È un borgo da fiaba tra i Più Belli d’Italia e i più suggestivi della Val Neva di cui è “sentinella” nell’entroterra del Ponente Ligure: ecco Calstelvecchio di Rocca Barbena, un assaggio di Medioevo dove il tempo sembra smettere di scorrere. La sua anima è disegnata da antiche “case fortezza” in pietra, dai tetti a terrazza e i sottotetti ad arco per l’essiccazione di funghi e fichi, unite tra loro da archi e caratterizzate dalle sagome dei forni sporgenti dove veniva cotto il pane e dalle bianche cornici alle finestre. Strette e tortuose stradine si inerpicano dal carruggio principale e conducono al Castello, cui deve il nome, simbolo e custode dell’abitato. Appena giunti al cospetto del borgo, seguendo la via dal parcheggio panoramico, si ha la sensazione di “tornare indietro nel tempo”: il primo incontro è con Piazza della Torre, cuore di Castelvecchio, spazio vegliato dalle tipiche case in pietra abbracciate l’une alle altre dove svetta anche una graziosa torre medievale. A lato della Piazza, merita una sosta l’Oratorio dei Disciplinanti, dal curioso campanile a vela, che conserva al suo interno l’affresco di Santa Maria Maddalena. Ma non solo: lo sguardo si posa poi sull’antica fontana in pietra e il portico con sedili anch’essi in pietra, il punto ideale per fermarsi e godersi la quiete del borgo medievale.
Passeggiando senza fretta lungo stretti vicoli dalla pavimentazione in ciottoli, al termine della discesa si apre uno degli scorci imperdibili di Castelvecchio: un verde prato su cui si affacciano il sagrato della Chiesa parrocchiale dell’Assunta e giochi per i più piccoli, un angolo dove rilassarsi e ammirare la visuale del Castello a protezione delle case in pietra avvolte dai rampicanti. La chiesa, dal campanile che “si fonde” con la facciata, presenta un interno barocco seppur edificata in epoca medievale. Da qui, ecco il carruggio in salita che conduce al Castello, oggi proprietà privata, che vale però la pena raggiungere per lasciarsi sorprendere dagli scorci lungo il cammino (raccolti cortili, ripide scalinate, case ristrutturate) e dal panorama che si estende a perdita d’occhio sul paese e i suoi dintorni. Infine, non lasciate Castelvecchio senza aver raggiunto il poggio su cui si staglia il Santuario della Madonna delle Grazie, risalente al XVII secolo.
Escursioni nella natura e il “Sentiero di Ilaria”
Castelvecchio, sulla Strada del Vino e dell’Olio, è meta perfetta per trekking e piacevoli escursioni nel cuore della natura del Ponente, tra boschi di castagni e folti uliveti fino a raggiungere i verdi pascoli incastonati tra le faggete a 1000 metri di altitudine. Dal borgo partono, infatti, mulattiere e sentieri, tutti ben segnalati, nel sistema ambientale del Poggio Grande. Uno su tutti, è il “Sentiero di Ilaria“, l’antica strada pedonale che porta all’altrettanto pittoresco borgo di Zuccarello, dove sono visibili le rovine del Castello dei Marchesi del Carretto dove nacque e visse la giovane Ilaria del Carretto: circa un’ora e mezza di facile camminata nella natura e nella storia. Di interesse paesaggistico sono poi le selvagge rocce della Rocca Barbena, le sorgenti del fiume Bormida e, lungo il “Sentiero delle Terre Alte“, i graziosi borghi di Toirano e di Balestrino, paese fantasma dell’entroterra.