domenica 7 settembre 2025

NODULI ALLA TIROIDE

COME AFFRONTARLI

( fonte Gazzetta dello Sport)

In Italia le malattie della tiroide sono estremamente diffuse e, secondo le stime più recenti, colpiscono più di sei milioni di persone a partire dall'ipotiroidismo che, da solo, riguarda il 5% della popolazione italiana. Ancora più impressionante è il dato relativo ai noduli tiroidei, benigni nella maggior parte dei casi: le stime dicono che almeno un italiano su due ne abbia uno, spesso senza saperlo.

COSA SONO I NODULI ALLA TIROIDE—  Nella maggior parte dei casi i noduli alla tiroide sono delle formazioni benigne che vengono rilevate casualmente durante esami effettuati per altri motivi. Si tratta a tutti gli effetti di piccole protuberanze solide o liquide che si sviluppano all’interno della ghiandola tiroidea e che possono essere singole o multiple, superficiali o profonde. Molto spesso questi noduli sono silenziosi e non compromettono il benessere dell’individuo, ma in alcuni casi possono alterare la produzione ormonale, causando l'ipotiroidismo o l'ipertiroidismo.

COME AFFRONTARLI?—  Proprio per questo motivo è importante gestirli al meglio, così da ridurre al minimo il rischio di conseguenze sulla tiroide e il resto dell'organismo. Come? Il percorso diagnostico parte dall’esame obiettivo, la palpazione della ghiandola, associato all’anamnesi. Si prosegue poi con gli esami del sangue per valutare i livelli degli ormoni tiroidei e con l’ecografia, fondamentale per definire le dimensioni, la localizzazione e la struttura del nodulo. In alcuni casi può essere necessario sottoporsi alla scintigrafia e, nei casi ritenuti più sospetti, all’agoaspirato che consiste nel prelievo di cellule dal nodulo per analizzarne la natura.

Negli ultimi anni le moderne tecnologie hanno reso più precisa e meno invasiva la valutazione dei noduli, a cominciare dal metodo ThinPrep, sempre più diffuso anche in Italia. Questo sistema, meno doloroso rispetto all’agoaspirato tradizionale, consente di ottenere campioni più affidabili, riducendo il rischio di falsi negativi, e permette anche di effettuare analisi molecolari sul tessuto prelevato, evitando quindi la necessità di biopsie successive.

Quando i noduli sono benigni e non alterano la funzione della tiroide, la strategia più efficace consiste nel semplice monitoraggio della situazione nel tempo o, in alcuni casi, in una terapia soppressiva con levotiroxina, lo stesso ormone sintetico che si utilizza per trattare l'ipotiroidismo.

Se, invece, i noduli sono la causa dell'ipertiroidismo, si può intervenire con farmaci antitiroidei, iodio radioattivo o con interventi chirurgici parziali. Quando, nei rari casi, i noduli alla tiroide sono maligni, il trattamento prevede l’asportazione completa della tiroide, con l'eventuale rimozione dei linfonodi locali e terapie oncologiche mirate. In alternativa alla chirurgia, oggi sono disponibili anche tecniche mini-invasive come l’alcolizzazione e la radiofrequenza, efficaci anche nella riduzione del rischio di cicatrici e complicazioni.


 

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