martedì 2 agosto 2022

DIGIUNO INTERMITTENTE

I CONSIGLI PER ATTUARLO SENZA RISCHI

di Sabrina Commis (fonte Gazzetta dello Sport)

I mesi che precedono le vacanze servono a rivedere le abitudini di vita e regolare il corpo dopo gli eccessi dell'inverno. È in questo contesto che alcuni provano il digiuno intermittente. Se la sua utilità e i suoi benefici rimangono contestati all'interno della comunità scientifica, l'ascesi culinaria continua a sedurre. Fa parte dell'arsenale terapeutico di uno stile di vita sano, allo stesso modo della dieta e dell'attività fisica. Il suo interesse primario? Mettere a riposo l'apparato digerente. Il digiuno intermittente consentirebbe anche agli atleti di migliorare le proprie prestazioni. A differenza del digiuno classico, che prevede almeno tre giorni consecutivi senza ingerire cibi solidi, l'opzione intermittente è meno vincolante: consiste nel non mangiare nulla durante una determinata fascia oraria. Esistono diverse varianti: il digiuno a giorni alterni, un giorno alla settimana, la "dieta 5:2", cinque giorni di alimentazione equilibrata e due giorni di restrizione calorica, il digiuno "notturno", cioè sedici ore senza alimentazione. Quest'ultima alternativa è la più accessibile: tra cena e colazione digiuniamo già in media dalle otto alle dieci ore.

La formula più gettonata è la 16:8 e consiste nel digiunare per 16 ore, compreso il sonno e mangiare nelle rimanenti 8. Diverse le alternative del digiuno intermittente: si può per esempio mangiare fino alle 16,00, saltare la cena e fare colazione la mattina successiva intorno alle 8,00. Oppure si può cenare normalmente e saltare la colazione, l’eventuale spuntino di metà mattina e passare direttamente al pranzo. Ma per una corretta perdita di peso, questa strategia di digiuno è efficace? Porta risultati stabili e duraturi? Gli studi effettuati non evidenziano alcun vantaggio nella perdita di peso tra una dieta ipocalorica, basata sul semi-digiuno, e una di pari calorie basata su una distribuzione dei pasti durante la giornata. Il dimagrimento avviene perché si innesca un deficit calorico. Il digiuno intermittente adatto a chi ama concentrare il cibo in una finestra temporale ben precisa, anziché dividere gli alimenti i 5 pasti. Dipende quindi dalla persona e dal proprio stile di vita. Digiunare 14-16 ore non dà spossatezza: grazie all’aumento di ormoni come l’adrenalina, si avverte una buona carica fisica e lucidità mentale. Anche la sensazione di fame è ben tollerata grazie alla produzione di corpi chetonici che tengono sopito il senso di fame. Non ci sono controindicazioni in termini di rallentamento del metabolismo in soggetti con insulino – resistenza, ossia una cattiva gestione degli zuccheri, sembra addirittura una modalità vantaggiosa per il metabolismo. Il digiuno intermittente è sconsigliato a chi ama distribuire il cibo nell’arco della giornata. No anche a chi è diabetico o si trova in qualsiasi situazione patologica, alle donne in gravidanza o allattamento. Sconsigliato inoltre a chi ha disturbi del comportamento alimentare. Il digiuno intermittente non può essere praticato da persone con diabete chi è in trattamento anticoagulante e da chi in stato di intenso affaticamento. Il digiuno intermittente può essere praticato una o due volte alla settimana, e lo si potrebbe per esempio seguire nei fine settimana se la pratica sembra più semplice. Si può anche digiunare dopo alcuni giorni di eccesso. Se alcune persone si fanno prendere dal panico all'idea di non mangiare per sedici ore, niente paura: il corpo ha riserve per durare in media 40 giorni.



 

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