lunedì 17 novembre 2025

UN CAPOLAVORO ASSOLUTO CREATO DALLA NATURA

LO SPETTACOLO IN ARIZONA

(fonte Libero)

L’altopiano dell’Arizona custodisce scenari che sembrano usciti da un’epoca remota, di quelli che è difficile persino immaginare. A pochi chilometri da Page, il deserto si distende in una sequenza di ondulazioni sabbiose, arbusti radi e lastre di arenaria che riflettono la luce. L’aria vibra mentre l’orizzonte resta fermo, immobile, esteso fino alle terre della Navajo Nation. Poi, senza preavviso, il terreno si apre su un abisso rotondo, una sorta di arco roccioso modellato con una precisione che lascia interdetti. Il Colorado appare in fondo al canyon, verde brillante, incastonato tra pareti verticali che toccano trecento metri d’altezza. Si è arrivati di fronte a un vero e proprio capolavoro della natura, di quelli che non si vedono tutti i giorni: l’Horseshoe Bend. A prima vista sembra un dipinto. L’acqua curva in un’ansa perfetta, una grande U che racchiude un blocco di arenaria scolpito dal tempo. Le pareti rosea-ramate disegnano linee e venature intricate, mettendo in evidenza la storia geologica della regione. Ogni gradazione cromatica racconta processi profondi, antichi, stratificati attraverso ere quasi inconcepibili. L’impatto emotivo è immediato: il vuoto centrale crea un richiamo irresistibile e la vastità della scena travolge qualsiasi riferimento quotidiano.

Origine e dinamiche geologiche dell’Horseshoe Bend

Per spiegare l’evoluzione dell’Horseshoe Bend (ovvero un meandro dalla forma di un ferro di cavallo) bisogna tornare a sei milioni di anni fa. All’epoca la regione era caratterizzata da basse quote e il Colorado scorreva in modo placido su una pianura alluvionale quasi piatta. Il corso disegnava curve morbide che seguivano le microvariazioni del terreno. Poi tutto cambiò perché l’altopiano iniziò ad alzarsi. Non a caso, le cause di questo sollevamento vengono studiate ancora oggi. Questa risalita della superficie terrestre intrappolò il fiume. La corrente iniziò a incidere verso il basso con un’energia straordinaria, scavando un canyon sempre più profondo. Sedimento dopo sedimento, si aprì un solco enorme che portò alla rimozione di un intero miglio di rocce sovrastanti. In questo modo emerse l’arenaria Navajo, roccia dominante dell’attuale paesaggio.

I colori dell’Horseshoe Bend

La curva del Colorado ha assunto una geometria netta grazie a questo lavoro incessante. La U si è modellata lentamente, con il fiume che ha seguito il suo antico tracciato ma scavando sempre più in profondità. L’evoluzione, nel corso del tempo, non si è di certo fermata. Gli esperti, infatti, prevedono che in futuro l’acqua taglierà la base dell’ansa e originerà un arco naturale, per poi abbandonare il meandro lasciando un bacino isolato (un processo già osservabile nel tratto dello Utah chiamato Rincon).

Il punto panoramico oggi raggiunge 1300 metri di altitudine, mentre il Colorado scivola a quota mille.

Escursioni e cosa vedere

L’accesso avviene attraverso un sentiero che parte dal parcheggio collocato lungo la US-89. All’inizio la pista presenta un tratto in salita moderata con sabbia e pochi arbusti resistenti alla siccità. La prima parte conduce a una struttura ombreggiata che funge da punto informativo. Qui, alcuni pannelli illustrano in sintesi la storia geologica della regione. Proseguendo, il terreno scende gradualmente verso il canyon. La sabbia diventa più fine, quasi polvere, e ogni passo solleva piccole nuvole dorate. Il silenzio è rotto soltanto dal vento che corre lungo la superficie dell’altopiano. Procedendo verso il bordo, la linea dell’orizzonte si spacca e appare il vuoto assoluto. La scena che emerge è sconvolgente. La curva del fiume si impone con una pulizia grafica che sfiora l’incredibile. L’acqua sembra incastonata nella roccia, e la tonalità verde crea un contrasto netto con il rosso delle pareti. Il blocco centrale di arenaria, modellato dal tempo, assume la forma di una piattaforma arcuata sospesa sopra il corso d’acqua. Una parte del bordo dispone di una barriera metallica installata per contenere gli eccessi dei visitatori. Il resto del crinale resta privo di protezioni e richiede attenzione estrema. L’assenza di ombre e la luce intensa rendono tutto più netto, accentuando le sensazioni fisiche: l’altezza appare sconfinata, il vento fa vibrare l’aria e la gravità sembra tirare verso il basso con una forza più percettibile del solito.

Le prospettive cambiano spostandosi lateralmente. Da alcuni punti si osservano meglio le venature della roccia. Da altri si percepisce la profondità dell’acqua che scorre placida sotto il massiccio centrale. In fondo al canyon compaiono spesso piccole zattere che sembrano punti mobili in un enorme scenario immutabile. Sono imbarcazioni che partono dalla Glen Canyon Dam, pochi chilometri più a nord. Chi scende al livello del fiume vive una lettura del paesaggio completamente diversa, perché le pareti si alzano come mura gigantesche e il Colorado appare più silenzioso, pronto a raccontare il proprio passato sedimentato tra curve e solchi. Per chi desidera un punto di vista ancor più emozionante, da Page partono voli panoramici con elicotteri o aerei leggeri. L’altura consente di cogliere l’intera struttura dell’ansa in un unico sguardo e di apprezzare la geometria esatta delle linee incise nella roccia.

Come arrivare e info utili

Horseshoe Bend si trova all’interno della Glen Canyon National Recreation Area, a breve distanza da Page. Il terreno a sud appartiene alla Navajo Nation.

Dalla Monument Valley: si percorre la AZ-98 verso ovest fino a Page. Una volta raggiunta la US-89, si svolta a sinistra e si procede per circa due chilometri e mezzo.

Dal Grand Canyon: l’itinerario procede verso nord lungo la US-89 fino alle indicazioni per l’Overlook Trail.

Da Las Vegas o Kanab: dopo la Glen Canyon Dam si continua verso sud per otto chilometri fino al bivio per il parcheggio.

Tariffe

L’area panoramica resta a ingresso libero. Il parcheggio prevede un contributo:

10 dollari per auto e camper;

5 dollari per moto.

Questo servizio non rientra nel pass dei parchi nazionali poiché l’area ricade sotto gestione locale e su terreno parzialmente tribale.

Il momento migliore della giornata

Il periodo più luminoso va dalla tarda mattina al primo pomeriggio. In queste ore la luce raggiunge sia il canyon sia il fiume con intensità uniforme, valorizzando ogni dettaglio. Chi preferisce temperature più sopportabili punta all’alba. Le prime ore del giorno regalano tonalità morbide e un’atmosfera più tranquilla. La roccia assume sfumature dorate che esaltano i contrasti con l’acqua, e il silenzio amplifica la grandezza dello scenario. Il tramonto crea un quadro diverso: la luce cala dietro l’ansa e le pareti entrano gradualmente in ombra. Il cielo passa da arancio a viola e gli ultimi minuti prima del buio donano colori intensi.

 

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