La rivincita dell’orso ucraino, quel Mikhailo Romanchuk che negli 800 era finito sotto il podio dietro Lorenzo Galossi. Gregorio Paltrinieri non bagna con l’oro i suoi 1500 da campione del mondo ma li vive da vicecampione europeo. Senza poker come Priluko, lui che li ha vinti nel 2012, 2014 e 2016.
Agli Europei è quasi più difficile che ai Mondiali. Romanchuk si conferma re come a Budapest nel 2021, che vince in 14’36”10, Greg è secondo in 14’39”79 e bronzo per il francese Damien Joly in 14’50”86, Domenico Acerenza è quarto in 14’56”15, il tedesco ex iridato Florian Wellbrock è 5° in 15’02”51. Una finale stranissina. Greg stretto tra Wellbrock e Romanchuk dalla corsia numero 3 passa ai 200 in 1’55”32, mentre l’ucraino è più costante nella nuotata del tedesco reduce dal Covid tanto da rinunciare agli 800 vinti da Greg. Ai 400 è ancora sotto il record di Sun Yang (3’50”34 contro 3’51”50), Wellbrock molla e pensa solo a difendere il bronzo, ma non ci riuscirà fuori condizione. Ai 600 passa Romanchuk in 5’48”06. Agli 800 Greg passa a 7’45”80 ma vede ancora davanti Misha entrambe sui 58”7 per vasca. Ad un terzo di gara, Greg accusa 4 decimi di ritardo, ma ai 1100 l’ucraino non accenna a mollare e ai 1200 i secondi di gap diventano 3. Le ultime vasche sono complicate per Paltrinieri nonostante l’incitamento del numeroso e rumoroso pubblico “Gregorio, Gregorio”, e fa bene l’azzurro a non mollare mai la presa. Si vince e si perde, ma lui c’è sempre a 27 anni è ancora ininterrottamente sul podio dal 2012. La striscia continua, e resta lui il re del mondo.