lunedì 23 gennaio 2023

MARIA VITTORIA DALLA ROSA PRATI

“BISOGNA CAPIRE QUALE SIA IL PROPRIO RUOLO NEL MONDO”

 Maria Vittoria, sei giovanissima ma con le idee ben chiare: è così?

Ho 23 anni ed effettivamente sono sempre stata una persona estremamente volitiva. Mi è sempre piaciuto mettermi alla prova e accettare nuove sfide e avventure. 

La tua è stata una formazione con molti stimoli internazionali.

Sono nata e cresciuta in Italia, ma sono anche cittadina americana; così, un po’ per fare esperienza e un po’ per scoprire e confrontarmi con realtà differenti, quando ero al liceo ho deciso di trasferirmi in Florida, negli Stati Uniti, per due anni. Devo dire che è stato estremamente utile, pur non essendo stato affatto facile all’inizio; tuttavia, mi è servito per capire quale fosse la mia strada, quello che mi interessa davvero, fondamentalmente l’ambito più scientifico (la matematica è la mia materia preferita!), oltre all’interesse per il digitale e la sostenibilità ambientale.

Quando e perché sei tornata in Italia?

Stare all’estero è indubbiamente arricchente, ma sentivo il desiderio di tornare casa e di stare vicino alla mia famiglia. Per questo motivo ho deciso di rientrare e di studiare economia a Milano, per poi eventualmente trasferirmi nuovamente all’estero. Devo dire che gli studi universitari per me non sono stati particolarmente impegnativi e questo mi ha consentito di dedicarmi anche ad altro mettendomi alla prova su fronti differenti: oltre al volontariato, ho anche maturato la voglia di conoscere sempre più e meglio il mondo della programmazione per poter fare la sviluppatrice, ancor più durante la mia permanenza a Shanghai, dove sono stata per sei mesi durante l’università.

Si tratta di una specializzazione molto richiesta.

È così, infatti e tra l’altro sono davvero molto poche le ragazze che se ne occupano. Ho subito trovato un impiego presso una startup, ma non sono rimasta molto perché non è quello ciò che voglio fare, ma volevo trasformare il mio sogno in realtà.

Con AWorld ci sei riuscita, mi pare.

AWorld è una app scaricabile gratuitamente che vuole stimolare un cambiamento delle persone verso uno stile di vita più sostenibile per il nostro pianeta. Quando ho conosciuto i fondatori di questa startup mi sono innamorata del progetto e ho iniziato ad occuparmene, perché si sposa perfettamente con quello che è il mio obiettivo professionale: io stessa stavo avviando un progetto molto simile, che non a caso si chiamava PlanA. Io ci metto l’anima e dedico tutta me stessa a questa attività, che trovo davvero molto utile e totalmente in linea con i miei interessi.

Come funziona esattamente AWorld?

La app AWorld è stata selezionata dalle Nazioni Unite come app ufficiale a supporto della campagna ActNow contro il cambiamento climatico. La campagna ha lo scopo di educare, coinvolgere le persone per stimolare un cambiamento nel proprio stile di vita al fine di renderlo più in armonia con le esigenze del nostro pianeta. AWorld consente questo offrendo uno strumento che ci guida in modo semplice e divertente, partendo dal nostro impatto, la nostra impronta sul pianeta, per poi proporre contenuti educativi e piccole azioni da compiere nel quotidiano per migliorare le nostre abitudini. Tutto racchiuso in logiche di gamification, cioè attraverso l'uso di meccanismi tipici del gioco per rendere gli utenti partecipi delle attività della app, e di community. 

Il tempo libero è già una chimera?

Lavoro tanto ma con passione, quindi in realtà non mi pesa affatto. Comunque, mi piacciono la danza, lo yoga, lo sci, il tempo con gli amici e la famiglia e adoro il mare: non a caso, sono anche una subacquea.

Un suggerimento alle ragazze che devono affrontare il mondo del lavoro?

È importante capire qual è il proprio obiettivo e il proprio ruolo nel mondo, avere una visione ampia di quello che ci interessa e cercare di allineare i nostri desideri con l’attività professionale: idealmente, sarebbe il massimo poter lavorare in un contesto che è proprio quello che ci appassiona, cercando anche di misurare ciò che siamo capaci effettivamente di fare.

Una curiosità su di te.

Mio nonno prima, e mio padre poi, sono piloti d’aereo e mi hanno trasmesso la passione per il volo, tanto che sto prendendo il brevetto da pilota anch’io: questione di DNA, forse!

 

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