giovedì 3 ottobre 2024

L’INNAMORAMENTO?

EFFETTO DOPING SUL CERVELLO

(fonte Gazzetta dello Sport)

Esiste un doping lecito: quello che deriva dall’innamoramento. Le neuroscienze, negli anni, ne hanno dimostrato l’esistenza riconoscendo importanti attività e considerevoli cambiamenti nel cervello. Ed ecco che il cosiddetto “colpo di fulmine” attiva le ghiandole surrenali e innesca il rilascio di sostanze chiamate catecolamine (come adrenalina, noradrenalina e cortisolo). Un mix ormonale che aumenta la pressione cardiaca e produce sudorazione, palpitazioni, bocca secca e vampate di calore. Ma non è tutto qui. Più che il cuore, Little Tony avrebbe dovuto cantare “Cervello Matto”. 

INNAMORAMENTO E DOPAMINA—  

Uno studio condotto su 37 innamorati da Helen Fisher, presso la Stony Brook University di NewYork, ha riscontrato significative attività in una minuscola zona alla base del cervello, detta area tegmentale ventrale. Qui, i neuroni dopaminerigici svolgono diverse funzioni nel sistema di ricompensa, motivazione, cognizione, assuefazione e dipendenza da droghe. La dopamina, prodotta anche da altre aree del cervello, viene rilasciata non solo al momento dell’eccitazione, ma anche prima, in previsione di un abbraccio, un bacio o un incontro con la persona desiderata. 

OSSITOCINA E VASOPRESSINA—  Diversi studi, tra i quali quello condotto da Stephanie Ortigue della Syracuse University (Usa), si sono concentrati su altre sostanze chimiche derivanti dall’innamoramento: l’ossitocina (l'ormone dell'amore che acuisce sentimenti di attaccamento e di gelosia) e la vasopressina (collegata alla fiducia, all'empatia e alla monogamia sessuale). Psicologicamente si traduce nella sensazione di ricompensa, una connessione amorosa che porta a un legame chimico ed emozionale fino a percepirsi in un “tutt’uno” con la persona desiderata. 

CALO DI SEROTONINA—  La scienza si è spinta fino all'analisi biochimica del sangue dell’innamorato. Vale la pena citare un’italiana, Donatella Marazziti, neuropsichiatra dell'Università di Pisa. Ebbene, la ricercatrice ha riscontrato che nei soggetti innamorati vi era una riduzione della serotonina che normalmente è associata al buon umore. Colpo di scena. Perché dovrebbe calare questo neurotrasmettitore, considerando l'entusiasmo che caratterizza gli innamorati? La spiegazione è nel pensiero “ossessivo” concentrato sul partner. Mettere il partner al centro equivale allo stato di focalizzazione che normalmente riduce i livelli di serotonina. 

ENDORFINE—  Non potevano mancare le endorfine, prodotte dall’ipofisi e dall’ipotalamo. Vengono liberate quando facciamo l’amore con il partner. Si tratta di componenti del più ampio gruppo degli oppioidi, classificate come neurotrasmettitori. Allontanano stress e dolore. 

Un vero e proprio doping, insomma, autoprodotto e indotto. Per dirla con le parole di James Pfaus, professore di psicologia alla Concordia University, “L’amore è un’abitudine che si sviluppa dal desiderio sessuale e come tale chiede appagamento. A livello cerebrale funziona come quando le persone diventano dipendenti da droghe”.


 

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