sabato 12 marzo 2022

WWE 2K22

IL WRESTLING TORNA DIVERTENTE

di Paolo Sirio (fonte Gazzetta dello Sport)

C’è una voce nella valutazione degli incontri in WWE 2K22 che stima la “drammaticità”. Ed è proprio su questo aspetto che il titolo di Visual Concepts e 2K Games dimostra di comprendere bene la materia che maneggia, il wrestling, o comunque di farlo molto meglio di quanto non avesse fatto nelle ultime uscite. Riavvolgendo il nastro della serie, i fan ricorderanno che 2K si era presa un anno sabbatico in seguito ai grossi problemi tecnici che avevano minato in maniera praticamente irrimediabile l’edizione targata 2020. Per questo, il lancio dell’11 marzo era atteso con particolare trepidazione e un pizzico di preoccupazione per un dentro o fuori che avrebbe potuto segnare le sorti dello sport entertainment nei videogiochi.

WWE 2K22, COME NEL VERO WRESTLING —La buona notizia è che, al di là delle imprecisioni che verranno segnalate più avanti in questa recensione, WWE 2K22 torna ad essere prima di tutto un picchiaduro a metà tra simulazione e arcade che sa divertire. Gli incontri intrattengono e hanno quel tocco di “drama” che distanzia così tanto la disciplina proposta dalla federazione di Stamford da tutti gli altri. Come nel wrestling vero e proprio, che pure sembra essersi messo alle spalle i suoi momenti migliori, il gioco è pieno di interferenze e roll-up, chiusure impreviste e mai scontate, tante mosse speciali e finisher a partita, e tanti strumenti (come la meccanica del Payback) per invertire la rotta di un match che potrebbe sembrare ormai incanalato verso una vittoria o una sconfitta e che invece… I movimenti dei wrestler sul ring/palco e il flusso dell’azione sono abbastanza credibili, con buone concatenazioni tra le diverse mosse e animazioni di fattura discreta, anche se ancora con qualche rigidità e legatura di troppo. Le interfacce e i controlli vengono assimilati nel giro di pochi secondi, grazie ad una ritrovata familiarità, alla semplicità di fondo degli schemi, e all’ottimo onboarding e ai tutorial disseminati qua e là.

1V1 E DIFESA —Il gioco dà il meglio di sé nell’1 contro 1, sia che si tratti di personaggi creati ex novo, sia che al centro della scena ci siano leggende del calibro di Batista, Edge o Undertaker. Questo perché, ripescando in quella rigidità menzionata poche righe fa, i match a 3 o i Fatal Four Way e i tag sono più complessi da gestire: prevedono puntualmente l’arrivo di qualcuno che interrompa i count ed è difficile da intercettare per un sistema di squalifiche stringente, ma soprattutto per la lentezza nell’inquadrare l’obiettivo da fermare ed effettivamente colpirlo. La difesa è anch’essa ben realizzata, con sistemi di parata e contromosse intuitivi, che funzionano sempre nell’economia dello spettacolo: con la loro ottima responsività, permettono in qualunque momento di risalire la china e guadagnare del sano momentum per ricaricare (nei limiti dettati da una barra sovrastante che viene svuotata irrimediabilmente dopo tot colpi) le mosse finali e addirittura spuntarla dopo un incontro passato a prendere colpi.

BUONI O CATTIVI —Una novità di quest’anno, fuori dal ring, è la modalità La Mia Ascesa, un’autentica storia da vivere con un wrestler creato ad hoc. Il processo di creazione è abbastanza doloroso, minato da decine di caricamenti da sopportare anche su PS5, e il racconto in sé è molto basico ma, da un punto di vista puramente meccanico, è un’introduzione gustosa per gli appassionati dello show business americano. Come in un RPG, è possibile scegliere un background per il proprio personaggio, dettando ad esempio che arrivi da Hollywood o dalla MMA, e questo avrà un’influenza sui dialoghi intrattenuti nella storia, oltre che sulla costituzione del wrestler. Si possono inoltre accettare o rifiutare quest, che conferiranno punti da distribuire alle abilità del combattente e la cui riuscita o fallimento inciderà su alcuni snodi narrativi, mentre la condotta del giocatore determinerà se si tratterà di un heel o di un face. Non un lavoro particolarmente elaborato, ma di certo in un passaggio del genere WWE 2K22 dimostra di comprendere la fantasia del wrestling e di saperla impacchettare in una modalità che, con una manciata di semplici passaggi (lasciare, ad esempio, la libertà di essere buoni o cattivi), non può che esercitare un notevole fascino sui fan.

QUALCHE LIMITE RESTA —Sotto coperta, permangono dei problemi che evidenziano come il gioco sia però ancora in equilibrio precario, da un punto di vista squisitamente tecnico. Sul ring, resta la difficoltà nel gestire l’interruzione delle mosse, poiché in gran parte dei casi, quando parte un’animazione, c’è poco che si possa fare per evitare che si completino. E il comportamento dell’arbitro, che spesso fa il giro dell’arena prima di iniziare a contare, è quantomeno poco rifinito. Le entrate in scena sono perlopiù spoglie, le espressioni facciali e gli occhi sono vuoti, e i volti in generale alla media distanza possono anche sembrare ok, ma da vicino evidenziano delle imprecisioni così marcate (si noti il caso di John Cena, per fare un nome) che si fatica a spiegarsele per un prodotto basato su una licenza ufficiale. Ad onor del vero, è giusto sottolineare come alcuni personaggi siano riusciti indubbiamente meglio di altri – un esempio virtuoso è quello di Randy Orton – e una porzione cospicua del roster abbia ricevuto un upgrade imponente rispetto a WWE 2K20 ma, complice pure una gestione dei capelli lunghi complicata, la raffigurazione dei wrestler continua ad avere qualcosa che non va. A confronto con quell’uscita infausta, se non altro, non si sono riscontrati bug particolari e nell’insieme il prodotto è godibile senza grosse interruzioni di sorta, ma le corde causano qualche grattacapo di tanto in tanto, le animazioni extra ring dei personaggi sono piuttosto “scattose” e le azioni salienti a fine match si incartano spesso senza una motivazione specifica.

WWE 2K22, IL VERDETTO —Nel complesso, la naturalezza e la fluidità degli Smackdown vs Raw a cavallo tra le ere PS2 e PS3 restano irraggiungibili, ma la serie sembra essersi finalmente incamminata sulla strada giusta. L’ideale sarà arricchire il quadro generale – ci sono tante modalità ma ognuna di esse ha delle carenze strutturali, e da un punto di vista tecnico permangono dettagli che si fatica a comprendere – e snellire certe rigidità dei personaggi e dell’IA. Se volete un buon gioco di wrestling, però, WWE 2K22 è finalmente un’opzione percorribile.

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