martedì 14 giugno 2022

CALABRIA LEADER NELL’ODONTOIATRIA

A PAOLA, UN CENTRO ALL’AVANGUARDIA NELL’IMPLANTOLOGIA

Da via Frattina, il salotto buono di Roma, a Paola. Batte forte il cuore di Antonio Grosso, implantologo di fama e ideatore della tecnica che espande ossa sottili, al fine di permettere l’innesto di impianti dentali senza l’uso del martello chirurgico: “Nel 2005 -spiega Grosso -mi sono posto il problema di come ridurre il dolore nei miei pazienti, nel non fare avvertire i colpi di martello nella tecnica espansiva e ho messo a punto una soluzione per cambiare lo strumento utilizzato. Usare un espansore a vite riduce i fastidi e rende più facile il lavoro a me e ai miei pazienti”. Quella tecnica è ora diffusa a livello mondiale ma il marchio di origine porta dritto nel cuore della Calabria: “Ho insegnato al master per implantologia nazionale e internazionale di II livello per diversi anni alla Sapienza e avevo uno studio a due passi da piazza di Spagna -dice ancora Grosso- ma, a un certo punto, ho deciso di tornare a casa. 

Per amore della mia famiglia e della mia terra. La città mi manca e non poco ma ora, ogni sera, posso godermi il tramonto più bello che abbia mai visto”. Antonio Grosso oggi ha 65 anni e, nella sua Paola, ha creato uno studio odontoiatrico all’avanguardia per l’inserimento di impianti: “Anche al Sud  -afferma- si fanno cose importanti e io sono orgoglioso di aver portato qui una tecnica che tentano di copiare ancora oggi a distanza di 17 anni , visto il successo e la documentazione di migliaia  di impianti inseriti. In tutti i casi in cui tecniche espansive si rendono necessarie per il corretto inserimento di un impianto, noi qui, nel cuore della Calabria, facciamo ricorso ad una metodica basata su una sequenza   di viti di  espansione a diametro crescente da me disegnate”. La tecnica ha rappresentato nel 2005 una nuova concezione nella preparazione del sito implantare, basata su un sistema di viti atraumatiche a doppio passo innestate su di un apposito manico, bypassando anche l’utilizzo delle frese chirurgiche standard: “Si tratta di un metodo -continua Grosso - che permette di espandere l’osso in modo controllato. Il braccio di leva lungo dato dal manico, con le viti inserite in modo progressivo, consente di spostare facilmente la parete di osso interessata mano a mano che si procede avvitando, così da creare un sito implantare ampio e permette di inserire l’impianto nella posizione voluta in un sito a quattro pareti. La forma delle spire fa sì che le stesse procedano in modo autofilettante in tutte le condizioni di osso mascellare, in modo da creare un sito per la collocazione dell’impianto senza scolpire un lembo, nella maggior parte dei casi e senza quindi dare dei punti di sutura”.​

La tecnica dunque permette di intervenire con meno dolore per il paziente e con tempi di recupero decisamente più rapidi: “L’implantologia moderna -sostiene Grosso - deve partire dal presupposto che, alla base della riuscita di un intervento, vi deve essere un’accurata progettazione,   non   soltanto   per   ottenere un giusto posizionamento dell’impianto ma, soprattutto, per raggiungere ottimi risultati funzionali ed estetici. La progettazione passa inevitabilmente per un’attenta anamnesi del paziente e, quindi, per un’accurata valutazione della conformazione della propria dentatura. In tal senso, l’odontoiatria ha trovato nella tecnologia un importante alleato. Oggi la chirurgia implantare computerizzata guidata ci permette   infatti   una   serie   di   informazioni   preoperatorie utili nella   pianificazione del trattamento”.   Un’analisi   preventiva,   fatta   attraverso   gli   strumenti   diagnostici di ultima generazione, consente dunque di conoscere le caratteristiche ossee sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo: “Sappiamo così -dice ancora  Grosso - come posizionare gli impianti, con quali diametri e con quali lunghezze operare e, nello stesso tempo, decidere la relazione che questi impianti avranno con le protesi studiate per ottenere la riabilitazione del paziente”.

Ma la tecnologia da sola non basta: “L’elemento più importante resta quello umano -tiene a precisare  Grosso. Come resta fondamentale una cura per l’aspetto psicologico del paziente. Chi va da un odontoiatra ha spesso paura del dolore e rassicurarlo è uno degli aspetti del nostro lavoro. La tecnica che utilizziamo qui in Calabria ci aiuta in tal senso. Illustrandola abbiamo infatti modo di spiegare come l’assenza del martello chirurgico garantisca minori fastidi e di questo sono davvero molto orgoglioso. Possiamo dire che la Calabria è sotto questo punto di vista all’avanguardia e che qui si utilizza una metodica che, in altre parti di Italia, non si usa. Per una volta, la mia terra primeggia e io sono fiero di aver contribuito a ciò.  Che  soddisfazione  vedere negli  occhi  dei  miei pazienti il sollievo di non dovere emigrare per motivi di salute e lo stupore di chi viene qui da noi da altre Regioni italiane. Una soddisfazione che aumenta quando, di sera, i nostri colori ci regalano il più bel tramonto di sempre”.

 

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