sabato 12 giugno 2021

PIETAS

GRANDE ANTICA VIRTU'

CHE COS’È LA PIETAS?

Non mi ha mai convinto l’equiparazione tra l’antica pietas e l’attuale pietà. Nel considerare i due termini come sinonimi si rischia di svuotarne il senso a entrambi, e in particolare si spreca il valore della pietas che per i romani era allo stesso tempo una divinità e una virtù. Al punto che veniva stampata sulle monete per indicare devozione, senso del dovere, amore, giustizia, benevolenza, clemenza.

PIETAS ROMANA

Nella civiltà romana la pietas era un perno dei rapporti tra gli uomini e nella relazione con il divino. Una cosa molto più concreta di quanto possiamo immaginare dall’uso, e abuso, del termine. Pietas significava prendersi cura degli altri, anche quelli delle classi sociali più deboli in una società così diseguale, ma innanzitutto di rispettarli, a partire dalla cerchia familiare. L’episodio narrativo che meglio inquadra la pietas romana è la fuga di Enea da Troia in fiamme. L’eroe rischia la vita non tanto per salvare se stesso, cosa che potrebbe fare molto facilmente, ma  per mettere in salvo il vecchio genitore Anchise, il piccolo figlio Ascanio e la moglie Creusa. La famiglia è una, e ancora prima del Cristianesimo l’uomo la protegge e la rispetta con la pietas. Come la religione. Sempre durante la fuga da Troia, Enea si preoccupa di mettere in sicurezza  le statuette degli dei Penati: non è il salvataggio di oggetti, e quindi di ricchezza, ma è il segno di un legame indissolubile tra l’uomo e la divinità. La religione, e il senso del sacro, accompagna sempre la nostra vita, anche nei momenti più difficili, quando la sentiamo a rischio e quando siamo più fragili.

PIETAS OGGI

Che cosa resta, oggi, della pietas romana? Poco, molto poco. Questo sentimento si è andato lentamente spegnendo dentro di noi, anche per il cattivo uso lessicale che ne abbiamo fatto. Misericordia, compassione e pietà sono qualità che appartengono alla sfera del bene incorporato nella natura umana, in contrapposizione al male, ma non sono la pietas. Quella pietas di cui oggi abbiamo molto bisogno e che trova in un’altra parola il suo sinonimo più attuale: il rispetto. E qui partirei dalla prima forma di rispetto che dobbiamo sentire: quella per la Natura, della quale siamo attenti custodi e non indifferenti padroni. Se insozziamo i luoghi del vivere, quando spargiamo plastica e mozziconi o calpestiamo ciò che appartiene alla Natura, vuol dire che non abbiamo pietas. Non sentiamo alcuna responsabilità rispetto ai nostri doveri di uomini. Anche il tema dell’emergenza climatica, visto con la lente d’ingrandimento della pietas, evoca il dovere del rispetto: delle persone e dei luoghi. E in questo caso innanzitutto delle nuove generazioni che saranno le più colpite dalla nostra indifferenza.

PIETAS UMANA

C’è un altro senso della pietas modernissimo, che dovremmo riscoprire. La comprensione per l’altro, la capacità di allungare lo sguardo, alzare gli occhi dal nostro ombelico e guardare dentro chi ci sta vicino. Scopriremmo tante cose. Utili anche per noi, in quanto la pietas è una virtù di relazione. E avremmo trovato un rimedio naturale contro l’indifferenza, il narcisismo, ma anche contro l’invidia ( se ho compassione di una persona, non possono essere invidioso), il rancore e la voglia di regolare i conti. Nell’Orestea di Eschilo, a un tratto Agamennone dice: «È natura dell’uomo calpestare chi cade». Già, non abbiamo pietas, comprensione, per chi è caduto nel corso della sua vita. E ha pagato un prezzo anche più alto degli errori fatti. Lo guardiamo con sussiego, con l’idea di giudicarlo, come se potessimo davvero piazzarci sullo sgabello di una presunta superiorità morale. Nella pietas affine alla comprensione dobbiamo comprendere anche l’indignazione per ingiustizie che aumentano, distanze tra Nord e Sud del Mondo, super ricchi e sempre più poveri, che si vanno allargando. Davvero qualcuno può pensare che possiamo uscire dalla pandemia senza un gesto collettivo, politico, di pietas, ovvero di comprensione, per i paesi poveri che non dispongono dei vaccini con i quali le nazioni occidentali sono già fuori dal tunnel?

 

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