di Andra Costantino (fonte Liberomail)
Fin dalla nascita siamo esposti di continuo ad agenti atmosferici, inquinanti, tossine; inoltre utilizziamo quotidianamente prodotti con formulazioni non sempre naturali, consumiamo alimenti con l’aggiunta di conservanti, coloranti e additivi. Ci sono poi loro, i farmaci, assunti per ridurre la sintomatologia dolorosa, per trattare una patologia acuta o cronica. I medicinali vengono prescritti dal medico in base alla diagnosi e alle valutazioni eseguite; nonostante ciò, siamo consapevoli degli effetti indesiderati che potrebbero procurare, poiché sono stati già osservati, dunque sono prevedibili. Li troviamo elencati sul foglietto illustrativo presente in ciascuna confezione o sono consultabili sul sito dell’AIFA. Potrebbe infatti accadere che il corpo risponda ad un principio presente all’interno del farmaco in modo avverso, ad esempio con la manifestazione di reazioni allergiche, come avviene con i diversi tipi di dermatite. Si tratta di reazioni comuni e in un certo senso “prevedibili”, nel senso che la sintomatologia è ben nota.
Al contrario, l’idiosincrasia è una condizione che a volte viene erroneamente associata o confusa con le allergie ma, come vedremo a breve, presenta alcune sostanziali differenze.
Che cos’è la idiosincrasia
Quando il corpo risponde in modo anomalo ed insolito ad una sostanza o ad un farmaco, si parla di idiosincrasia. Il termine, dal greco “idios” (particolare) + “sincrasis” (sincrasi, mescolanza), in medicina sta ad indicare una condizione di forte reattività ed ipersensibilità, che può manifestarsi nel momento in cui l’organismo non tollera il contatto con alcuni cibi, inquinanti o medicinali. A differenza delle allergie, l’idiosincrasia non viene innescata da una reazione avversa da parte del sistema immunitario. Ha, infatti, un carattere imprevedibile, poiché l’intolleranza manifestata (per l’assunzione di un alimento, come di un farmaco), di solito non si riscontra nella maggior parte della popolazione. In concreto: si osservano sintomi di avversità quando questi non sono previsti.
Quali sono i sintomi della idiosincrasia
I sintomi dell’idiosincrasia possono essere lievi o gravi, in alcuni casi possono mettere in pericolo la vita del soggetto. La gravità dipende principalmente dal tipo di sostanza e dal soggetto stesso: ci sono, infatti, individui che possono avere una reazione lieve a una sostanza in genere considerata pericolosa. Allo stesso modo, possono esserci soggetti che presentano una reazione grave a una sostanza, in linea di massima, considerata sicura. Un’altra caratteristica osservata nell’idiosincrasia da farmaci riguarda il rischio della sua comparsa, che non sembra essere correlato all’aumentare della dose.
Tra i sintomi che possono indicare la presenza dell’idiosincrasia ci sono:
eruzioni cutanee, tra cui l’orticaria. Sono quelle più visibili e comuni, probabilmente perché la cute è immunologicamente attiva;
forte mal di testa; difficoltà respiratoria (può essere causata dall’ingestione di solfiti od altri principi attivi, presenti tanto nei farmaci quanto negli alimenti;
diminuzione della pressione arteriosa; nausea e vomito; malessere generale
Inoltre, spesso intercorre un intervallo di tempo anche abbastanza lungo tra l’assunzione del farmaco ed il manifestarsi dei primi segnali avversi. Ad esempio, i sintomi possono verificarsi con un ritardo di circa:
una settimana, in caso di eruzioni cutanee lievi;
oltre una settimana, per eruzioni cutanee più gravi;
1-2 mesi, in caso di danni epatici o idiosincrasie che interessano più organi od apparati.
Quali sono le cause della idiosincrasia
La reazione ad un cibo, piuttosto che ad un alimento o ad una sostanza, è molto variabile. Dipende dunque dal soggetto. Si ritiene che l’idiosincrasia sia immunomediata, ovvero che il sistema immunitario amplifichi i segnali derivati dai farmaci o da alcune sostanze presenti in specifici alimenti. In virtù di questa grande variabilità, non si conosce il preciso meccanismo alla base dello sviluppo di queste reazioni avverse.
Farmaci
La propensione di un farmaco a causare l’idiosincrasia dipende dalle sue caratteristiche chimiche, ma la suscettibilità individuale è determinata da determinati fattori del paziente. Anche per questo motivo, le idiosincrasie costituiscono un grave problema per lo sviluppo dei medicinali, poiché, a meno che l’incidenza non sia elevata, in genere non vengono rilevate nel corso degli studi clinici. Il loro essere imprevedibili rende quasi impossibili gli studi meccanicistici sugli uomini. Per questo motivo, anche se si stanno facendo passi avanti per comprendere meglio il meccanismo alla base di queste reazioni, le idiosincrasie restano ancora complesse e non del tutto chiare.
Alimenti
Anche in questo caso, non sono ben noti i rapporti di causa-effetto che portano un alimento od un ingrediente alimentare a causare questa condizione. Coloranti artificiali, il glutammato monosodico, gli antiossidanti BHA e BHT, sono alcune delle sostanze che possono provocare idiosincrasia.
