sabato 21 giugno 2025

BLU DI METILENE

MIGLIORA MEMORIA E CONCENTRAZIONE?

(fonte Gazzetta dello Sport)

Dal podcaster Joe Rogan ai reel con il ministro della sanità USA, Robert F. Kennedy Jr., i social brulicano di video in cui un liquido blu promette di spazzare via la brain-fog: la nebbiolina che ci impedisce di concentrarci e ricordare le cose. Ma il blu di metilene è davvero così potente? O si tratta dell'ennesima boutade Made in internet? 

COS’È IL BLU DI METILENE—  Nato nei laboratori BASF nel 1876 come tintura per tessuti, il blu di metilene si è guadagnato i primi galloni medici grazie a Paul Ehrlich, che ne sfruttò la capacità di colorare (e uccidere) il parassita della malaria. Oggi, però, l’unico impiego approvato riguarda la metemoglobinemia, rara patologia del sangue in cui il colorante “restituisce” un elettrone all’emoglobina; in ospedale lo si impiega anche contro avvelenamento da monossido di carbonio, shock settico o come marcatore chirurgico, sfruttando la sua abilità di fare da minuscola batteria chimica.

BARRIERA ENCEFALICA—  E proprio la capacità di scambiare elettroni gli consente di attraversare la barriera emato-encefalica, che protegge il cervello e - di fatto - impedisce a molte sostanze di entrarvi, e coccolare i mitocondri, da cui l’etichetta di nootropo. Peccato però che la valanga di post online che ne vantano i superpoteri poggi su basi ancora fragili: molti effetti protettivi – miglior apprendimento, memoria lucida, neuroni salvati dopo traumi – si fermano a studi sui topi. Nell’uomo i numeri sono ben altri: un micro-studio su 26 volontari ha registrato un +7 % nel richiamo di parole e qualche lampo nelle risonanze cerebrali, mentre altri trial su Alzheimer o dolore cronico restano, per ora, inconcludenti. "Anche se alcuni studi hanno mostrato indizi che il blu di metilene possa essere benefico per alcuni problemi legati al cervello, questi studi sono stati di piccole dimensioni" spiega Lorne J. Hofseth, ricercatore dell'Università della South Carolina, su The Conversation. "I ricercatori non hanno ancora individuato in quali circostanze sia davvero utile". 

EFFETTI INDESIDERATI—  Ad essere concreta è invece la lista degli effetti indesiderati: interazione con numerosi antidepressivi (rischio di sindrome serotoninergica), pericolo di emolisi nei soggetti con deficit di G6PD, picchi pressori ad alte dosi e controindicazione in gravidanza e allattamento.

Morale: se il colore incuriosisce è comprensibile, ma prima di tingere sinapsi e aspettative di blu servono studi più robusti – e la supervisione di un medico che sappia quando quel blu è davvero il colore giusto. "Nel complesso - conclude Hofseth - nonostante gli scienziati abbiano scoperto indizi di alcune affascinanti proprietà del blu di metilene, abbiamo bisogno di studi molto più ampi e lunghi per sapere se funziona davvero, qual è il dosaggio giusto e quanto sia sicuro nel tempo".


 

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