martedì 4 ottobre 2022

LE REGOLE D'ORO PER BERSI UN CAFFE'

ECCO COME FARE

Il caffè non è solo una bevanda dall'aroma eccezionale, per noi italiani è un vero e proprio rito. Amatissimo e celebrato in tutto il mondo, è per molti una consuetudine irrinunciabile, simbolo di convivialità e del piacere di stare insieme: con il rientro in ufficio e al lavoro, la pausa caffè diventa ancora una volta un momento d'incontro e di scambio in cui prendersi cura di sé e trascorrere qualche minuto di relax. Caffè, adorato liquido scuro che ogni giorno delizia quasi ognuno di noi: buono e profumato, va sorseggiato nel modo giusto per poterne apprezzare appieno ogni sentore delle raffinate miscele capaci di rendere ancora più uniche le nostre pause.

SI COMINCIA DAGLI OCCHI: prima ancora di berlo, il caffè lo si può gustare con la vista. Osserviamo qualche istante il liquido nella tazzina per iniziare a pregustare il rito tanto amato. Uniforme, senza macchie bianche e di un colore che va dal noce al marrone testa di moro: sono queste le caratteristiche ideali della crema del caffè, il primo colpo d‟occhio, in grado indicare la qualità della bevanda che andremo a sorseggiare. Le bolle della crema devono essere fini e omogenee per regalare compattezza alla superficie della crema, una coccola preziosa a cui non bisogna mai rinunciare.

PER IL VERSO GIUSTO: mescolare in senso orario o antiorario? La risposta è sbagliata in entrambi i casi. Già, perché se girare il caffè va bene, occorre farlo nel modo corretto. Tanto per cominciare, la prima regola da seguire per gustare la straordinaria bevanda è quella di mescolarla sempre, a prescindere che si aggiunga dello zucchero o del latte oppure no. Attenzione, però: la tecnica corretta è quella di portare il cucchiaino dall'alto verso il basso affinché aromi e sapori si amalgamino perfettamente, per dare anche all'olfatto la soddisfazione che merita e che serve per apprezzare l'ampia la gamma di profumi e sfumature che si possono percepire. Girare un po' il caffè in tazza con un cucchiaino consente di godere delle sfumature che caratterizzano il prezioso liquido scuro: la tostatura, il caramello, il tabacco, gli agrumi e i fiori. 

GALATEO DELLA TAZZINA: attenzione a come si maneggiano tazzina, piattino e cucchiaino. Semaforo rosso fuoco per il dito mignolo, che non va assolutamente mai tenuto all'insù, neppure a tavola. Il modo giusto per sorseggiare il caffè è quello di tenere la tazzina per il manico con pollice e indice, mentre con l'altra mano, lasciata libera, bisognerebbe reggere il piattino su cui andrà deposto il cucchiaino. Un atteggiamento di stile ed educazione al 100% a cui attenersi rigorosamente.

MAI SOFFIARE: un buon espresso deve essere molto caldo e magari anche versato in una tazzina già calda per poter consentire all'aroma di essere sprigionato in tutta la sua essenza. La temperatura bollente, che può farci scottare lingua e palato, è a questo punto fondamentale e quindi non ha alcun senso cercare di raffreddare il caffè soffiandoci sopra: se è proprio troppo caldo, meglio attendere qualche secondo e approfittarne per una pausa all'insegna del relax.

NON IN UNICO SORSO: la nostra pausa merita rispetto e il rito del caffè va goduto appieno. Prendiamoci il tempo che occorre senza fretta: gustiamo l'amata bevanda sorseggiando lentamente evitando, se possibile, di trattarla come uno shottino, ingoiando tutto d'un fiato. Qualche minuto da dedicare a noi stessi è sacrosanto, ma il break può essere ancor più piacevole se siamo in compagnia: un buon espresso è sempre il modo per socializzare, stemperare le tensioni e ricaricare le pile prima di una nuova immersione in ufficio o nelle faccende domestiche.

L'ACQUA SI BEVE PRIMA: molti hanno l'abitudine di "pulirsi" il palato dopo aver bevuto il caffè. Si tratta di un'abitudine che non è sbagliata, ma decisamente sconsigliata. L'acqua, infatti, andrebbe bevuta prima proprio per poter preparare la bocca proprio a gustare la tazzina e apprezzarne appieno l'aroma. Inoltre, è un gesto che il barista potrebbe non apprezzare perché potrebbe indicare che l'espresso non era buono come ci si attendeva. Un buon caffè espresso deve lasciare una bocca ampia e rotonda, morbidamente avvolta da una sensazione di piacevole tostatura cui non mancano note di acidità e freschezza abbinate a quelle calde di frutta da guscio e speziate. Insomma, un universo di emozioni gustative da conservare anche dopo aver posato definitivamente la tazzina.

IN CASA SI FA COSI': per un rituale da dieci e lode, le regole da seguire sono poche e semplici, ma vanno osservate con scrupolo. Il caffè va sempre servito in salotto, possibilmente a ospiti seduti comodamente su divani e poltrone: in un vassoio, portiamo il caffè con tazzina, piattino e cucchiaino e poi versiamo la bevanda. Quello che spetta agli ospiti è zuccherare a piacere e, se gradito, aggiungere del latte che, come nelle migliori tradizioni, va versato dalla lattiera.

AL BAR LA REGOLA DELLE TRE "C": nell’assaggio di un buon espresso la corretta preparazione è fondamentale. Macchinetta, acqua, pulizia, macinatura sono determinanti per la valutazione del caffè dato che anche il miglior caffè, se preparato male, perde molto della sua qualità. Oltre a quelle già viste, per gustare il caffè al meglio quando siamo fuori casa, ci sono le regole che i baristi devono osservare rigorosamente, cioè quelle delle cosiddette "tre C": la tazzina deve essere calda, comoda e carica. D'altra parte, come recitava Nino Manfredi in uno spot celeberrimo, il caffè è un piacere, se non è buono che piacere è? 

 

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