martedì 18 gennaio 2022

TRADING ON LINE

TRADING ON LINE VANTAGGI E SVANTAGGI; LA SPIEGAZIONE HA UN NOME: HEDGE FUNDS

Negli Usa questi veicoli finanziari sono stati adottati per raggiungere elevati rendimenti con un'ottima gestione del rischio. “Sarebbe opportuno che venissero diffusi anche in Italia, dove la cultura finanziaria certamente e’ tutt’altro che eccelsa”, dice l’esperto internazionale Stefano Lokar Pignatari. Moltissimi sono i siti illegali arginati dalla Consob in meno di tre anni. Se ne contano oltre 380. Fare trading online, naturalmente, implica dei rischi imponenti. Eppure, la tradingmania non si arresta. Nell’ultimo anno, per esempio, Google ha illustrato che ricerche su questi temi si sono di fatto centuplicate, dando ragione a chi ritiene che il settore sia in fase di grande crescita. Ma logicamente, per evitare truffe, serve fare attenzione e rivolgersi agli esperti del mestiere. “Ma i problemi che ne conseguono - spiega Stefano Lokar Pignatari, esperto internazionale di finanza - non riguardano solo quelle che definiamo fregature. Il trading online ha differenti sfaccettature e sono tutte meritevoli di assoluta attenzione. Si potrebbero fare tanti esempi come il non avere un sistema o un piano di trading oggettivo e validato nel tempo che permetta di sapere in ogni momento cosa fare; la carenza della gestione del rischio (Risk and Money Management) in quanto si pensa solo al rendimento; oppure l’inadeguatezza di ridurre le perdite quando le cose non vanno per il verso giusto o il lasciar perdere i profitti quando le cose invece vanno bene. Sono tutte condizioni da considerare, ma il principale problema è che nessuno dei trader sa se il mercato salirà o viceversa scenderà. Per questo motivo la maggior parte dei metodi che vengono avanzati online falliscono perché hanno la presunzione di fare una cosa impossibile: presagire il futuro. Infatti la maggioranza dei trader spreca denaro”.

Ma a tutto questo esiste una soluzione e arriva dagli USA: “Gli hedge funds (che in inglese significa “coprirsi dai rischi” ma anche “assicurare”) - spiega Pignatari – si avvalgono di una strategia totalmente diversa che, basata sul trading “non direzionale”, può condurre a molti profitti più semplici e oltretutto sicuri. Si tratta di strumenti che hanno migliorato strategie di copertura per difendere i propri investimenti dalla volatilità dei mercati e, di conseguenza, dai rischi. In questo modo intascano del denaro sia quando il mercato sale, sia quando scende entro un certo limite ma anche quando rimane stabile. Per questo, i grandi fondi d’investimento come ad esempio Bridgewater, Citadel, Two Sigma Investments, Elliott Management adoperano uno strumento poco conosciuto chiamato ‘Opzioni Vanilla’. Ma precisiamo subito una cosa essenziale: queste opzioni non hanno nulla a che vedere con quelle definite binarie, quelle sono spazzatura! Le ‘Opzioni Vanilla’ sono un tipo di derivato finanziario molto utilizzate negli Stati Uniti ma ben poco note qui in Italia”. 

Ma questo non è l’unico strumento per restringere i rischi del trading online. C’è una seconda opzione: consiste nella vendita di ‘opzioni put’. “Per illustrarla in maniera semplice -dice ancora Pignatari- significa tutelare un certo sottostante, ovvero un'azione, un indice, una valuta, un titolo di Stato, un future o un qualsiasi altro valore mobiliare, come ad esempio Apple, FTSE MIB, USD/EUR, per cui sia possibile ricavare prezzi ufficiali. In questo modo il trader trae vantaggio invece che di prevederne il mercato. Praticamente si va ad analizzare lo storico di un certo sottostante e si decide il rapporto migliore tra il rischio e il rendimento. Ovvio, perché il trading richiede quasi sempre dei rischi ma un conto è andare alla cieca, un altro è assumere dei rischi previsti. E ciò lo sta capendo sempre molta più gente”.

Ebbene serve una rivoluzione culturale anche in questo delicato settore e bisogna fare i conti con un’insufficiente cultura finanziaria che caratterizza il nostro Paese: “Il livello di educazione finanziaria in Italia - conclude Pignatari - è sempre stato il nostro difetto tant’è che siamo agli ultimi posti fra i Paesi Ocse in termini di competenze. Fortunatamente sto vedendo un grande interesse dei nostri connazionali ambiziosi di ridurre questo gap. Solo per fare un esempio personale ma che può descrivere questa inversione di marcia, con il gruppo Facebook Plutonis Community che amministro, abbiamo superato i 1000 iscritti in pochissime settimane. Trovo enormemente positivo che anche da noi si possano diffondere e insegnare i metodi di trading professionali utilizzati dagli Hedge Funds nella speranza che queste tecniche possano contribuire a superare l’attuale stato di crisi economica nella quale, purtroppo, si trovano le ‘nostre’ famiglie italiane”.





 

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