martedì 21 giugno 2022

PSORIASI

NON SOLO MALATTIE DELLA PELLE

di Silvia Trevaini

Diversi studi hanno dimostrato che chi soffre di psoriasi corre maggiori rischi di sviluppare altre malattie. In particolare, esisterebbe uno stretto legame tra la salute della pelle, del fegato e dei reni. Più i sintomi cutanei dell’infiammazione sono seri, più aumentano le probabilità di andare incontro a “fegato grasso”, insufficienza renale e malattie oculari, respiratorie e cardiocircolatorie. Per questo è importante non sottovalutare questa malattia “multiorgano”, ma trattarla con un approccio pluridisciplinare, modificando anche gli stili di vita scorretti. La psoriasi è una malattia infiammatoria con andamento cronico recidivante, favorita da una predisposizione genetica e causata da un’alterazione del sistema immunitario, a cui possono contribuire fattori ambientali e comportamentali. Colpisce indistintamente uomini e donne di età diverse, anche se il picco dei casi si registra nella fascia di età 20-30 anni e le forme più serie si riscontrano per lo più tra i maschi. Non è risolvibile, ma si può trattare con cure mirate e personalizzate in base alle caratteristiche individuali. Provoca prurito, bruciore, desquamazioni e lesioni cutanee. È errato, però, considerarla una malattia solo della pelle. Si tratta di una condizione infiammatoria che può coinvolgere polmoni, reni, fegato, occhi, apparato cardiocircolatorio e sistema osteoarticolare e causare altre problematiche specifiche, tra cui malattie metaboliche, cardiache, obesità, diabete e ipercolesterolemia. Tra le malattie presenti contemporaneamente più spesso c’è l’artrite psoriasica, una forma di malattia infiammatoria degli arti che si associa alla psoriasi nel 30% dei casi e provoca gonfiore, dolore e rigidità alle articolazioni.

Rischio fegato e reni - La nota patologia della pelle, giocherebbe quindi un ruolo importante sull’insufficienza renale e del fegato. A dirlo i dermatologi e i biostatistici della Pennsylvania University di Filadelfia, i quali hanno scoperto risultati interessanti relativamente all’interazione della psoriasi con le patologie croniche del fegato e dei reni. Lo studio, ha analizzato 700 soggetti dai quali è emerso che chi aveva a che fare con questa malattia della pelle, aveva un rischio doppio di sviluppare malattie dei reni o del fegato. “Il pericolo quadruplica per chi è affetto da psoriasi in forma grave ovvero per soggetti nei quali la malattia ricopre oltre il 3% della pelle”. Dallo studio si evince inoltre che il rischio di malattie croniche del fegato sale con l’aumentare dell’età e nei pazienti fra i 40 e i 50 anni è stato trovato un caso di malattie croniche del fegato ogni 134 malati all’anno, mentre fra i 50 e i 60 anni di età è stato riscontrato un caso ogni 62 pazienti all’anno. L’associazione tra la malattia cutanea e le patologie renali e del fegato giunge subito dopo la recente scoperta di un’ulteriore sua relazione con malattie metaboliche e cardiache.

Come tenere sotto controllo i sintomi- La psoriasi non si può guarire in modo definitivo, ma i sintomi si possono tenere sotto controllo. Ecco come:

curandosi subito: è importante affrontare i sintomi, anche quelli leggeri. Ogni caso è diverso, dunque è meglio non affidarsi al passaparola, ma rivolgersi al dermatologo e seguire correttamente le cure prescritte. Per le forme lievi si possono applicare localmente e per brevi periodi creme, pomate, unguenti e gel dall’effetto idratante, emolliente e antinfiammatorio. Per le forme più severe esistono trattamenti che agiscono dall’interno, a base di farmaci da prendere per bocca o tramite iniezioni per spegnere l’infiammazione generale. La fototerapia ha uno scopo curativo per la forma lieve, in cui le lesioni interessano al massimo il 10% della superficie corporea. Consiste nell’esposizione a quantità controllate di luce ultravioletta dopo aver preso delle pastiglie che ne aumentano l’efficacia. Per ottenere dei risultati apprezzabili occorrono circa 3-4 sedute alla settimana per un mese e mezzo- tre mesi.

Correggere stile di vita: è importante seguire abitudini di vita che evitino il peggioramento della malattia e la diffusione dell’infiammazione. È opportuno tralasciare i cibi proinfiammatori come quelli industriali molto lavorati, ricchi di grassi, sale e zuccheri. Inoltre, andrebbe ridotto l’alcol ed evitato il fumo.

Mantenersi in forma: le cellule del tessuto adiposo producono sostanze proinfiammatorie che peggiorano la psoriasi e mettono a rischio la salute anche di altri organi.

Fare attività fisica: il movimento serve al corretto metabolismo di grassi e zuccheri. In questo modo si riducono i livelli di colesterolo e glicemia in circolo, aiutando a prevenire aterosclerosi e diabete. In più il movimento migliora l’ossigenazione dei tessuti, la motilità intestinale e quindi si facilita l’eliminazione delle sostanze di scarto dell’organismo. Infine, l’attività fisica stimola il rilascio di serotonina ed endorfine, ormoni che alleviano lo stress, quando è presente una componente psicosomatica.

Idratazione: bere a sufficienza è molto importante per chi soffre di psoriasi, in quanto contribuisce a mantenere idratata la pelle “dall’interno”; l’ideale è assumere almeno 1,5-2 litri di liquidi al giorno (non zuccherati, né alcolici), aumentando le quantità in estate, se si pratica attività fisica intensa e se si suda molto.

 Errori comuni da evitare: fumare; assumere alcolici (in eccesso); seguire una dieta sbilanciata e/o ipercalorica; sfregare le lesioni (grattandosi, usando spugne/guanti/scrub abrasivi o asciugandosi vigorosamente dopo essersi lavati); esporsi troppo al sole o a temperature troppo basse; non idratare a sufficienza la pelle; usare detergenti aggressivi; indossare indumenti in tessuti irritanti o troppo stretti; restare immersi a lungo nell’acqua; lavarsi con acqua bollente o troppo fredda.

 

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