(fonte Catanzaro Informa )
Ricorre oggi, 26 ottobre 2025, il 165° anniversario dell’incontro del generale Giuseppe Garibaldi e del re Vittorio Emanuele, il 26 ottobre 1860, nei pressi di Teano, in provincia di Caserta. L’incontro è il fatto che, concludendo la spedizione dei Mille, formalizza il passaggio della sovranità del Regno delle Due Sicilie a Casa Savoia, portando all’unificazione dell’Italia, escludendo, al momento, lo Stato Pontificio e il Veneto.
Perpetrando un’abitudine consolidata, ancora una volta una ricorrenza rotonda e piena non ha scalfito la corazza di quasi indifferenza alla vicenda storica risorgimentale, così decisiva per tutti, che riveste l’atteggiamento delle amministrazioni pubbliche calabresi, a tutti i livelli.
“L’indifferenza – osserva lo storico Mario Saccà – accompagnata alla diffusione di tesi neoborboniche, ha mirato a demolire la storia alla quale parteciparono i nostri predecessori fin dal tempo della spedizione del Cardinale Ruffo e a tutti gli eventi che si conclusero, dopo la vittoriosa e coinvolgente spedizione garibaldina dei Mille, con l’unificazione dell’Italia”.
Eppure, non mancano gli appigli storiografici e documentali per dare sostanza, anche con eventi dedicati, alla lacunosa rievocazione della partecipazione calabrese all’epopea risorgimentale. Mario Saccà, per esempio, insiste da tempo sulla grande importanza di un documento di fine Ottocento della Società di San Martino e Solferino, l’ente morale che dal 1870 onora la memoria dei Caduti nella sanguinosa battaglia del 24 Giugno 1859 a Solferino e San Martino e di tutti coloro che combatterono per l’Unità e l’Indipendenza d’Italia.
“Gli amministratori del tempo della Provincia di Catanzaro – racconta Saccà – richiesero alla Società di Solferino e San Martino i nomi dei combattenti del nostro territorio che avevano preso parte alle battaglie del Risorgimento, dal 1848 al 1870. Il documento, conservato alla Biblioteca provinciale “Bruno Chimirri” – fu inviato il 9 Maggio 1896 con il timbro che ne attestava la conformità all’originale: esso conteneva i nomi di 4187 nomi di militari della Provincia di Catanzaro, divisi per comune di provenienza, reparti nei quali militarono, battaglie alle quali parteciparono. La sua lettura dimostra una grande presenza dei calabresi alla storia del Paese ancora oggi quasi sconosciuta ma utile per reinterpretare la nostra partecipazione al Risorgimento. Ma nessuna amministrazione, di ogni parte politica, da quanto ho potuto conoscere, ha mai prodotto studi o iniziative in grado di consegnare alle popolazioni ed agli studiosi dei comuni calabresi la memoria trasmessa nel 1896 da Padova a Catanzaro”.
La Società, che ha sede a Padova, prende il nome dalla battaglia del 24 giugno 1859 fu la più grande battaglia mai vista in Europa, con un quoziente di mortalità superiore a Waterloo, avendovi partecipato più di 234 000 soldati che si combatterono per oltre 12 ore lasciando sul campo 29.000 uomini.
Soprattutto oggi – è ancora Mario Saccà a considerare – aperto il confronto sull’autonomia regionale differenziata, è urgente recuperare la memoria di quegli anni e le gesta dei nostri antenati, molti dei quali le vissero da volontari e con grande passione, per restituirle alle popolazioni che da Nord a Sud ne condividono ricordi e valori”. Per farlo si può tentare di dare applicazione locale al “Progetto Torelli”, dal nome del conte Luigi, fondatore della Società di San Martino e Solferino. Nell’Archivio del Museo del Risorgimento di Milano sono presenti centinaia di registri manoscritti (furono istituiti dalla Società Solferino e San Martino negli anni dell’erezione della Torre di San Martino della Battaglia) che riportano in ordine alfabetico i nomi di quanti parteciparono alle Campagne risorgimentali, dal 23 marzo 1848, data d’inizio della Prima guerra d’Indipendenza, al 20 settembre 1870, giorno della Presa di Roma con la Breccia di Porta Pia. Divisi per città, circa 640.000 nomi: la memoria storica di coloro che combatterono per l’unità d’Italia.
Esaminando il progetto è stato possibile quantificare il numero dei combattenti calabresi e la ripartizione numerica per provincia, per un totale di 14.011:
– per la provincia di Cosenza 5963
– per la provincia di Catanzaro 4187
– per la provincia di Reggio Calabria 3961.
Provenivano da ogni Comune della Regione: nomi e composizione delle diverse unità combattenti segnano la differenza delle motivazioni della partecipazione dei nostri corregionali alle campagne del 1848-49 -1859 e 1860, nelle quali furono presenti come volontari, e quelle del 1866 e 1870, in quanto a Unità già realizzata furono mobilitati in base alle leggi militari vigenti. Ad essi si dovrebbero aggiungere molti altri nomi delle vittime e dei protagonisti che appartengono alla storia del Risorgimento.
“Con rammarico – commenta Saccà – si rileva come nessuna istituzione del Mezzogiorno ha partecipato al progetto né ha acquisito le imponenti documentazioni sulla storia dei nostri territori custodite negli archivi delle città del centro nord. La memoria della nostra presenza nella costruzione dell’Italia unita è scomparsa gradualmente dall’attenzione dell’informazione, circoscritta solo agli studi di pochi che l’hanno alimentata fino a farla riemergere con forza oggi come ragione fondante del nostro sentimento identitario nazionale”.
I partecipanti di Catanzaro Città, ha annotato Saccà scorrendo il documento inviato alla Provincia, furono:
– 12 alla Prima Guerra d’Indipendenza (1848-1849);
– 1 alla spedizione in Crimea (1855-1856);
– 3 partecipanti ai Mille partiti da Quarto; 232 nella spedizione dei Mille (1860);
– 10 partecipanti in vari reparti nelle campagne dal 1860 al 1970;
– 158 mobilitati per partecipare alla Terza Guerra d’indipendenza (1866);
– 28 partecipanti dal 1986 fino alla presa di Roma (1870).
Notevole, in ogni caso, la documentazione consultabile negli archivi di Stato e Comunale, e nelle biblioteche cittadine.
