungare i muscoli del torace e delle costole. Aiutano a rilassare il diaframma e a regolare la respirazione, determinando un respiro più aperto e profondo. Inoltre, queste posizioni stimolano la colonna vertebrale, migliorandone la flessibilità e favorendo continuamente l’apertura della gabbia toracica. Incorporando la respirazione yogica completa nella nostra pratica, non solo liberiamo il corpo dalle tossine attraverso una maggiore ossigenazione, ma purifichiamo anche la mente. La combinazione di respirazione profonda e asana crea un equilibrio armonioso all’interno del sistema nervoso, prevenendo sentimenti di ansia, irrequietezza, insonnia e stanchezza fisica e mentale in generale. Questa tecnica apre efficacemente la gabbia toracica, garantendo un’ossigenazione ottimale degli organi interni e delle cellule del corpo. Attraverso questa forma intenzionale di respirazione, viene attivato il sistema nervoso parasimpatico, portando ad un profondo senso di tranquillità interna. Concentrandoci consapevolmente sul respiro, acquisiamo la capacità di gestire meglio i momenti di ansia e di affrontare varie situazioni con un elevato senso di consapevolezza mentale.