sabato 18 dicembre 2021

STARE BENE DA SOLI

IMPORTANTE RIUSCIRE A FARLO

Esiste una buona solitudine? Non credo. Siamo fatti per stare con gli altri, non per isolarci: e la solitudine quasi sempre coincide con un dolore, molto profondo, fino a trascinarci nelle sabbie mobile delle vite schiacciate dalle tenebre. Le ricerche scientifiche sono piuttosto esplicite in proposito: la solitudine, specie in alcuni paesi orientali come il Giappone e la Corea del Sud, è una delle prime cause della mortalità infantile.

COME STARE BENE CON SE STESSI

Altra cosa, invece, è il sapere stare con sé stessi, riscoprire il piacere di prendere le distanza dall’affanno della quotidianità, dalle pressioni del presente, dalla vertigine di un tempo che non riusciamo più a governare. Qui c’è il seme di una solitudine che non è negativa, ma vitale, per il semplice motivo che non siamo soli, ma abbiamo la nostra compagnia. E magari riusciamo a riflettere, ad approfondire la conoscenza del nostro cuore e della nostra anima, proprio come fanno i monaci con il loro stile di vita non certo triste. Stando con noi stessi è più facile costruire nell’immaginario una priorità della scaletta della vita, trovando le soluzioni a problemi che magari scopriamo non esistere.

IMPORTANZA DI STARE BENE DA SOLI

Stare bene da soli è molto importante innanzitutto per capire meglio chi siamo. È una domanda che sprechiamo e alla quale spesso sfuggiamo per semplice superficialità. Invece, guardarsi dentro aiuta a vincere le proprie insicurezze (tutti ne abbiamo, anche se le mascheriamo), a coltivare amor proprio, ambizioni, passioni. A sentirci gratificati da ciò che siamo, senza scivolare nella palude nel narcisismo, ma anche a essere pronti a modificare i nostri schemi mentali se sono troppo rigidi e respingenti. Sono cose che non ci fa piacere ascoltare da altri, neanche come semplici consigli, ma dobbiamo analizzare da soli, con il nostro sguardo in profondità.

COME IMPARARE A STARE BENE DA SOLI

Ero al parco, a passeggio, e mi ha incuriosito una giovane donna seduta su una panchina, da sola, con uno sguardo estasiato. Mi sono avvicinato, e senza disturbarla, ho provato a capire l’origine del suo stato di grazia. In questi casi, il mestiere di giornalista aiuta: siamo bravi ad «attaccare bottone» per portare l’interlocutore verso la risposta alla domanda che abbiamo in testa. La mia, in questo caso, era perfino banale: «Che costa sta facendo?» La sua risposta, invece, è stata, come immaginavo, sorprendente: «Cerco di stare bene con me stessa, e qualche volta ci riesco…». In un periodo di Babele di linguaggi, connessioni, condivisioni, link, amicizie più virtuali che reali, compagnie di ogni tipo, vere e presunte, è andata maturando un’equazione che ci porta fuori strada, a proposito di stili di vita. Stare con sé stessi equivale a essere soli. È vero l’esatto contrario, ovvero se riusciamo ad apprezzare la nostra compagnia, a scoprire la nostra interiorità, a smussare nel nostro intimo gli angoli che tutti abbiamo, la voglia di stare in compagnia, di non essere soli, è solo destinata a crescere. E quando si sta bene con sé stessi, diventa quasi automatico riuscire a stare bene con gli altri. Mentre, se abbiamo un vuoto dentro e pensiamo di colmarlo solo ubriacandoci di compagnia, di link e di like, non possiamo che finire nella palude della vera solitudine. Sprecando il nostro equilibrio, la nostra serenità, e un asse della bellezza della vita.

