martedì 14 dicembre 2021

QOYA

QUANDO LA DANZA SI FONDA CON LO YOGA

di Sabrina Commis (fonte Gazzetta dello Sport)

La soluzione per chi non ama le palestra, i circuiti impostati e ripetitivi, i corsi dance e pensa che lo yoga sia noioso e faccia sbadigliare. “Si chiama Qoya, l'alleanza di movimento e meditazione - spiega Elena Buscone, trainer, insegnante di yoga e pilates. A metà tra danza e yoga questa disciplina dolcissima nata negli Stati Uniti sta conquistando sempre più seguaci”.

Le origini. “Nel 2009, l'americana Rochelle Schieck, insegnante di danza e yoga che ha studiato con i Q'eros, gli sciamani delle Ande in Perù, ha sviluppato questo metodo vario e affascinante. Tutto comincia dal desiderio di creare un allenamento in cui si è più interessati a ciò che sentiamo che alla perfezione del solo gesto tecnico. Le lezioni di Qoya sono rivolte sia alle donne sia agli uomini. L'obiettivo? Abbandonarsi, lasciarsi andare, conoscere il proprio io interiore attraverso il movimento, svuotare la mente, ricollegarsi con la parte profonda, vivere e apprezzare il proprio corpo ”.

I punti essenziali

“Non esistono mosse giuste e sbagliate. Diamo solo voce al corpo. La guida è lui. Con o senza musica, favoriamo i movimenti circolari, con la testa, i polsi, le braccia, il bacino, i fianchi, le ginocchia, le caviglie”.

Respirazione. “E’ la porta di accesso immediata al sentimento, permette di eludere l'intelletto. Inspiriamo alzando le braccia al cielo e le lasciamo scendere di nuovo quando espiriamo. Immaginiamo di essere idealmente nella natura , o su una spiaggia, con il mare che fa da colonna sonora ”.

Scuotiamoci. Il punto focale di Goya è l'agitazione di ogni parte del corpo. A livello fisico e energetico, questo provoca un “reset del corpo”. È una tecnica davvero potente, rilassa articolazioni, muscoli, legamenti e tendini,stimola gli organi e il sistema linfatico, libera le emozioni. È sufficiente scuotere per 10 secondi la gamba destra, 10 la sinistra, i fianchi, lo stomaco, il petto, le spalle, le braccia e le mani. Poi tutto il corpo per un minuto, urlare se si hai voglia, liberare energia. In alternativa rideremo e non c'è niente di più liberatorio di una risata”.

 

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