mercoledì 17 agosto 2022

ACUFENI e TINNITI

LA TERAPIA DIGITALE CHE DA SPERANZA

di Federico Mereta

Lo smartphone non sarà solamente un modo per connettersi, passare il tempo libero, seguire podcast e programmi vari. In futuro, sempre di più sarà un vero e proprio “dispensatore” di terapie digitali, capaci di aiutarci a star meglio. È su questo versante di ricerca che si inserisce una possibile alternativa non farmacologica per chi soffre di acufeni e tinniti, suoni che non solo legati a situazioni esterne e possono penalizzare pesantemente la vita di chi deve farci i conti. In particolare, gli studiosi dell’Università di Auckland hanno messo a punto una sorta di “terapia digitale” basata su una App che somministra rumore bianco. Stando a quanto apparso sulla rivista Frontiers in Neurology, pare proprio che questo approccio possa risultare utile almeno sulla scorta delle prime esperienze cliniche.

Come si somministra la terapia

Lo studio ha preso in esame una sessantina di persone divise in due gruppi: in uno è stato somministrato per tre mesi circa questa approccio terapeutico basato sullo smartphone, negli altri nulla. Dopo questo periodo si è rivelato un miglioramento per circa due pazienti su tre in termini di sofferenze legata ad acufeni e tinniti per chi ha utilizzato regolarmente l’applicazione, mentre nel gruppo di controllo questo miglioramento non è stato osservato. Per risultare attiva, ovviamente, la App va somministrata come un vero e proprio farmaco, adattando la risposta del singolo al trattamento. Per questo è sempre fondamentale il controllo di uno specialista all’inizio del trattamento. Poi, in base a questa valutazione, si parte con la terapia, che prevede una combinazione di strumenti informatici in base alle necessità del paziente. L’obiettivo è in qualche modo quello di “ingannare” l’acufene. La terapia infatti mira a “rimettere in linea” il cervello per far sì che il rumore bianco somministrato dagli esperti vada a diventare una sorta di sottofondo” senza alcun rilievo per chi lo ascolta, ma comunque in grado di “coprire” le sensazioni uditive fastidiose. La speranza è che ora, sulla scorta di queste indicazioni, si possa arrivare presto all’impiego clinico di questa terapia su misura.

Cosa comportano i rumori fantasma

I tinniti possono interessare anche una persona su dieci, stando alle statistiche. Si tratta di disturbi occasionali, che non debbono preoccupare tanto. All’interno dell’orecchio nasce una sorta di ronzio, che crea fastidio anche perché non corrisponde ad un suono esterno. La prevalenza del tinnito (così viene chiamato tecnicamente il disturbo), ma non la sua gravità, aumenta con l’età, in modo proporzionale alla perdita delle alte frequenze sonore dell’udito. In alcuni casi i fenomeni possono legarsi più frequentemente ad uno stato emotivo non proprio ottimale. Per il resto, ci sono persone che pensano che i ronzii possano comparire quando si esagera con il fumo. L’acufene è la percezione di un rumore, solitamente un ronzio, un fischio, un fruscio o un sibilo, avvertito nelle orecchie o nella testa, in assenza di uno stimolo acustico esterno. Nella sua forma più grave, l’acufene può influire fortemente sulla salute emotiva e sul benessere sociale delle persone. Può quindi essere definito come una sensazione uditiva fantasma, o meglio come sensazione uditive sonora che viene avvertita dal singolo senza che esista uno stimolo sonoro. Questa definizione vale per tutti gli acufeni, indipendentemente dalle caratteristiche sonore che possono variare e li fanno descrivere dal paziente come simili ad un fischio, un ronzio, un soffio, un fruscio, una pulsazione o a fenomeni sonori più complessi. Sono un disturbo comune di cui ha sofferto almeno una volta il 50-60 per cento della popolazione generale, il 10-20 per cento in modo protratto e che nel 2-3 per cento arriva a compromettere, anche gravemente, la qualità della vita. attenzione però: occorre distinguere questi quadri dalle allucinazioni uditive, che corrispondono a sensazioni sonore più strutturate come ad esempio voci o elementi musicali e che possono associarsi a disturbi neurologici o psichiatrici.

 

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