mercoledì 12 maggio 2021

JANNIK SINNER

SCI, ALLENAMENTO E DOLCI ..I SUOI SEGRETI

di Michele Antonelli (fonte Gazzetta dello Sport)

Ogni tanto le montagne sono un’illusione. Se nasci a San Candido, tra le Dolomiti, mettere gli sci ai piedi è una cosa naturale. A Jannik Sinner andò così, cominciò a sfrecciare sulle nevi a 4 anni. A 13, la scelta: "Meglio non giocarsi tutto in due minuti". Cambiamento vincente.

DAGLI SCI ALLA RACCHETTA - Perché la vita ha bisogno di tempo e a volte una pallina è l’ideale. "Quando decisi per il tennis, sapevo che per il mio carattere e le sue caratteristiche sarebbe stato meglio per me. Con una racchetta in mano, fin quando la partita non è finita, puoi sempre rimediare". Un passo alla volta, pensando in grande: "Ho un solo obiettivo. Fare esperienza, crescere come giocatore e mettere insieme tante partite. Studio per diventare un giorno numero 1". Questione di testa, ambizioni.

L’ALLENAMENTO - Velocità, precisione, potenza. Ma i risultati non nascono per caso, così come i campioni. L’allenamento di Sinner alterna sedute di aerobica e forza ad altre di mobilità e flessibilità. Fondamentali sono gli esercizi di compensazione: "Il tennis è uno sport asimmetrico, per cui è importante lavorare sull’arto non dominante così da avere un corpo equilibrato ", spiegò qualche tempo fa l’altoatesino in un’intervista a Gazzetta Active. E per costruire la muscolatura? Spazio a kettlebell, pesi (ma senza esagerare), lavori con macchinari, elastici negli esercizi per le spalle , workout con palla medica e Foam Roller. A livello aerobico qualche corsa in esterna e sessioni indoor con bike e tapis roulant: "Nel tennis l’aerobica non è la componente principale da allenare, ma serve come base". Non solo. Come si nota in uno degli ultimi video pubblicati su Instagram, Sinner insiste sul miglioramento della propriocezione e dell’efficienza del sistema neuromuscolare con appositi training: "La vita è questione di equilibrio", la didascalia di accompagnamento al post.

IL TEAM DI JANNIK - Cresciuto con i maestri Heribert Mayr e Andrea Spizzica, si allena dal 2014 con Riccardo Piatti. Il coach, che non può muoversi con lui tutto l’anno, manda spesso i suoi tecnici a seguirlo. Andrea Volpini - per esempio - è stato con lui nell’ultima avventura a Miami (dove ha centrato la prima finale in carriera in un Masters 1000, perdendo contro il polacco Hurkacz), mentre l’anno scorso a Sofia - dove ha vinto il primo torneo ATP 250 - è stato accompagnato da Cristian Brandi. La parte fisica, divisa tra preparazione e trattamenti, è affidata a Dalibor Sirola (esperto nel miglioramento delle prestazioni) e a Claudio Zimaglia (fisioterapista e osteopata).

A TAVOLA - Sinner è inoltre seguito da Luca Mondazzi - specializzato nell’alimentazione e integrazione degli atleti - che gli consiglia i giusti nutrienti da assumere per adattare i pasti al tipo di situazione, anche dal punto di vista del meteo. Dieta sempre precisa , con un’unica eccezione: il dessert serale. "Non perderò di certo una partita perché la sera prima mangio un dolcetto…". E a casa? Come raccontato in una recente intervista alla Gazzetta , Jannik si arrangia: "Non muoio di fame, un po’ di pasta riesco sempre a tirarla fuori dai fornelli, altrimenti c’è l’asporto…". O al massimo, papà. "Fa il cuoco, quando ho tempo di preparare qualcosa di più elaborato lo chiamo e mi faccio seguire passo passo". Pochi problemi, in attesa di una cena da campioni - procrastinata dal virus - in compagnia di Lorenzo Musetti, come lui di casa a Monte Carlo: "Una volta mi incrociò per strada e mi inviò un messaggio, chiedendomi quando ci saremmo visti per cena. Avrei accettato volentieri l’invito, poi il lockdown non ce l’ha permesso… ". Di sicuro, per la Golden Age del tennis azzurro il tempo non mancherà.




 

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