Quali sono i fattori di rischio dell’idiosincrasia
Alla luce della definizione di idiosincrasia, non è possibile stabilire aprioristicamente chi svilupperà questa tipologia di reazioni. Sono stati osservati alcuni fattori predisponenti:
la predisposizione genetica (aspetto più importante e più imprevedibile); il sesso femminile; l’età avanzata.
Si tratta di fattori di rischio generici (in alcuni casi deboli), validi in determinate situazioni e non in modo assoluto, in virtù dell’imprevedibilità di questa condizione e della non totale conoscenza dei processi che la regolano.
Quali sono le conseguenze dell’idiosincrasia
L’idiosincrasia può portare a conseguenze gravi, a volte anche letali. Questa condizione può colpire qualunque organo, con una maggiore prevalenza di fegato, pelle, cellule del sangue. In alcuni casi l’idiosincrasia potrebbe riguardare un solo organo, in altri invece potrebbero esserne interessati diversi allo stesso tempo.
Eruzioni cutanee
Rappresentano la tipologia più comune di idiosincrasia causata da farmaci. Di seguito, quelle più comuni:
Eruzione maculopapulare. Sono il tipo più comune di eruzione cutanea causata da farmaci. Se non sono presenti altri sintomi, queste eruzioni cutanee non sono da considerare gravi. Nella maggior parte dei casi, infatti, si auto-risolvono nonostante prosegua l’assunzione del farmaco, che potrà essere assunto nuovamente anche in seguito;
È caratterizzata da lesioni alla cute pruriginose, piuttosto grandi, che si manifestano per non oltre un giorno. L’orticaria è nota come reazione allergica la cui durata perdura per diversi giorni; è, inoltre, una forma cronica e idiopatica. Sono stati rilevati alcuni casi in cui l’orticaria inizia come reazione idiosincrasica per poi manifestarsi in maniera indipendente dall’esposizione al farmaco.
Lesioni al fegato
I danni epatici causati dall’ idiosincrasia sono quelli che più comunemente portano ad abbandonare il farmaco che si stava assumendo. Il motivo è che il fegato costituisce l’organo in cui avviene il metabolismo dei farmaci. L’avversione al medicinale può manifestarsi anche dopo 1-3 mesi, solo in rarissimi casi si possono avere delle manifestazioni a maggiore distanza dall’assunzione del medicamento.
Reazioni a livello ematico
Reazioni avverse ad alcuni farmaci possono coinvolgere le cellule del sangue, andando ad influenzarne la loro produzione e distruzione. L’anemia emolitica, ad esempio, rientra tra le condizioni che si possono sviluppare per idiosincrasia.
Quali sono i trattamenti della idiosincrasia
In alcuni casi i sintomi e le conseguenze dell’idiosincrasia possono essere gravi. Il consulto immediato di un medico è la prima cosa da fare per comprendere cosa abbia scatenato la reazione e come procedere. Lo specialista procederà con un esame approfondito in cui pone in analisi:
i sintomi accusati; da quanto tempo sono presenti e il livello di intensità; l’eventuale presenza di altre patologie; se si stanno assumendo dei farmaci e da quanto tempo; se c’è una correlazione tra l’assunzione del medicinale e la comparsa dei sintomi; l’ingestione di alcuni alimenti; se si tratta di un episodio ricorrente o isolato.
Una volta individuata la possibile causa dell’idiosincrasia, si procede con il trattamento che ha l’obiettivo di ridurre i sintomi. Se alla base dell’idiosincrasia c’è un farmaco, in genere si opterà per con la sua sospensione e si sceglierà un altro medicinale. Questa valutazione dovrà essere eseguita dallo specialista, considerando le potenziali reazioni del nuovo farmaco ed il tipo di reazione che si è già manifestata.
È possibile prevenire l’idiosincrasia?
La risposta è no, proprio per la natura imprevedibile ed incostante di questa condizione. In alcuni casi, si potrebbero prendere delle precauzioni: ad esempio, gli individui asmatici sensibili ai solfiti, tra i più comuni additivi alimentari, dovrebbero evitare di introdurli nella loro dieta. Per farlo, è importante leggere le etichette con la lista degli ingredienti confezionati, e non acquistare quelli con residui che superano i 10 mg/kg di alimento. In genere, l’indicazione è presente quando le quantità sono pari o superiori a 10 mg/Kg o 10 mg/l. Secondo diversi studi, i soggetti asmatici sensibili ai solfiti riescono a tollerare piccole quantità di queste sostanze. Poiché i solfiti costituiscono un rischio importante per chi è asmatico e ne è sensibile, si consiglia di controllare le etichette e di eliminare gli alimenti che li contengono, specie in dosi elevate rispetto alla loro soglia di sensibilità.
In conclusione, l’idiosincrasia è una reazione avversa dell’organismo a sostanze presenti nei farmaci o anche nei cibi. Non si conoscono con certezza le cause, dunque i processi che ci sono dietro al suo sviluppo, ma gli studiosi continuano ad eseguire ricerche volte all’individuazione dei processi che stanno alla base di questo fenomeno. Si potrebbe considerare l’idiosincrasia come una risposta “indesiderata”, il più delle volte non contemplata nel foglietto illustrativo poiché si manifesta solo in alcuni soggetti e non nella maggior parte della popolazione. In caso di sintomi di cui non si conosce la causa, è bene contattare il proprio medico per approfondire.