martedì 8 febbraio 2022

CATANZARO CITTA'

PROTESTE DEI LAVORATORI PRECARI e VISITE SPECIALISTICHE SOLO NEL 2024!!! ED OCCHIUTO PENSA AI VACCINI O ALLE FAVOLE

(articolo tratto da Catanzaro Informa)

La strada statale 106 – direzione Catanzaro all’altezza del bivio dove da un lato si va verso autostrada e dall’altro strada interna –  è, al momento, bloccata a causa della protesta che vede centinaia di precari in prossimità della cittadella regionale.  I lavoratori hanno, infatti,  bloccato la rotatoria lungo la strada di ingresso alla cittadella regionale.

Una visita specialistica prenotata per la primavera del 2024. E’ quanto accaduto ad un paziente del dottor Nanci Giacinto (associazione MEDIASS medici di famiglia a Catanzaro) che, in una nota, spiega quanto accaduto: “Un mio assistito è stato prenotato per una visita specialistica di controllo non in primavera 2022 o del 2023 ma del 2024 (ometto giorno esatto numero prenotazione e tipo di visita per problemi di privacy). Eppure si trattava di visita specialistica di controllo per terapie già iniziate”.

“Inoltre – si legge nella nota – mi hanno chiamato dei miei assistiti chiedendomi aiuto per risolvere un problema che creava loro molto disagio. Avevano fatto il tampone nasofaringeo per la diagnosi di Covid e al tendone era stato detto loro di ritirare l’esito del tampone da un sito internet che gli era stato dato. Purtroppo tutti gli assistiti dopo giorni di inutili tentativi per collegarsi al sito loro indicato mi hanno chiamato ansiosi e allarmati chiedendomi aiuto. Si può immaginare quanta ansia può generare in una persona la mancanza di risposta sulla propria positività al Covid e di conseguenza su come comportarsi: persone che devono tornare al lavoro, ragazzi che devono tornare a scuola. Ebbene è avvenuto che l’informazione data agli assistiti al tendone, dove hanno fatto il tampone, era corretta il sito esiste ma non ci si può collegare perché la ASP di Catanzaro “ha dimenticato” di rinnovare la convenzione con lo stesso sito. Ancora più grave sarebbe la cosa se il rinnovo della convenzione sarebbe, come sembra, assolutamente gratuita. Ma come è possibile che in una regione, la Calabria, che ha tutta la sua sanità e anche altro commissariata possano avvenire una disattenzioni del genere e prenotazioni di visite a oltre due anni?. Infatti la sanità calabrese è commissariata fin dal lontano 2009, e in Calabria sono commissariate tutte e cinque le sue ASP e commissariati sono pure i suoi ospedali e come se questo non bastasse in Calabria sono commissariate anche le commissioni per la invalidità civile. Ma il commissariamento non dovrebbe essere sinonimo di efficienza e velocità decisionale, specialmente dopo lunghissimi anni di omnicommissariamento?. Ad aggravare il tutto si aggiunge anche il fatto, verificato personalmente, della impossibilità di trovare risposte Asp per via telefonica”.

“Ovviamente – prosegue la nota – il tutto non è il frutto della incapacità degli addetti che sappiano sono sottodimensionati rispetto ai bisogni dei cittadini per come è sottodimensionato ogni aspetto della sanità calabrese. Infatti dopo 12 anni del piano di rientro oltre al blocco del turn over degli operatori ad ogni livello sono stati chiusi più di 10 ospedali, si sono ridotti i posti letto, è triplicata la spesa sanitaria dei calabresi costretti a curarsi fuori regione, si sono allungati oltre ogni misura la date di prenotazione, quando non bloccate del tutto, delle visite specialistiche. Il tutto mentre i calabresi sono gli italiani che pagano più tasse e più accise degli altri italiani a causa del piano di rientro cioè per ripagare il presunto deficit della sanità calabrese. Deficit annuale che è perfino raddoppiato, nonostante12 anni di aumento di tasse, di accise e di tagli dovuti al piano di rientro. Tutto questo avviene perché da almeno 20 anni la Calabria ha la sua sanità sotto finanziata nonostante che tra i circa due milioni di calabresi ci sono circa 300.000 malati cronici in più che non in altri due milioni di italiani”.

“Da 20 anni – conclude – sono arrivati meno fondi proprio dove ci sono più malati ed è per questo che non son potuti bastare e si è dovuto sforare ma i governi facendo un puro calcolo economico ci hanno imposto il piano di rientro sanitario che ha come primo scopo quello di fare tagli alla sanità per fare rientrare il “presunto deficit”. Ulteriori tagli nonostante il sotto finanziamento!!. Ed è per questo che possono avvenire cose come quella che i miei assistiti mi hanno segnalato, non possiamo curare i nostri piccoli bambini malati di covid, dobbiamo curare i nostri malati cronici ogni due anni e siamo costretti a mandarli nei centri di eccellenza fuori regione quando ormai è troppo tardi, come probabilmente avverrà per il mio assistito malato cronico prenotato nel 2024 che tra oltre due anni o costerà di piu’ per essere curato oppure si complicherà a tal punto da dover emigrare nei centri di eccellenza del nord. Se si pensa che la creazione di un centro di eccellenza costa al massimo 50 milioni di euro si puo’ immaginare quanti centri di eccellenza avremmo potuto costruire in Calabria se avessimo potuto avere ogni anno le centinaia di milioni di euro in più che spetterebbero per i molti malati cronici che abbiamo in più e il miliardo di tasse in più che complessivamente abbiamo versato sempre a causa del piano di rientro. Per cui basta commissariamenti ma chiedere con forza che i finanziamenti sanitari alle regioni vengano fatti in base alla numerosità delle malattie(più soldi dove ci sono più malati come in Calabria) e sarebbe possibile farlo infatti basterebbe che in nostro governatore Occhiuto alla Conferenza Stato-Regioni (dove è regola il voto alla unanimità) si opponesse votando contro ad ogni criterio di riparto che non tenesse in conto della differente numerosità delle malattie presenti nelle diverse regioni. Sono il piano di rientro e i commissariamenti il vero problema dei malati calabresi non solo il covid, infatti dopo 12 anni di piano di rientro l’aspettativa di vita in Calabria, per la prima volta nella sua storia, invece di aumentare è diminuita ed è certificato che a parità di patologia specialmente tumorale in Calabria si muore prima che non nel resto d’Italia”.

 

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