domenica 29 giugno 2025

PESCI PERICOLOSI NEI MARI ITALIANI

ATTENZIONE A QUESTI 4

(fonte Libero)

Sembra un film di fantascienza ma è tutto vero. Nei mari italiani si stanno diffondendo alcune specie aliene arrivate da lontano e potenzialmente pericolose per chi va sott’acqua, pesca o semplicemente si gode una nuotata. A segnalarlo sono ISPRA e CNR-IRBIM, che hanno rilanciato una campagna per monitorare la presenza di quattro pesci tropicali che stanno colonizzando il Mediterraneo centrale. Tra questi c’è anche il pesce scorpione, già avvistato tantissime volte. Il Mar Ionio è l’area più colpita, ma le segnalazioni arrivano anche da altre zone d’Italia. Subacquei e pescatori sono diventati un punto di riferimento importante per raccogliere informazioni su questi animali: sanno riconoscerli, sanno dove si trovano e in molti casi li documentano con foto e video.

Parte la nuova campagna “Attenti a quei 4!”

Non è uno slogan da meme, ma il nome della campagna di monitoraggio partita nel 2022 e ora rilanciata con nuove modalità di segnalazione. I promotori sono ISPRA e CNR-IRBIM, in collaborazione con il progetto AlienFish. L’obiettivo è semplice: invitare chiunque avvisti questi pesci a documentarli e inviare la segnalazione via WhatsApp o nei gruppi Facebook dedicati, come “Oddfish” o “Fauna Marina Mediterranea”. Per i ricercatori i dati raccolti sul campo sono fondamentali. Le segnalazioni vengono incrociate con modelli climatici e previsioni di diffusione per capire dove questi animali potrebbero espandersi in futuro. Spoiler: le zone più a rischio sono quelle più calde come il Mar Ionio e il basso Adriatico.

Quali sono i pesci pericolosi

Sono quattro e arrivano tutti dal Canale di Suez, grazie al riscaldamento delle acque e al traffico marittimo che li ha aiutati a spostarsi. Due di questi sono tossici, gli altri due hanno spine urticanti. Tutti possono alterare l’equilibrio dell’ecosistema, soprattutto perché non hanno predatori naturali nei nostri mari. I loro nomi forse dicono poco, ma vale la pena memorizzarli, soprattutto se frequenti spiagge rocciose, fondali bassi o fai immersioni.

Pesce scorpione (Pterois miles)

Lo riconosci subito: è bello, vistoso, con pinne lunghe e striature rosse e bianche. Ma attenzione, è anche uno dei più velenosi. Le sue spine, anche dopo la morte, possono causare punture dolorose, gonfiore e reazioni locali che durano anche due giorni. È stato segnalato per la prima volta in Italia nel 2016 e da allora la sua diffusione è esplosa. È commestibile, ma solo se lo sai pulire. In natura non ha molti nemici, e questo lo rende ancora più invadente.

Pesce palla maculato (Lagocephalus sceleratus)

Ha un nome simpatico e un aspetto buffo, ma è il peggiore del gruppo. Contiene una neurotossina chiamata tetrodotossina, letale anche in piccole dosi. Non si elimina con la cottura e non esiste antidoto. Insomma: non va toccato, né pescato, né cucinato. in più ha denti fortissimi: può rompere facilmente esche, lenze e perfino dita. È entrato nel Mediterraneo nel 2013 e si è subito fatto notare.

Pesce coniglio scuro (Siganus luridus)

Erbivoro, silenzioso, ma molto efficace. Il pesce coniglio scuro si nutre di alghe e piante marine, impoverendo i fondali e causando un processo chiamato “desertificazione marina”. Non è velenoso, ma ha spine urticanti che restano attive anche dopo la morte dell’animale. È presente in Italia almeno dal 2003. Lo trovi soprattutto in acque poco profonde, vicino alla costa.

Pesce coniglio striato (Siganus rivulatus)

È il cugino a righe del precedente, entrato nel Mediterraneo pochi anni dopo. Anche lui erbivoro, anche lui con spine dolorose. Sta colonizzando rapidamente nuove zone, soprattutto a sud-est. Si mimetizza bene tra le rocce e le alghe, quindi è facile non accorgersene fino a quando non è troppo tardi. Anche questo pesce è commestibile, ma servono guanti spessi e attenzione per gestirlo senza rischi.

 

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