sabato 19 novembre 2022

GIULIA CALCATERRA

TRA SURF E PROGETTI 

di Francesco Sessa (fonte Gazzetta dello Sport)

"Quattro mura non fanno una casa", dice Giulia Calcaterra parlando della sua nuova villa in Indonesia. "Casa sono le persone, le situazioni, gli amici, la famiglia. Mi sento a casa nel momento in cui mi trovo bene, ho i miei amici, sono accettata dai locali. Ho deciso di costruire le mie mura qua in Indonesia per via delle relazioni che ho costruito negli anni". La nuova sistemazione di Giulia è nella penisola di Bukit, nella parte meridionale dell’isola di Bali. Terra di surf, passione sempre più forte per Calcaterra. Ma non solo. 

Giulia, ci racconti com’è la vita in Indonesia? 

"Decisamente più light di quella di città. Poi io sono sempre molto impegnata, ma è totalmente diverso: ci sono l’oceano, le onde. Oltre a diversi servizi che costano molto meno: un massaggio, per esempio, ma anche andare a mangiare fuori. Dal punto di vista climatico in questo momento c’è molta umidità. È la stagione delle piogge, va da ottobre a marzo circa. In questo periodo anche le onde ne risentono, sono diverse rispetto all’estate: sono più dolci e tranquille, ci sono meno mareggiate". 

Come sono gli indonesiani? 

"Sempre molto ospitali e tranquilli, trasmettono l’energia positiva. Sono molto easy-going. Vivono la vita in modo semplice e con il sorriso, è bello assorbire tutto questo. Anche ora continuo a sentirmi ospite ed è giusto rispettare la loro cultura, le loro preghiere, le cerimonie". 

È semplice arrivare in Indonesia? 

"In questo momento è semplicissimo: si può ottenere il visto all’arrivo in aeroporto. Chiedono il green pass al controllo. Io ho preso un aereo con scalo a Doha e Jakarta, ma ci sono anche voli più veloci: dipende da quanto si vuole spendere…".

Passiamo al surf: quali sono gli spot che frequenti maggiormente? 

"Essendo a sud vado soprattutto a Bingin e Uluwatu. Mi piacerebbe riuscire a surfare Padang Padang quando ci sarà la mareggiata giusta". 

Qual è il livello necessario per poter surfare da quelle parti? 

"In generale sono onde per persone che hanno già praticità con il surf, ma ovviamente dipende dalla mareggiata: in diverse occasioni ci sono onde piccole e tanti beginner a baby Padang, l’onda piccola di fianco a Padang Padang. Quando il mare non è grosso, anche a Bingin ci sono in acqua tanti neofiti. In generale non sono spot ideali per chi inizia, ma il mare può concedere quasi sempre un momento ideale per i principianti. Con onde, tra l’altro, perfette". 

Quali sono i tuoi obiettivi con il surf adesso? 

"In questo momento vorrei riprendere la confidenza che avevo l’anno scorso perché ultimamente ho surfato poco. Vorrei fare surf trip dedicati in cui potermi concentrare di più, vedere cosa voglio migliorare. Ma sempre partendo dal divertimento. Senza alcun obiettivo agonistico, di performance o per dover dimostrare qualcosa a qualcuno. Vorrei farlo per me stessa. Non voglio uscire dall’acqua arrabbiata, ci entro per alleviare la mia giornata: l’obiettivo è essere felice, come sempre nel surf. Anche se devo dire che ora non sto vivendo l’Indonesia come quando ci venivo in passato: ho responsabilità e tanta burocrazia. Ho la villa da arredare per far accedere le altre persone, tante corse a cui pensare e pressioni: è una fase molto impegnativa che deve essere portata a termine. Saranno mesi dedicati a responsabilità e surf: quando sarò più tranquilla, potrò dedicarmi maggiormente ai piaceri della vita".

In Indonesia c’è rispetto in acqua tra surfisti? Anche nel rapporto tra uomini e donne...

"Sono tutti molto più easy-going anche in acqua. Non c’è il radicalismo né l’idea dell’uomo che deve dimostrare. Non ho mai visto discussioni in acqua, mentre in Italia vedo più rabbia e competizione: da noi non avverto buone energie. In Indonesia entro in acqua, seguo le regole e prendo le mie onde. A Desert Point eravamo più di 100 in acqua, tutta gente fortissima, ma mi hanno lasciato prendere la mia onda. È anche successo che mi aiutassero nel momento in cui vedevano che facevo fatica. Mi sento meglio qua". 

Ora che hai questa nuova vita in Indonesia, non c'è il rischio che gli altri ti vedano come un modello irraggiungibile? 

"Capisco quale possa essere il pensiero, ma in realtà non vengo da una famiglia ricca e non ho un uomo ricco affianco: non mi sento irraggiungibile. Lo è chi naviga nella ricchezza. A chi mi segue ho sempre mostrato percorsi di alti e bassi, penso che le persone possano vedermi come un modello a cui ispirarsi. Anche perché ho condiviso ogni passo che ho fatto. L’obiettivo inarrivabile è comprarsi un appartamento in città: qui in Indonesia i prezzi e la burocrazia sono totalmente diversi, non c’è paragone. Le persone vedono questa villa come una cosa folle e lussuriosa, ma io dico che ci vogliono molti più sforzi per 60 metri quadrati a Milano. Poi è vero, ci vuole del coraggio a costruire una casa dall’altra parte del mondo".

E allora, cosa puoi dire a chi insegue il sogno di vivere di quello che ama? 

"L’unica cosa che bisogna fare sono delle scelte che comportano sacrifici: bisogna saper convivere con situazioni scomode, con la solitudine, con cambi di direzione rispetto ad altre persone. Bisogna essere in equilibro con se stessi, non farsi influenzare da quello che si ha intorno e non fare qualcosa solo per mettersi in mostra. Dobbiamo capire cosa piace a noi, da lì costruire un nuovo percorso". 

E un consiglio a chi vuole crescere con il surf? 

"Purtroppo è il dedicarsi e avere pazienza. All’inizio ci sono anche agonia e frustrazione. Ma bisogna continuare, non mollare, investire, perseverare, crearsi anche un environment giusto, che possa stimolare. Il fatto di tenermi vicine persone che possano stimolarmi mi ha dato tanto". 

Infine, ci parli del tuo progetto Arya? 

"Da un anno e mezzo ho iniziato a lavorare a questa applicazione che si chiama Arya Training, un’app sul fitness all’interno della quale ci sono tutti i miei allenamenti a 360°. Per me il fitness è la base di qualunque sport e dunque ci sono sezioni su tutte le attività che pratico: surf, paracadutismo, apnea, diving. Per ogni sezione ho contattato persone professioniste, perché non sono io a dare le lezioni ma loro. Nel surf, ad esempio, c’è Lorenzo Castagna: spiega tutto, dalle tavole agli spot passando per le regole. Ci sono anche i suoi contatti, così si può iniziare con lezioni di surf. E offro a tutte le persone uno sconto. Oltre a farti allenare ti offro quindi un giusto environment per poi iniziare. Do gli strumenti e poi sta a te scegliere come utilizzarli. Ci è voluto uno sforzo enorme, è un progetto grandissimo. L’idea è uscire dalla zona di comfort. Sto lavorando anche alla parte community, in cui le persone potranno conoscersi e magari andare a surfare insieme".

 

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