(fonte Libero)
Tra le mete imperdibili per chi visita Sintra e dintorni, ce n’é una che ha il potere di lasciare il segno nella memoria e nell’anima di chi lo raggiunge: si tratta del promontorio Cabo da Roca, sferzato dal vento e dalle onde dell’oceano Atlantico. È un confine fisico e simbolico, il punto esatto dove l’Europa termina dinanzi all’infinito del mare. Non è un caso che il poeta portoghese Luis Vaz de Camões abbia voluto immortalare tanta bellezza con le parole: “Aqui… onde a terra se acaba e o mar começa”. Qui, davvero, la terra finisce e il mare comincia.
Il fascino di un confine tra mondi
Il Cabo da Roca si trova a 38º 47′ di latitudine nord e 9º30′ di longitudine ovest. Le coordinate geografiche non sono solo un dato per appassionati di carte nautiche: sono incise su una stele di pietra che domina il promontorio, come a ribadirne la rilevanza simbolica. Chi arriva fino a qui riceve anche un certificato, una sorta di piccolo trofeo che attesta il passaggio al punto più occidentale del continente europeo. Il panorama che si apre davanti agli occhi è a dir poco spettacolare. Da un’altitudine di circa 140 metri a strapiombo sull’Atlantico, lo sguardo spazia dalla Serra de Sintra fino a perdersi tra le onde e il cielo. La forza della natura si manifesta in tutta la sua potenza: il vento non smette mai di soffiare, le scogliere si ergono austere e minacciose, il mare si infrange senza sosta contro la roccia.
Il faro nella solitudine dell’oceano
Tra gli elementi che rendono il Cabo da Roca subito riconoscibile spicca il suo faro, una costruzione solitaria e affascinante che ha mantenuto intatta nel tempo la propria funzione. Realizzato nel 1772, anche se le forme attuali risalgono al 1842, il faro, con gli inconfondibili colori bianco e rosso, si erge a 165 metri sopra il livello del mare. La sua luce, visibile fino a 50 chilometri di distanza, continua a guidare i naviganti lungo le coste selvagge. Un tempo abitato, oggi è gestito da guardiani che vegliano sul confine tra terra e oceano. Il silenzio è interrotto soltanto dal fragore del mare che si infrange sugli scogli sottostanti ed è facile capire perché Cabo da Roca venga spesso descritto come un luogo capace di riportare a uno stato primordiale di ascolto e contemplazione.
Natura selvaggia e bellezza indomita
Il paesaggio che avvolge il promontorio ha conservato un carattere rude e incontaminato. Non vi sono comodità turistiche ma solo una caffetteria, un piccolo negozio di souvenir (dove si può acquistare il celebre certificato di visita) e alcuni sentieri che si perdono verso spiagge nascoste e selvagge, raggiungibili a piedi lungo sentieri che costeggiano la scogliera. Il Cabo da Roca è anche parte integrante del Parco Naturale di Sintra-Cascais, un’area protetta che conserva intatti gli ecosistemi marini e terrestri che convivono lungo il tratto di costa. I sentieri che si snodano tra le rocce e la vegetazione brulla sono perfetti per chi ama scoprire angoli remoti lontani dalle folle e cerca quel contatto diretto e quasi spirituale con la natura. Non c’è fotografia o racconto che possa davvero rendere giustizia a ciò che si prova affacciandosi sulla scogliera del Cabo da Roca. È un’esperienza che va vissuta in prima persona, con tutti i sensi in allerta. Il vento che sferza il volto, il profumo del mare, il suono perpetuo delle onde, la vista sconfinata che si perde all’orizzonte: tutto concorre a creare un’emozione che non si dimenticherà mai.