giovedì 23 aprile 2020

AIAC

Dalla Pagina Facebook 
di RENZO ULIVIERI

Sui libri di Coverciano non c’è. E allora ho dovuto approfondire il tema: il primo allenamento collettivo dopo il corona virus.
Mi sono confrontato con psicologi, sociologi, direttori delle scuole calcio delle altre nazioni, allenatori di altre discipline. Giorni e giorni di studio e confronti.

Poi, come succede spesso, gli allenatori di ogni categoria dovranno fare come dico io, senza cambiare una virgola. Pena una grande sfiga che cadrà loro addosso nel prosieguo del campionato.
Dunque: riunire la squadra nel cerchio di centrocampo; nominare capitani delle squadre i due giocatori più anziani; fare la conta per decidere chi sceglierà per primo e iniziare a fare le squadre: uno io, uno te…uno io, uno te…..
Ci può essere un problema morale per quelli che vengono scelti per ultimi. Non vi preoccupate. Questa era una modalità che Bearzot adoprava in preparazione ai mondiali dell’ 82: c’era un giocatore che rimaneva sempre per ultimo, non lo voleva nessuno; alla fine di quel mondiale vinse la classifica dei cannonieri.
Poi partita 11 contro 11 a tutto campo. Se il numero dei giocatori è più elevato si può arrivare fino a 16 contro 16.
L’allenatore non deve rompere i coglioni ai calciatori. (Questo rientra nell’accordo che ho fatto con Tommasi che su questo punto è stato irremovibile).
Conviene che arbitri un collaboratore perché i giocatori muoiono dalla voglia di mandare a fare in culo l’arbitro e non è carino che ci vada l’allenatore.
Durata della partita: fino a buio; però un giocatore può andare via quando vuole.
NB: se l’allenatore non riesce a stare zitto deve andare a casa; si vede che la quarantena non gli è bastata.
Anch’io farò così, lo giuro alle mia ragazze: mi dovete credere…. lo giuro…

Post in evidenza

I CASI DELLA DANZA

XXIII EDIZIONE DEL PREMIO “ROMA DANZA” a cura di Sara Zuccari (fonte Tgcom) Al via dal 10 al 15 luglio 2025 la XXIII edizione del Premio Rom...