Il termine “burnout” significa letteralmente “bruciato” e descrive la sensazione di esaurimento totale, sia fisico che mentale, causata da stress cronico legato all’attività lavorativa. La psicoterapeuta e psicologa clinica Laura Corsi di MioDottore.it spiega: “Il burnout è una grave sindrome di esaurimento professionale che va oltre la semplice fatica. Non basta riposare un giorno per recuperare: spesso servono settimane o mesi di trattamento e riabilitazione delle proprie abitudini”. Non si tratta quindi di un problema passeggero, ma di una condizione che può minare seriamente la salute e la qualità della vita.
SINTOMI DEL BURNOUT— Il burnout si manifesta in modi diversi, ma i segnali più comuni includono:
stanchezza cronica e difficoltà a ricaricarsi
calo di concentrazione e memoria
sensazione di distacco dal lavoro e perdita di motivazione
irritabilità, ansia, insonnia
dolori fisici come mal di testa o disturbi gastrici
Il rischio maggiore è ignorare questi sintomi, scambiandoli per “normale stress”.
CAUSE PIÙ COMUNI— Il burnout nasce da un accumulo di fattori:
carichi di lavoro eccessivi e obiettivi irrealistici
assenza di pause e ferie vere
mancanza di riconoscimento professionale
difficoltà nei rapporti con colleghi o superiori
isolamento e impossibilità di delegare
Come spiega la dottoressa Corsi, "il burnout è il risultato di un contesto lavorativo compulsivo che erode progressivamente le risorse emotive e cognitive. Non è un problema di forza di volontà, ma di equilibrio".
Prevenire il burnout significa agire prima che il corpo e la mente “collassino”. Ecco le strategie principali suggerite dalla dottoressa Laura Corsi:
Stabilire le priorità - La salute, la famiglia e il benessere psicologico vengono prima del lavoro. Imparare a dire “no” e a distinguere gli obiettivi realistici da quelli irraggiungibili riduce la frustrazione e protegge dall’esaurimento. “Pensaci quando rinunci a una cena in famiglia per restare in ufficio: il lavoro può aspettare, le relazioni e la salute no” ricorda la dottoressa Corsi.
Gestire il tempo - L’organizzazione è il centro della prevenzione. Delegare, lavorare in squadra e pianificare compiti fattibili permette di non farsi travolgere. Accettare solo le richieste compatibili con il tempo disponibile è un atto di tutela personale e professionale. “Insistere nel gestire tutto da soli non fa bene né al team né a voi stessi. Così facendo vi affaticate e vi isolate da chi potrebbe capirvi meglio”.
Pianificare le pause - Una pausa non è tempo perso, ma tempo guadagnato. Staccare davvero significa non portarsi dietro lo smartphone aziendale o la casella email anche in vacanza. Allo stesso modo, durante la giornata lavorativa, brevi momenti di decompressione aiutano a mantenere lucidità e concentrazione. Il weekend dovrebbe rimanere uno spazio sacro: due giorni di riposo servono al corpo e alla mente per rigenerarsi.
Molti pensano che per fare carriera serva sacrificare sonno, tempo libero e relazioni. In realtà, spiega Corsi, “un aumento di stipendio non serve a nulla se a rimetterci è la tua salute”. La produttività a lungo termine nasce dal riposo, non dal superlavoro.
QUANDO CHIEDERE AIUTO— Se i sintomi diventano persistenti e invalidanti, è fondamentale non sottovalutarli. Rivolgersi a uno psicologo o a uno psicoterapeuta può fare la differenza nel percorso di recupero. In parallelo, può essere utile confrontarsi con il medico del lavoro o con il reparto HR per rinegoziare carichi e orari. Non è un segno di debolezza, ma di consapevolezza.
Il burnout è la malattia silenziosa del lavoro moderno. Non colpisce all’improvviso, ma cresce lentamente fino a sopraffare corpo e mente. Per questo la prevenzione è la strategia più efficace: stabilire priorità, gestire il tempo e concedersi pause reali sono azioni semplici, ma decisive. La sfida non è resistere a ogni costo: è imparare a fermarsi prima che sia troppo tardi.
Cos’è il burnout?
Il burnout è una sindrome da esaurimento legata allo stress cronico sul lavoro. Provoca stanchezza mentale, fisica ed emotiva e può richiedere mesi di recupero.
Quali sono i sintomi del burnout?
I sintomi più comuni sono stanchezza costante, difficoltà di concentrazione, perdita di motivazione, ansia, irritabilità, insonnia e dolori fisici come mal di testa o disturbi gastrici.
Chi rischia di più il burnout?
Possono soffrirne manager, insegnanti, operatori sanitari, impiegati e freelance. In generale, chi lavora con carichi eccessivi, scadenze strette e senza pause adeguate è più esposto.
Come si può prevenire il burnout?
Stabilendo priorità realistiche, gestendo meglio il tempo, delegando compiti, pianificando pause vere e mantenendo un equilibrio tra vita privata e lavoro.
Il burnout è curabile?
Sì. Con il giusto supporto psicologico e una riorganizzazione delle abitudini lavorative è possibile recuperare. Nei casi più gravi può essere necessario un periodo di terapia.
Quando bisogna chiedere aiuto?
Se i sintomi diventano persistenti e limitano la vita quotidiana, è importante rivolgersi a uno psicologo o psicoterapeuta, e parlarne anche con il medico del lavoro o l’HR aziendale.