( fonte Tgcom)
Il 1° ottobre si celebra in tutto il mondo la Giornata Mondiale del Caffè, appuntamento ufficializzato dall’International Coffee Organization (ICO) nel 2015 a Milano, durante l’Expo. L’obiettivo? Non solo celebrare la bevanda più amata al mondo dopo l’acqua, ma anche valorizzare il lavoro dei produttori, sensibilizzare su temi come il commercio equo e solidale e promuovere una filiera più sostenibile.
Il World Coffee Day viene celebrato con degustazioni, eventi culturali, workshop e – soprattutto – con la scusa perfetta per bere un espresso in più. In diversi Paesi vengono organizzate giornate di open coffee, mostre fotografiche sulle piantagioni e persino contest di latte art.
Il caffè non è solo un rito mattutino, ma un linguaggio universale: ci sveglia, accompagna le chiacchiere, segna le pause di lavoro e scandisce momenti di socialità. È un piccolo piacere quotidiano che, in ogni parte del mondo, ha assunto forme diverse: espresso, americano, turco, moka, cappuccino, cold brew.
Storia del caffè
Il termine “caffè” deriva dall’arabo qahwa, che originariamente significava “bevanda eccitante”. Le origini del caffè si intrecciano con la leggenda: si racconta che un pastore etiope, Kaldi, notò come le sue capre diventassero incredibilmente vivaci dopo aver mangiato delle bacche rosse. Da lì iniziò la diffusione della bevanda, prima come infuso in Etiopia, poi nello Yemen, dove nacque la tradizione del caffè arabo.
Dal Medio Oriente, il caffè raggiunse la Turchia ottomana, con i primi locali dedicati alla degustazione, e successivamente l’Europa nel XVI secolo, passando per Venezia. Nel giro di pochi decenni si moltiplicarono le caffetterie in città come Londra, Vienna e Parigi, diventando luoghi di incontro, scambio di idee e affari.
Il caffè in Italia
In Italia il caffè non è solo una bevanda, ma un vero e proprio rituale quotidiano che scandisce la giornata. Non sorprende, quindi, che il nostro Paese sia tra i maggiori consumatori europei: secondo ICO e ISTAT, ogni italiano beve in media l’equivalente di circa 5 kg di caffè all’anno, pari a 2-3 tazzine al giorno. Complessivamente, l’Italia importa oltre 300.000 tonnellate di chicchi ogni anno, con Brasile, Vietnam, Etiopia e Colombia come principali fornitori.
Secondo un’indagine Nomisma, il 95% degli italiani beve caffè regolarmente e la maggior parte lo prepara a casa. La moka rimane l’opzione preferita (quasi il 70%), ma cresce l’uso di macchine automatiche e capsule, apprezzate per velocità e qualità. Il bar resta però un punto fermo: l’espresso al bancone continua a essere un momento sociale irrinunciabile.
Accanto alle abitudini consolidate, emerge una nuova attenzione per la sostenibilità. Crescono i consumi di caffè biologico, equo-solidale e specialty, insieme all’interesse per le torrefazioni artigianali e le filiere trasparenti. Non mancano eventi, corsi e degustazioni che contribuiscono a diffondere una cultura del caffè sempre più ricca e consapevole.
Le nostre proposte “caffeinate”
A Roma il gruppo formato da Faro, Aliena e Luna è oggi un punto di riferimento per chi cerca un approccio diverso al caffè e alla ristorazione contemporanea. Tutto comincia nel 2016 con Faro, la prima caffetteria specialty della Capitale, fondata da Dario Fociani, Arturo Felicetta e Dafne Natale Spadavecchia: un locale che ha portato a Roma un nuovo modo di vivere il caffè, fatto di tracciabilità, micro-lotti selezionati, estrazioni curate e un dialogo costante con una cucina fresca e stagionale. Nel 2021 prende vita Aliena, torrefazione indipendente che seleziona chicchi da filiere sostenibili e li tosta con precisione, trasformando la tazzina in un’esperienza culturale oltre che sensoriale. È un laboratorio aperto, sperimentale, che nasce anche dalla passione del gruppo per la scienza e la fantascienza, immaginando un caffè “alieno” rispetto alle abitudini consolidate. L’ultimo passo è del 2025, con l’apertura di Luna, ristorante e bakery che porta lo stesso approccio in cucina: brunch internazionali costruiti su ingredienti italiani, pani e dolci preparati con farine biologiche, piatti contemporanei nati da una ricerca attenta e da una rete di piccoli produttori. Tre realtà diverse ma complementari, che negli anni hanno ottenuto riconoscimenti nazionali e internazionali, dal premio come Miglior Bar d’Italia ai Tre Chicchi e Tre Tazzine Gambero Rosso, fino alla Top 100 mondiale delle migliori caffetterie, e che oggi raccontano un progetto comune: fare del caffè e del cibo un atto culturale, sostenibile e accessibile, senza rinunciare mai alla qualità.
