sabato 3 aprile 2021

PUNTA CAMPANELLA

IL MISTERO DELLA SFERA GELATINOSA E' STATO SVELATO

Dopo ben 10 anni, uno studio internazionale pubblicato sulla rivista scientifica “Scientific Reports” ha risolto il mistero della Teca Ovarica avvistata a 50 metri di profondità nei fondali dell’Area Marina Protetta di Punta Campanella: all’interno di essa sono presenti migliaia di uova di totano. Dieci anni fa, i due sub Edoardo Ruspantini e Daniele Castrucci avvistarono e fotografarono una grande sfera gelatinosa nei fondali prospicienti a Punta della Campanella, nella zona B dell’Area Marina Protetta. Le foto, rilanciate dal Parco Marino, fecero il giro del web, anche in virtù dell’eccezionalità dell’avvistamento: sono infatti pochissimi gli avvistamenti simili in Italia. A distanza di diversi anni, ora, è possibile fare chiarezza su quello spettacolare evento.

Lo studio sulle Teche Ovariche pubblicato sulla rivista “Scientific Reports” è stato condotto un team internazionale di ricercatori, tra i quali figura anche l’italiano Roberto Sandulli, professore di zoologia presso l’Università Parthenope di Napoli. Già dieci anni fa, Sandulli parlò subito di una teca ovarica prodotta da femmine di molluschi cefalopidi ma all’epoca, in mancanza di campioni prelevati, non fu possibile individuare con certezza la specie. Ora, grazie a questo studio internazionale, è stato invece possibile analizzare i campioni prelevati negli ultimi mesi da teche uguali​ a quella avvistata a Punta Campanella. L’esame del DNA ha così chiarito ogni possibile dubbio: si tratta di​ teca ovarica di totano nero (nome scientifico Illex coindetii), contenente migliaia di uova. La particolarità di questo studio non è legata alla specie, che è molto diffusa nei mari italiani, ma alla rarità degli avvistamenti e alla mancanza di analisi approfondite su queste sfere gelatinose e “misteriose”. Ne sono state viste meno di 100 in 40 anni e quasi tutte nei mari del Nord Europa (in particolar modo in Scandinavia). Le segnalazioni in Italia sono state invece rarissime.

Lucio Cacace, presidente dell’Amp Punta Campanella, ha commentato: “Ricordo quest’avvistamento eccezionale 10 anni fa, anche se non ero ancora Presidente del Parco. Adesso lo ritroviamo su di una rivista internazionale prestigiosa e di questo ringraziamo il professor Sandulli e l’Università Parthenope. La nostra biodiversità è una risorsa preziosa che va assolutamente tutelata“.

Si ringrazia Citizen Science Punta Campanella per l’utilizzo dell’immagine.

 

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