mercoledì 26 gennaio 2022

SCUOLA ABBANDONATA DAL GOVERNO

PROF ASSENTI, AULE GHIACCIATE, CONNESSIONI INTERNET CONGESTIONATE. QUASI UN DISASTRO NELLE SCUOLE ITALIANE

(tratto da Orizzonte Scuola)

Non ci sarà stato il disastro immaginato da molti (ma quasi)  ma le prime settimane di scuola del 2022 – che il Governo ha voluto a tutti i costi in presenza – sembrano essere comunque state una vera corsa ostacoli. La lista dei disagi segnalati dagli studenti è davvero cospicua: prof assenti, quarantene, mascherine FFP2 da pagare di tasca propria, connessioni Internet scolastiche scadenti, freddo polare in classe e mezzi sovraffollati. O almeno così raccontano i 3mila alunni di scuole medie e superiori intervistati dal portale Skuola.net negli scorsi giorni. Si va a scuola, sì, o almeno ci si prova, contagi permettendo. Ma non è detto che si riesca a fare lezione. Perchè uno dei principali problemi dall’inizio dell’anno è legato ai casi di positività (o alle quarantene) tra il corpo docente che, ancora più di quelli registrati tra gli studenti, mettono in crisi il corretto andamento della didattica. Oltre 1 ragazzo su 2, infatti, afferma che in queste settimane come minimo un professore è stato assente a causa del Covid (al Nord si sfiora il 60%); mentre il 12% ha dovuto fare a meno dell’insegnante di ruolo per altri motivi. Alla fine, poco più di un terzo (36%) ha avuto tutti i prof “titolari” a disposizione.

Una situazione che, se il sistema di sostituzione con i supplenti funzionasse a dovere, non creerebbe troppi disagi. Peccato che non sia così. Laddove almeno un docente è mancato, solo il 15% non ha dovuto saltare neanche un’ora di lezione avendo immediatamente a disposizione un sostituto. Tutti gli altri hanno avuto destini differenti. E se per il 49% le ore di “buco” sono state limitate, il 36% ha saltato gran parte o addirittura tutte le ore di lezione che avrebbe dovuto fare il professore assente. La situazione quarantene appare critica anche sul fronte dei contagi tra gli studenti: al termine della settimana appena passata, ad esempio, almeno secondo quanto riportato dal campione intervistato, a poter teoricamente fare lezione con la classe tutta in presenza – quindi con nessuno positivo al Covid o in isolamento – era appena 1 alunno su 5. Al Sud va leggermente meglio: gli studenti in una classe Covid free sono 1 su 4.  Ma il dato rappresentato è particolarmente effimero: con i protocolli e l’andamento dei contagi attuali è più facile vincere al lotto che prevedere come si svolgerà la didattica il giorno successivo.

Nelle ultime due settimane la stragrande maggioranza degli studenti  (66%), invece, ha avuto almeno un compagno che è stato costretto a seguire da casa. Tutto questo in un contesto che vede quasi la metà degli studenti (48%) lamentare ancora problemi di connessione in classe, che impediscono di allestire una buona Didattica digitale integrata, con alcuni alunni in presenza e altri “a distanza”. Una condizione comunque migliore della restante parte – circa 1 su 10 – per i quali pare si sia dovuto ricorrere all’attivazione del protocollo anti-contagio, mettendo l’intera classe in Dad. Strettamente connessa al tema quarantene è poi la “lotteria” dei tamponi, a cui gli studenti devono sottoporsi per via dei protocolli oppure per ragioni di sicurezza personale quando si verificano casi di positività nel gruppo classe. Dall’inizio dell’anno scolastico, circa 1 studente su 4 riporta di aver dovuto effettuare  almeno un test al mese.  A cui va aggiunto quel 10% che dice di aver perso il conto per quanti ne ha fatti. A qualcuno altro (34%) è capitato meno di una volta al mese. Solo il 30%, fino a questo momento, è riuscito a salvare le proprie narici dalla profanazione diagnostica.

Normale che, con un quadro del genere, un fattore dominante sia la paura. Quella che sta portando la maggior parte degli alunni a volersi proteggere al massimo quando sono a scuola. Così anche se i protocolli impongono l’obbligo della mascherina FFP2 solo a partire dalla prima positività nel gruppo classe, sono in molti ad usarle spontaneamente: il 46% degli intervistati racconta che la maggior parte dei compagni le utilizza, a cui si aggiunge un ulteriore 38% in cui il maggior livello di protezione è d’uso comune. Con buona pace delle mascherine chirurgiche acquistate dalle scuole e che continuano a essere distribuite prevalentemente in classe secondo il 16% dei partecipanti all’indagine. Ciononostante, i ragazzi si dividono sull’ipotesi di estendere l’obbligo di Green Pass anche per loro: a essere d’accordo sono “solo” 2 su 3. L’arma principale con la quale si combatte il virus a scuola è soprattutto quella dell’apertura costante delle finestre: così tra impianti di riscaldamento deficitari e mancanza di sistemi di trattamento dell’aria – lusso disponibile solo per il 5% della popolazione scolastica – il freddo la fa da padrone. Solo 1 studente su 10 si dichiara soddisfatto del comfort termico in aula. Fortuna che sui mezzi pubblici ci si può riscaldare stando vicini: per il 70% degli studenti costretti a farne uso – circa la metà di quelli intervistati – il sovraffollamento è una costante. Come pure il mancato rispetto delle regole: solo 1 su 3 dice che ora a bordo tutti indossano la mascherina FFP2, diventata obbligatoria da inizio anno anche sul trasporto pubblico locale. Quanto basta per comprendere le ragioni di quelli che hanno direttamente rinunciato a prendere i mezzi pubblici per il tragitto casa-scuola: tra chi attualmente non li usa, infatti, oltre 1 su 10 era un vecchio utente che però ha smesso proprio parallelamente all’aumento dei contagi.



 

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