mercoledì 27 agosto 2025

EUROPEI BASKET AL VIA

DOVE ARRIVERÀ L’ITALIA?

(fonte Gazzetta dello Sport)

È dal bronzo 2003 con Recalcati, poi argento olimpico l’anno dopo, che Italbasket non riesce a varcare le colonne d’Ercole dei quarti di finale continentali. Se un tabù dura da 22 anni, sfatarlo può essere negli auspici ma non nei pronostici. Sicuramente negli obiettivi, per ritrovare quel podio che dà un senso diverso a una generazione. Per questo sorprendere l’Europa, e forse anche se stessi, è la missione dell’estate per gli azzurri di Pozzecco all’Europeo che alza oggi la prima palla a due a Tampere, e che per l’Italia comincia domani contro una delle big, quella Grecia - stavolta al completo - che nell’ultima prova generale venerdì scorso qualche motivo di riflessione ce l’ha dato.

CREDENZIALI—  Consapevoli di non partire in prima fila, e forse neanche in seconda, l’obiettivo di tornare a medaglia nasce, oltre alle ambizioni che un movimento con la nostra tradizione deve darsi, anche dalla consapevolezza del percorso, arrivando a portare a Eurobasket un gruppo che mixa quasi col bilancino veterani, ragazzi in rampa di lancio e giocatori nel fiore degli anni. Per tanti può essere l’estate della maturazione non solo in senso strettamente anagrafico ma del salto di qualità della propria carriera. Dopo maturazione, la seconda parola chiave è atletismo. "Un atletismo che non mi ricordo abbiamo mai avuto", ha detto Datome, che in azzurro bazzica da 18 anni. Diouf, il centro del futuro che mancava da anni, poi Niang, Procida, Spagnolo, ma anche chi come Akele e Pajola ha un chilometraggio più elevato, portano una presenza fisica che è la cifra di questa squadra per non abbandonare Fontecchio alla solitudine del bersaglio troppo facile per gli avversari. È il registro con cui questo gruppo ha dimostrato di dare il meglio, posto che, oltre la last dance di Gallinari, non è in dubbio l’energia che portano il capitano Melli, il pretoriano Spissu e l’altro veterano Ricci. Se c’è chi finora ha camminato sulle uova, a partire da Thompson ma non solo, per tanti è un test prima di tutto di personalità. 

AVVERSARIE—  Che sia o meno l’ultima del Poz, attorno a questi ragazzi non è l’inizio di una nuova era ma il compimento della semina di Pozzecco, alla quarta estate da ct e al secondo Europeo: il precedente, nel 2022, si era fermato – facile – ai quarti. In mezzo l’ottavo posto ai Mondiali, miglior risultato azzurro da 15 anni, e la qualificazione ai Giochi mancata al Preolimpico per un paio di vittorie. Le speranze di podio ci si giocano da Riga in poi ma è da subito che ci si costruisce il percorso per l’abbinamento migliore agli ottavi. Appurata la necessità di non inciampare su Cipro padrona di casa e sulla Bosnia che, senza Musa, ha la sola stella del centro Nurkic, oltre ai volti noti di Alibegovic (Trapani) e Halilovic (Sassari), si parte dall’obiettivo di mettersi dietro la Georgia, che attorno alla roccia Shengelia, uscito dalla Virtus da capopopolo scudetto, ha grandi corpi (Bitadze di Orlando, l’ex biellese di Toronto Mamukelashvili, perfino i 217 cm dell’ex canturino Shermadini) innescati da un play come l’ex Trento Baldwin, che a Vitoria si è dimostrato di livello europeo. E poi le big. Anche sopra la Spagna campione in carica e all’ultimo ballo con Scariolo, collettivo profondo già capace tre anni fa di vincere nel post Gasol ma orfana anche del neo-milanese Brown, la più ambiziosa è la Grecia di Giannis e dei suoi fratelli: attorno a lui un califfo come Sloukas, poi Dorsey, Papanikolaou, Mitoglou e il lungo Samurodov pronto a esplodere. Come tanti azzurri. E la miccia è il Poz.


 

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