(fonte Gazzetta dello Sport)
Quando il nostro cuore sembra battere all’impazzata senza motivo e percepiamo anche una sensazione di "sfarfallio" al petto, è il caso di prestare attenzione. Le palpitazioni possono essere piuttosto comuni dopo uno sforzo fisico, un’emozione intensa o dopo aver assunto troppa caffeina, ma quando queste avvengono in assenza di stimoli esterni potrebbero essere il sintomo un’aritmia da non sottovalutare.
Tra le aritmie più diffuse, soprattutto tra gli adulti e gli anziani, c'è la fibrillazione atriale, una condizione che colpisce una persona su quattro nel corso della vita e che, se trascurata, può portare a conseguenze anche serie come ictus, scompenso cardiaco o declino cognitivo. Come si riconosce la fibrillazione atriale e cosa è necessario fare nell'immediato?
COME SI RICONOSCE LA FIBRILLAZIONE ATRIALE— Il sintomo più frequente della fibrillazione atriale è proprio la percezione di un battito cardiaco irregolare o accelerato, anche quando si è a riposo. Quando i battiti sono troppo rapidi o troppo lenti, le conseguenze immediate possono essere un senso di affaticamento o l'affanno se si è sotto sforzo, e nei casi più gravi anche una sincope o la perdita di coscienza.
In molti casi, però, la fibrillazione atriale può essere asintomatica e in quel caso soltanto rilevando un’irregolarità del polso e rivolgendosi a un professionista si può arrivare a una diagnosi precoce, fondamentale per evitare conseguenze anche gravi. "Se non riconosciuta, la fibrillazione atriale può aumentare il rischio di trombosi, peggiorare la qualità della vita e innalzare il tasso di mortalità", ha spiegato Ferdinando Varbella, direttore della Cardiologia all’Ospedale di Rivoli.
I primi passi del trattamento della fibrillazione atriale includono la prescrizione di farmaci anticoagulanti per fluidificare il sangue e prevenire eventuali coaguli, e farmaci antiaritmici per regolare il ritmo cardiaco. In alcuni casi, invece, si può procedere alla cardioversione elettrica che consente di riportare il cuore al ritmo normale. Negli ultimi anni, poi, si sono iniziate a imporre l’ablazione transcatetere, una tecnica mini-invasiva che elimina i tessuti responsabili dell’aritmia attraverso l’uso di radiofrequenze o crioterapia, e l’elettroporazione, un metodo che utilizza impulsi elettrici rapidi e selettivi per distruggere solo il tessuto cardiaco anomalo, senza danneggiare le strutture circostanti.
"Questa procedura, infatti, utilizza impulsi elettrici rapidi e intensi per eliminare il tessuto cardiaco anomalo, con minimi rischi per il paziente in quanto è selettiva per il tessuto cardiaco, senza coinvolgimento delle strutture ad esso vicine", ha sottolineato Varbella, ricordando come rivolgersi a un cardiologo in caso di palpitazioni frequenti o sospette sia sempre la scelta giusta.