lunedì 19 aprile 2021

INTERVISTA A SERGIO RAMOS

IL TORERO DEI RECORD

di Michele Antonelli (fonte Gazzetta dello Sport)

La fotografia è in una frase. "Il calcio si è evoluto a livello fisico, i miei 34 anni sono i 28 di dieci anni fa e mi sento più forte, più veloce e con più esperienza". Sergio Ramos, capitano del Real Madrid e della Spagna, parla chiaro da sempre. Costanza, dedizione e allenamenti monstre gli hanno messo in testa l’obiettivo: "Credo di poter arrivare al Mondiale in Messico del 2026. Sarei l'unico giocatore a disputarne 6 e avrei 40 anni, ma sarei ancora utile…". Sfida lanciata?

STORIA IN SCADENZA - Le dichiarazioni - tuttaltro che provocatorie - sono state rilasciate qualche settimana fa a Chatting Quietly, format Twitch di Ibai Llanos, famoso personaggio web spagnolo. Il difensore, in scadenza di contratto col Real, ha dato segnali al futuro con un occhio al presente. La fascia da capitano dei Blancos (e della Roja) è sul suo braccio da anni e dei titoli vinti si è perso il conto. Il momento in cornice porta la data del 24 maggio 2014. Flashback. Stadio da Luz di Lisbona, finale-derby di Champions League contro l’Atletico Madrid. In bacheca manca quella coppa, la fatidica "Decima" diventata con gli anni un’ossessione. Al minuto 93 Colchoneros avanti: 1-0, sembra finita. Calcio d’angolo allo scadere, spunta Ramos. Colpo di testa, 1-1 e chiusura dei giochi rinviata ai supplementari per la valanga Real (4-1 il risultato definitivo). Forse la rete più importante della carriera, ma non l’unica perché i sigilli finora sono 106. Niente di strano, per uno che ha rivoluzionato un ruolo con esplosività, tecnica e forza fisica, abituando i tifosi a gol di ogni tipo.

TESTA E GAMBE… - Oggi, dopo tante vittorie, l’attesa è per il rinnovo: "Sono tranquillo, la mentalità fa la differenza nella quotidianità e curo molto il mio corpo". Fino a farlo diventare, con gli anni, una macchina perfetta: "Credo che lascerò il calcio per una questione mentale, non fisica". Per la conferma ci sarà da aspettare, ma non si può dire che l’andaluso si trascuri. A documentarlo il profilo Instagram, ricco di video di allenamenti e sedute in palestra . Il workout più sponsorizzato? Il leg day. Dal tapis roulant in velocità agli affondi in camminata con bilanciere in spalla, il difensore spinge al massimo in ogni sessione. Dopo la positività al coronavirus, soltanto qualche giorno fa l’ultimo flash con stacchi da terra, accompagnato da un’iconica didascalia: "Qualcuno ha detto virus? Torneremo, senza dubbio". Poi focus sui polpacci (ancora con bilanciere), hip thrust e leg extension in isometria, sollecitando una gamba alla volta per muscoli in HD.

… MA NON SOLO -Il supertatuato asso del Real è ormai noto per un fisico da palestrato , che passa per un addome d’acciaio e una muscolatura plasmata dal dorso alle spalle, dalle braccia ai pettorali. Per insistere sull’area del core ci sono plank dinamici e serie con l’Ab wheel, mentre trazioni e dip con carico spostano il focus su dorsali e tricipiti. Tanti anche i lavori con kettlebell (per potenziare resistenza muscolare e cardiovascolare), TRX e tavole propriocettive, utili tra le altre cose a migliorare l’equilibrio. E ad accompagnare? Musica in sottofondo, dal "Work hard, play hard" di Wiz Khalifa ai successi di Eminem e Kanye West.

"TORERO" DA RECORD - Tra campo e palestra, oggi la testa pensa a nuovi record come la sesta partecipazione alla Coppa del mondo con la Roja, nonostante ne manchi ancora una quinta. Come il collega Ronaldo , lo spagnolo presta da tempo massima attenzione all’attività fisica extra-campo per allungare al massimo la carriera. Un paradosso, per uno che da bambino voleva fare il torero e diventato il numero 1 delle Furie Rosse per presenze (180) e il secondo giocatore più vincente (a pari merito con Marcelo) della storia delle Merengues (22 trofei). Destino forse, ma in Spagna - almeno per ora - ringraziano.

 

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