(fonte Libero)
Stonehenge è un sito neolitico che si trova vicino ad Amesbury, nello Wiltshire, in Inghilterra, a circa 13 chilometri a nord ovest di Salisbury. È il più celebre e imponente cromlech, ovvero circolo di pietra in bretone. Il sito è composto da un insieme circolare di colossali pietre erette, conosciute come megaliti, sormontate da consistenti architravi orizzontali di collegamento di cui alcune sono in quota ed è uno dei più antichi sistemi trilitici conosciuti. La sua storia è un mistero, ma una nuova scoperta su un dente di bovino ha svelato importanti informazioni su come sia stata realizzata la formazione di rocce.
Il dente di bovino e la scoperta su Stonehenge
Recentemente sono state condotte indagini scientifiche su un antico dente bovino risalente al terzo millennio avanti Cristo, ritrovato nel 1924 nei pressi del sito archeologico. La ricerca è stata condotta da scienziati provenienti da tre diverse istituzioni del Regno Unito, ovvero l’University College London, la Cardiff University e il British Geological Survey. Lo studio, a cura di un team multidisciplinare di scienziati britannici, ha confermato che la mucca a cui apparteneva il dente proveniva dalla stessa area del Galles presso cui sono state estratte le bluestones, le famose “pietre blu” di Stonehenge. Questo dettaglio confermerebbe l’ipotesi secondo cui sarebbero stati usati dei bovini per trasportare le pietre della cerchia interna, pesanti in media circa 4 tonnellate ciascuna, attraverso la Gran Bretagna.
Il ruolo dei bovini nella costruzione di Stonehenge
Per l’analisi, gli esperti hanno utilizzato avanzate tecniche di bio-archeologia, tra cui una serie di analisi isotopiche su nove diverse sezioni del molare bovino. Queste indagini hanno permesso di scoprire dettagli come l’età dell’animale, la sua dieta e la provenienza del cibo masticato. Grazie ai dati che si è riusciti a ottenere, gli scienziati hanno scoperto che il reperto biologico apparteneva a una giovane mucca di circa sei mesi che aveva attraversato i pascoli del Galles meridionale, la stessa regione dove si trovano le Preseli Hills da cui provengono le bluestones di Stonehenge. Le colline gallesi e il sito archeologico distano quasi trecento chilometri, il ritrovamento di animali provenienti dal Galles a Stonehenge è un indizio importante a riprova dell’uso dei bovini per il trasporto dei megaliti del monumento neolitico. Ma oltre a confermare il legame tra la piana di Salisbury e l’area del Galles sud-occidentale, lo studio ha portato alla luce numerosi altri dettagli inediti, inclusa la possibilità che la mucca fosse gravida o in allattamento durante la formazione del dente.
Da più di un secolo gli studiosi si interrogano sulla presenza dell’antico dente di bovino, collocato con grande cura nei pressi dell’entrata meridionale del sito. I ricercatori sarebbero sempre più convinti che, oltre a costituire un’importante risorsa alimentare e ad avere una grande valenza rituale, i bovini abbiano svolto un ruolo attivo nella costruzione di uno dei siti archeologici più misteriosi del mondo. La recente scoperta sul dente è solo una delle ultime riguardanti Stonehenge, nel 2023 una ricerca italiana ha a smentito l’ipotesi più quotata degli ultimi anni, ovvero che la funzione principale del complesso fosse quella di “calendario”, mentre pare che il luogo fosse legato al culto neolitico degli antenati e alle connessioni tra vita ultraterrena e solstizio d’inverno