mercoledì 16 luglio 2025

ATTACCO DI PANICO

COSA SUCCEDE NEL CERVELLO E PERCHE' CI TRAVOLGE

(fonte Gazzetta dello Sport)

L’attacco di panico arriva senza preavviso. A volte, senza una causa identificabile. È l’inizio di un incubo incomprensibile che deve essere indagato. Rita Lombardi, psicoterapeuta analitica bioenergetica spiega in cosa consiste, gettando luce sulla parte più oscura di noi stessi. 

Attacco di panico: cosa succede al cervello e come agisce—  Tutto parte dal cervello. L’esperta ne descrive attentamente le dinamiche. “Durante un attacco di panico, il cervello invia una risposta di lotta, fuga o congelamento innescata dall’amigdala, una struttura cerebrale coinvolta nell’elaborazione delle emozioni, soprattutto la paura. Questa risposta porta l’attivazione del sistema nervoso autonomo, causando una serie di cambiamenti fisici intensi. L’amigdala percependo una minaccia, invia segnali di allarme all’ipotalamo, un’altra area del cervello che coordina le risposte fisiologiche. E l’ipotalamo attiva il rilascio di ormoni dello stress come il cortisolo. Contemporaneamente vi è il coinvolgimento della corteccia prefrontale, responsabile del pensiero razionale. Questa può essere sovraccaricata e avere difficoltà a controllare le emozioni, stimolando la sensazione di perdita di controllo. Si verificano, inoltre, cambiamenti nei livelli dei neurotrasmettitori come serotonina, dopamina e noradrenalina, che influenzano l’umore e le emozioni”. 

Come reagisce il corpo—  Le attivazioni cerebrali sono invisibili finché non arrivano le risposte fisiche. Tutte queste dinamiche interne, infatti, si traducono in una reazione corporea: “Il cuore batte più velocemente, il respiro diviene affannoso, si alza la temperatura interna e si suda; in pratica - spiega Rita Lombardi - il corpo si prepara ad affrontare una potenziale minaccia. I muscoli possono tremare e si può avvertire una sensazione di debolezza o instabilità. In alcuni casi, a tutte queste spiacevoli sensazioni, si possono aggiungere nausea, dolori addominali o altri disturbi allo stomaco. La persona colpita dall’attacco di panico può sperimentare, inoltre, una sensazione di derealizzazione o depersonalizzazione”. 

Come viene vissuto dalla mente—  Tutti questi cambiamenti fisici sono una risposta assolutamente naturale del corpo alla paura, ma durante un attacco di panico si verificano in modo improvviso e intenso. A volte senza un perché. “Di solito - sottolinea l’esperta - dopo il primo attacco di panico, si è portati a pensare che si ripeterà. Di qui, un perenne stato di malessere, di agitazione e di irrequietezza. Si tende a vivere, insomma, con un intenso tormento interiore che fa emergere una forte ansia anticipatoria. La paura della paura”. 

La risposta della psicoterapia—  Dove affonda le sue radici l’attacco di panico? “In psicoterapia, in base alla teoria dell’attaccamento, vi sono varie ipotesi di cui si tiene conto. Alcuni pazienti con tali disturbi - testimonia la psicoterapeuta - potrebbero aver avuto un problematico stile di attaccamento con la figura genitoriale, di solito di tipo preoccupato, e non sono in grado di gestire né la separazione, né l’attaccamento. Altri potrebbero aver sperimentato, durante l’infanzia, un forte affidamento sulla protezione dei genitori, per poi rendersi conto che mamma e papà non sono in grado di proteggerli e rassicurarli in ogni istante. Questo provoca un grande senso di inadeguatezza, che viene proiettato sui genitori, percepiti come inaffidabili”. 

Traumi—  Un attacco di panico può essere innescato anche da un evento traumatico. In questo caso si parla di disturbo post traumatico da stress. Che cosa succede? “La risposta - chiarisce Rita Lombardi - è sempre la stessa. Riguarda principalmente tre fattori: il rivissuto, gli incubi e i pensieri intrusivi relativi al trauma. Si evitano luoghi, persone o situazioni che rievocano il trauma, si prova difficoltà di concentrazione e si vive in uno stato di maggiore irritabilità. Frequenti i disturbi del sonno. La parola chiave è iperattivazione. Dopo un evento traumatico, infatti, non serve trovarsi nella medesima situazione che ha generato uno shock per avere un attacco di panico. Basta un forte rumore, uno spintone. Qualunque cosa che sfugge al nostro controllo è capace di farci scattare, perché la nostra soglia dello stress è più alta. Siamo in allerta. Viviamo nella paura”. 

Soluzione—  L’attacco di panico, non si autorisolve. Va affrontato nelle sue cause. “Possono essere molteplici - avvisa l’esperta - e con sintomi gravi. Bisogna affrontarli in una terapia dove si lavora su vari livelli. Personalmente essendo una terapeuta analitica bioenergetica lavoro sia sugli aspetti cognitivi sia su quelli relazionali, indagando sulle cause profonde dell’innesco dell’attacco di panico: lo stile di attaccamento del paziente, un eventuale trauma, il suo adattamento alla vita quotidiana, e gli aspetti corporei. È importante lavorare anche sul respiro e sui blocchi muscolari che imprigionano le emozioni più forti coinvolte nell’attacco di panico”.

 

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