sabato 17 aprile 2021

SAMUS ARAN

LA CACCIATRICE DI TAGLIE SEMPRE IN CERCA DI PIRATI

L’idea che il protagonista di un videogioco possa essere indipendentemente maschio o femmina è ormai abbastanza sdoganata, nonostante qualche tempo fa circolassero ancora notizie circa grossi studi di sviluppo che ritenevano la scelta di una lei al comando come "un rischio". A ogni modo, qualunque sia il punto in cui siamo oggi, non saremmo riusciti ad arrivarci se, nel 1986, Samus Aran non si fosse tolta l’esoscheletro rivelando la propria identità a un pubblico incredulo, in Metroid.

Nel corso dello sviluppo del primo capitolo della saga, tanti elementi finirono nel calderone imbastito da Nintendo. Ovviamente l’ombra ingombrante di Mario non poteva che estendersi anche su questo progetto, che mirava a ricreare (almeno in parte) la componente platform del celebre videogioco, implementando però al suo interno elementi esplorativi e rompicapo (come quelli già visti, al tempo, in The Legend of Zelda). Le opere fantascientifiche più celebri del periodo hanno giocato un ruolo altrettanto fondamentale nella formazione di questo videogioco – una su tutti, Alien (Ellen Ripley è stato, ad esempio, un modello di riferimento per la neonata Samus). La protagonista è nata dalla mente di Makoto Kano, mentre il suo design lo dobbiamo a Hiroji Kiyotake. Ma l’idea di rendere la figura centrale del gioco una donna la dobbiamo a un membro del team di sviluppo non meglio specificato – stando al racconto di uno dei padri della serie, Yoshio Sakamoto, la proposta è stata buttata sul tavolo con una certa leggerezza ed è stata immediatamente votata a maggioranza dal gruppo. In un mondo videoludico in formazione, ma già pieno di storie espedienti narrativi come la damigella in difficoltà per dare il via all’azione (giusto per tirare ancora una volta in ballo Mario e Link), Samus Aran era una forza della natura che spingeva in direzione contraria. L’idea di rivelare il suo genere soltanto alla fine del gioco è stata, in questo senso, particolarmente brillante: gli sviluppatori hanno lasciato che i giocatori dessero per scontato che all’interno dell’armatura si trovasse un uomo – e il libretto delle istruzioni utilizzava con attenzione pronomi maschili per gettare benzina sul fuoco – per poi dichiarare, alla fine, che quelle azioni straordinarie non erano appannaggio esclusivo dei maschietti. Nonostante Samus, privata della tuta in quel finale, mostri una mise non proprio elegante e la versione Tuta Zero abbia posto un accento sull’aspetto estetico della cacciatrice di taglie, gli sviluppatori si sono generalmente dimostrati attenti a mantenere la protagonista della serie Metroid lontano dall’oggettificazione sessuale che ha investito molte figure femminili nel mondo dei videogiochi. Samus Aran è caratterizzata dalla sua capacità di padroneggiare le numerose abilità straordinarie dell’esoscheletro che indossa. Metroid è uno dei primi, grandi esempi di videogioco nel quale il protagonista, mano a mano che procede nell’avventura, guadagna nuovi strumenti in grado di aprire porte e passaggi prima inaccessibili. Dietro una di queste abilità – forse la più celebre – si nasconde un altro dei casi in cui della necessità si è fatto virtù, durante lo sviluppo del videogiochi. Samus è infatti in grado di assumere una forma del tutto sferica, grazie all’armatura, rotolando in passaggi stretti altrimenti inaccessibili: questa opzione è stata aggiunta anche perché comportava assai meno sforzo rispetto a un gattonamento “qualsiasi”. Oltre alle apparizioni nella saga Metroid, abbiamo avuto modo di trovare Samus Aran (con e senza armatura) in vari capitoli della serie Super Smash Bros. e in molti altri titoli Nintendo, come Super Mario RPG o Kirby Super Star. Oltre ai videogiochi, Samus è anche presente nella serie di fumetti ispirata al cartone Un videogioco per Kevin - Captain N. Inoltre, in Monster Hunter 4 Ultimate era possibile far indossare al proprio cacciatore l’armatura di Samus!

 

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