STARE BENE CON SÉ STESSI, UNA SCELTA DI LIBERTÀ

Stare con sé stessi è una scelta di vera libertà, è un lasciarsi andare, mossi anche dal vento dell’autocritica, della memoria, del ricordo, anche alla ricerca di cose sconosciute, magari rimosse o archiviate, che abbiamo dentro. Solo liberi, riusciamo a comprenderci, a capirci. E, ancora una volta: se siamo liberi noi, tanto più vorremo compagni, amici, familiari, altrettanto liberi. Se ci sentiamo liberi noi, tanto più saremo lontani anche solo dall’idea di dominare o schiacciare qualcuno, magari illudendoci, o più cinicamente illudendo, di amare la nostra vittima. Nella compagnia del proprio io, che non ha nulla da spartire con la narcisistica autoreferenzialità, con il super Io sempre in azione, il Bello, l’Emozione, il Piacere, si amplificano, non si sgonfiano. Un tramonto come un quadro, lo splendore naturale di un fiore o di una pianta come la bellezza di un panorama o il piacere di un profumo: tutto si apprezza e ci invade, corpo e cuore, se apriamo le porte della nostra interiorità. Se riusciamo a stare con noi stessi. In quella forma di benefica solitudine che il poeta e scrittore John Milton definiva «la migliore compagnia», in attesa del «dolce ritorno» verso gli altri.

QUANDO CAPISCI DI STARE BENE CON TE STESSO?

Quando abbiamo la possibilità di capire che stiamo bene con noi stessi? Ci sono alcuni segnali inequivocabili che indicano il traguardo di questo stato di grazia. Innanzitutto desideriamo la compagnia degli altri, sentiamo voglia di affetti e di rapporti umani, ma non siamo compulsivi in questa ricerca. Non abbiamo la frenesia di rincorrere altre persone, di andare sempre dietro a qualcuno, di uscire a da un labirinto nel quale ci sentiamo prigionieri. In secondo luogo, stare bene con se stessi induce a uno sguardo positivo sulla vita e sul modo. Guardiamo tutto con l’ottimismo della volontà, abbiamo voglia di sognare, e consideriamo dolori e affanni come un pezzo della vita. Una sua parte, ma non l’unica. Stare bene con se stessi porta serenità e desiderio di cambiamento, di sperimentare nuove strade con spirito creativo e costruttivo. Qui scatta un’energia misteriosa, che parte dall’interno e si allarga anche alla nostra esteriorità: negli sguardi, nei sorrisi, nel modo di parlare, esprimiamo un’energia vitale cresciuta lentamente dentro di noi.

STARE BENE DA SOLI: FRASI

«Quello che l’uomo superiore cerca è in se stesso; quello che l’uomo inferiore cerca è negli altri»  Confucio

Dentro di noi ci può essere tutto e quanto basta per affrontare gli altri senza complessi di inferiorità. Se invece stiamo sempre a cercere qualcosa negli altri, sottovalutando quanto abbiamo dentro di noi, rischiamo di scivolare nella opacità dell’invidia e del risentimento. Oppure di impoverirci nel tentativo di copiare gli altri.

«La cosa più importante al mondo è saper bastare a se stessi» Michel de Montaigne

Il verbo “bastare” in questo caso viene utilizzato come un indicatore di autonomia. Non di indifferenza. E l’autonomia è l’anticamera della libertà e di buone relazioni personali; la dipendenza invece inquina anche l’amore.

«Bisogna fare a scuola un’ora di insegnamento alla solitudine» Vasco Rossi

Stare con se stessi è una cosa che si impara, e prima si inizia e meglio è per tutti. Vasco Rossi provoca parlando della scuola, ma certo anche in classe e a casa si impara quell’attitudine all’indipendenza, all’autonomia, al guardarsi dentro. Al “bastarsi”.

«Il più grande frutto del bastare a se stessi è la libertà» Epicuro

Ancora una volta dall’antica saggezza ricaviamo una bussola per scegliere la strada giusta: il “bastarsi”, come scelta di vita che significa stare bene con se stessi, è una pista che porta alla libertà, la più autentica.

«Bastare a se stessi, essere se stessi in tutto e per tutto» Arthur Schopenhauer

Una volta che abbiamo imparato a stare con noi stessi siamo meno tentati dalla finzione e dalla dissimulazione. Abbiamo acquistato sicurezza nelle nostre capacità, e possiamo presentarci per ciò che siamo. E non per ciò che appariamo.

 

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