Rimaniamo sempre a Roma, dove in meno di un anno Bap è diventato uno dei nomi più interessanti della scena, al punto da prepararsi a conquistare anche New York. Nato nell’estate 2024 da un’idea di Giulia Mauceri, Marianna Gallo e Matteo Anselmi, il progetto parte dal caffè specialty, con monorigini pregiate, miscele originali e un’attenzione maniacale alla qualità, per estendersi poi alla pasticceria, alla bakery e a una cucina versatile da vivere in ogni momento della giornata. Dopo il primo locale in via Cadorna, è arrivata la nuova apertura in Borgo Pio, un caffè letterario raccolto e intimo dove la caffetteria resta protagonista insieme a una proposta veloce “to go”. Ma l’ambizione di Bap non si ferma ai confini della Capitale: il brand, nato in collaborazione con la storica Torrefazione 68, ha già varcato l’oceano con due nuove aperture a Manhattan, a Wall Street e a Times Square, portando nella Grande Mela brunch, dolci e caffè di livello. L’idea è semplice e potente: fare di ogni assaggio un’esperienza specialty, che sia un espresso, un croissant o un piatto salato, mantenendo sempre lo stesso standard di qualità.
A Milano, in via Procaccini, Davide Longoni ha inaugurato il suo nono punto vendita, una specialty bakery che unisce la tradizione della panificazione artigianale alla cultura del caffè di qualità. Non un semplice panificio, ma un vero “terzo luogo”, pensato come spazio di comunità dove pane e caffè diventano esperienze da vivere. Il locale, progettato con la designer Astrid Luglio e l’architetto Lorenzo Tremolada, è un ambiente essenziale ma intenso, costruito attorno a materiali vivi come il cotto lombardo reinterpretato in chiave contemporanea. Qui il pane incontra una selezione di caffè specialty curata da Forno Brisa, estratta con una macchina La Marzocco, segno di un approccio preciso e consapevole. Il bancone affacciato sulla strada diventa un gesto di apertura verso il quartiere, trasformando la bottega in un luogo permeabile e partecipato. Con questa nuova apertura, Longoni conferma la sua visione: il pane e il caffè non sono solo prodotti, ma strumenti per parlare di sostenibilità, design e cultura, in dialogo costante con la città di Milano e il suo spirito innovativo.
Sempre a Milano, Mirabilia ha inaugurato Spazio Mirabilia, un luogo pensato per promuovere il consumo consapevole e sostenibile del caffè specialty attraverso esperienze immersive ed educative. L’idea nasce da Alice Monti, esperta di specialty coffee dal 2009, con l’obiettivo di creare uno spazio di incontro e cultura intorno al caffè. Situato in zona Tortona, lo spazio combina l’atmosfera calda e familiare di un salotto con aree modulabili per workshop, degustazioni e laboratori pratici. Il design accurato, con dettagli come le piastrelle ispirate al fluire degli aromi e una cucina su misura, valorizza i sensi e invita alla scoperta. Spazio Mirabilia ospita anche residenze per baristi e professionisti del settore, creando una community internazionale del caffè. In questo modo, Mirabilia non propone solo un prodotto, ma un’esperienza culturale e sociale che unisce formazione, sostenibilità e piacere della tazzina.
A Bergamo, c’è Bugan Coffee Lab, punto di riferimento per lo specialty coffee in Italia (ora aperto anche a Milano, in via Vigevano) unendo caffetteria, microroastery, laboratorio e academy in un unico spazio. Fondato nel 2014 da Maurizio e Sonia Valli, Bugan è stato il primo locale italiano a proporre un approccio completo al caffè specialty, dalla selezione dei chicchi all’estrazione, con attenzione alla sostenibilità e alla complessità aromatica. La filosofia del laboratorio è chiara: ogni caffè ha una propria identità e viene tostato e preparato secondo profili specifici per esaltarne al massimo i sentori. La degustazione diventa un percorso sensoriale, senza zucchero, che educa alla qualità e alla cultura della materia prima. Bugan è anche accademia: la sala da cupping e i corsi professionali formano baristi e coffee specialist, con risultati riconosciuti a livello nazionale e internazionale. Dal primo bar di Maurizio nel 2000 al Bugan Coffee Lab di oggi, la storia del progetto testimonia un’evoluzione costante nella ricerca della perfezione sensoriale e della divulgazione della cultura del caffè specialty.
Infine, Ditta Artigianale, storica torrefazione specialty fiorentina fondata da Francesco Sanapo e Patrick Hoffer, ha portato il suo concept a Milano con la prima caffetteria in Corso Magenta. L’idea alla base del locale è quella di unire la qualità dello specialty coffee a un’esperienza conviviale e completa, ispirata ai caffè degli anni ’50: dal mattino fino a tarda sera, espresso, monorigini e metodi alternativi come V60 o Aeropress si accompagnano a dolci, lievitati, brunch e proposte salate curate nei minimi dettagli. Ogni tazza diventa un viaggio sensoriale, grazie alla selezione attenta dei chicchi, alla tostatura artigianale e alla preparazione tecnica dei coffee specialist. Il locale, che coniuga elementi in stile Liberty, cemento e legno pregiato, offre un ambiente accogliente e raffinato, pensato per lavorare, incontrare amici o rilassarsi. Con questa apertura, Ditta Artigianale porta a Milano la filosofia dell’Italian Modern Espresso, dove tradizione e caffè specialty si fondono in un’esperienza unica, riconosciuta anche dai Tre Chicchi e Tre Tazzine della Guida Bar d’Italia 2025 del Gambero Rosso.